Commissione Ue: al via piano Juncker per investimenti
Piano Juncker al via. Il programma di investimenti promosso da Bruxelles peserà 21 miliardi e, secondo le stime della Commissione europea, dovrebbe produrre un impatto da oltre 300 miliardi.
Il programma riguarderà infrastrutture, banda larga, trasporti, sanità, istruzione. Sarà definito entro dicembre e partirà materialmente a marzo 2015. Sono queste le caratteristiche del piano annunciato mercoledì dalla Commissione europea. Anche se, da più parti, arrivano dubbi sulla sua reale efficacia. Erano attese risorse fresche ma è arrivata un’operazione di ingegneria finanziaria.
I soldi a disposizione
Al centro del piano c’è la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), garantito con fondi pubblici. Sarà istituito in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI): a comporlo ci saranno 16 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell’Ue (Connecting Europe facility e Horizon 2020), in combinazione con 5 miliardi di euro impegnati dalla BEI.
Effetto moltiplicatore
Per arrivare ai famigerati 300 miliardi di euro, bisognerà applicare un effetto moltiplicatore per cui ogni euro garantito dalla Commissione ne produrrà almeno quindici in investimenti di privati e governi nazionali. Addirittura, in base alle stime presentate dall’Esecutivo Ue, considerate nel loro insieme, le misure proposte potrebbero aggiungere tra 330 e 410 miliardi di euro al Pil dell’Ue nell’arco dei prossimi tre anni e creare fino a 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro.
Contributi fuori dal patto
“I contributi degli Stati - secondo quanto ha spiegato il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker - saranno fuori dal deficit e dal debito”. Questa possibilità sarà molto importante per assicurare la partecipazione dei paesi membri al fondo europeo. Di certo, però, bisogna dare conto delle grandi perplessità che l’iniziativa della Commissione sta generando in questi giorni. Da diverse parti si sottolinea come sia difficile arrivare all’impatto previsto da Bruxelles: sembra più un esercizio di ingegneria finanziaria che un piano di investimenti. La sensazione è che potrebbe ripetersi l’esperienza negativa della Garanzia giovani.
Partenza in primavera
Il fondo concentrerà gli investimenti nelle infrastrutture, in particolare nella banda larga e nelle reti energetiche, nonché nelle infrastrutture dei trasporti, negli agglomerati industriali, nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione, nelle energie rinnovabili, nelle Pmi e nelle imprese a media capitalizzazione. E, facendo capo alle strutture della BEI, sarà attivato entro la primavera del 2015, nel giro di pochi mesi.
I prossimi passi
I prossimi passaggi procederanno a ritmo serrato. Il Parlamento e il Consiglio europeo di dicembre dovranno approvare il programma. Intanto, la task force congiunta Commissione-BEI studierà gli elenchi presentati dai paesi membri. Nel mese di dicembre dovrebbe fornire un primo elenco di possibili progetti di investimento, “onde avviare la creazione di una riserva europea trasparente di progetti”. Contemporaneamente sarà creato un “polo di consulenza sugli investimenti” che fungerà da sportello unico per i promotori di progetti, gli investitori e le autorità pubbliche di gestione.
Juncker: stimolo ambizioso
Commentando il piano, Juncker ha spiegato: “È semplice: investendo di più l’Europa potrà accrescere la sua prosperità e creare maggiori posti di lavoro. Il piano di investimenti che presentiamo oggi, in stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, rappresenta un modo nuovo e ambizioso di stimolare gli investimenti senza creare nuovo debito. È ora di investire nel futuro, in settori strategici chiave per l’Europa, quali l’energia, i trasporti, la banda larga, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione”.