Piano Juncker - integrazione tra fondi Ue, arrivano linee guida Bruxelles
La DG Regio sta lavorando a un documento, che sarà presentato a breve, sulle possibili sinergie tra Efsi e fondi strutturali
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L’integrazione tra le diverse linee di finanziamenti europei passerà da un prontuario, un pacchetto di linee guida che la Commissione europea si prepara a licenziare nelle prossime settimane. E’ questa la novità alla quale stanno lavorando i servizi della Dg Affari regionali del commissario Corina Cretu. Il meccanismo è pensato principalmente in funzione del piano Juncker: il fondo Efsi dovrà lavorare in raccordo con gli altri livelli di programmazione, come i fondi regionali, quelli dei PON o il Connecting Europe facility. Per questo Bruxelles spiegherà alle Autorità di gestione dei fondi come muoversi per massimizzare l’effetto leva del denaro comunitario.
Cretu: tutti i finanziamenti Ue hanno lo stesso obiettivo
“Il piano di investimenti e le politiche di coesione condividono gli stessi obiettivi: creare posti di lavoro e crescita in Europa. Anche se il Fondo strategico di investimenti e i fondi di coesione funzionano in maniera differente, possono essere combinati a livello di progettazione”. Sono le parole che la commissaria Cretu ha usato venerdì scorso nel corso della presentazione del PON infrastrutture per il Mezzogiorno a Napoli.
Integrare i fondi
L’intenzione di Bruxelles, in sostanza, è creare un’integrazione tra le diverse linee di finanziamento dell’Ue. Già l’accordo di partenariato italiano è stato immaginato in questo modo: fondi regionali e fondi nazionali saranno integrati, marciando nella stessa direzione. In questa stessa linea dovrà andare il piano Juncker: gli investimenti sostenuti dallo schema di garanzie dovranno essere pienamente integrati con l’intero sistema dei finanziamenti comunitari.
Il caso del PON infrastrutture
Un esempio arriva proprio dal PON Infrastrutture e Reti. Il dettaglio degli investimenti deve ancora essere reso noto, ma il grosso degli 1,8 miliardi inseriti nel programma sarà speso per le infrastrutture ferroviarie (Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania) e per i porti. Attorno a questi grandi progetti, i fondi regionali potranno intervenire con collegamenti infrastrutturali collaterali, che potranno massimizzare l’effetto degli investimenti principali. A loro disposizione ci saranno altri 1,8 miliardi circa nelle regioni del Mezzogiorno. Per le grandi infrastrutture dei corridoi europei, poi, ci saranno i soldi del budget dedicato alle TEN-T nell’ambito del Connecting Europe facility.
Il ruolo del piano Juncker
A valle di questo sistema, poi, arriverà il piano Juncker. L’intenzione della Commissione è dedicare il fondo Efsi agli investimenti che non possono rientrare nelle altre linee di finanziamento europee, per motivi diversi. Solitamente si tratterà di progetti di dimensione più piccola, legati a Pmi, o comunque con un forte ruolo privato. Anche l’Efsi dovrà, allora, lavorare in raccordo con le altre linee per chiudere il cerchio dei finanziamenti.
Le linee guida
Questi semplici principi, enunciati solo a livello di schema di massima, saranno sistematizzati in un documento. La Dg Regio, infatti, ha già in preparazione delle linee guida per le Autorità che gestiscono i fondi. Serviranno a “massimizzare le possibili sinergie che derivano dall’utilizzo di questi fondi”. E seguiranno uno schema già di fatto collaudato negli scorsi anni. Andando, però, a dedicare un ampio capitolo proprio al piano Juncker.