Incentivi rinnovabili - MISE, online nuova bozza decreto
Il Mise pubblica una nuova bozza del decreto per incentivare la produzione di energia da fonti pulite. Ma, secondo Assorinnovabili, avrà un impatto modesto
La nuova bozza di decreto
Sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili attraverso la definizione di incentivi e modalità di accesso semplici, che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione nell'ambito degli obiettivi della Strategia energetica nazionale, nonché il graduale adattamento alle linee guida in materia di aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente.
Questi gli obiettivi del decreto per gli incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Testo che ha attraversato un lungo iter: dopo una prima bozza, criticata dalle associazioni del settore, il Mise ha messo a punto un secondo testo, inviato per parere ai Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole. Una terza versione è stata ora pubblicata sul sito del dicastero e trasmessa all'Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico e alla Conferenza unificata per acquisire i relativi pareri.
Cosa cambia
Invariato il tetto di 5,8 miliardi di euro stabilito nel decreto del 2012, ma vengono aggiornate le modalità di calcolo.
Quanto alle tempistiche di pubblicazione dei bandi, le date inizialmente indicate nella prima bozza di decreto - entro il 30 settembre 2015 per l'iscrizione al registro ed entro il 30 ottobre 2016 per le aste - eliminate nella seconda versione, sono assenti anche nella versione più recente. “I bandi sono pubblicati dieci giorni prima dell’inizio del periodo di presentazione delle domande di partecipazione, fissato in 60 giorni”, recita il nuovo testo.
Piccolo aggiustamento ai contingenti di potenza per l'iscrizione al registro, ma solo per biomasse e biogas, che rispetto al 112MW del testo precedente passano a 90 MW. Invariati i contingenti di potenza per i rifacimenti e le aste. Al Titolo III del decreto, relativo alle procedure d'asta, le modifiche riguardano le offerte di riduzione della base d'asta (i cui valori massimi scendono dal 50% al 40%) e i requisiti di capitalizzazione.
Modifiche sono state apportate alle tempistiche di accettazione delle richieste di accesso ai meccanismi di incentivazione: 30 giorni dopo il raggiungimento del costo indicativo massimo degli incentivi di 5,8 miliardi o, in ogni caso, entro il 1° dicembre 2016 (nella versione precedente, il termine era fissato al 31 dicembre 2016).
Infine, un aggiustamento è stato apportato all'articolo 30 del testo, relativo agli interventi sugli impianti in esercizio: entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto (erano 30 nella precedente versione), il GSE pubblica o aggiorna le procedure per l’effettuazione di interventi di manutenzione e ammodernamento degli impianti incentivati, inclusi i fotovoltaici, con le finalità di salvaguardare l’efficienza del parco di generazione e, al contempo, di evitare comportamenti che possano causare indebiti incrementi della spesa di incentivazione.
Tempi lunghi
Il lungo iter del testo ha rallentato, ovviamente, i tempi per l'entrata in vigore. Annunciato dal ministro Federica Guidi a maggio nel corso di un'audizione in Senato, il testo dovrebbe arrivare il 15 ottobre sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni, il cui parere, comunque non vincolante, dovrà poi essere recepito dal Ministero dello Sviluppo economico. Parere cui, nel frattempo, dovrebbero aggiungersi i rilievi dell'Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico.
Ammesso che la tabella di marcia venga rispettata, la vera incognita è rappresentata dall'esame della Commissione europea, che dovrà verificare che le norme contenute nel decreto rispettino le linee guida Ue in materia di aiuti di Stato. Per accelerare i tempi, il MISE si è attivato proprio nei giorni scorsi, con un incontro tecnico con la DG Concorrenza della Commissione europea per accelerare i tempi sui dossier più urgenti.
Il commento
“Le bozze di decreto sui meccanismi di incentivazione per le rinnovabili elettriche non appaiono in generale sufficienti a garantire un quadro di ulteriore sviluppo per il settore, soprattutto in considerazione della recente impennata del contatore che rischia di vanificare l’efficacia del decreto stesso, in quanto soggetto al tetto massimo di 5,8 miliardi di euro”, sostiene Assorinnovabili.
“Sono presenti numerosi punti negativi. Tra i principali: un orizzonte temporale molto breve, solo fino al 1° dicembre 2016, il che non permette agli operatori di programmare adeguatamente gli investimenti nelle loro imprese; una riduzione dei contingenti incentivabili tale da non sanare nemmeno tutte le istanze idonee ma non ammesse ai Registri precedenti ed infine un taglio drastico degli incentivi, in particolare per i piccoli impianti”.
“Delle osservazioni che Assorinnovabili ha fatto pervenire al MISE, solo alcune sono state recepite, come, ad esempio, la possibilità di impiego di componenti anche rigenerati in relazione all’utilizzo di componenti funzionali alle integrali ricostruzioni o l’inserimento di un contingente pari ad almeno 20 MW dedicato agli impianti geotermoelettrici da mettere ad asta. Nel complesso pensiamo che il decreto avrà un impatto modesto, rischiando seriamente di bloccare lo sviluppo del settore”.
Photo credit: Green Energy Futures / Foter / CC BY-NC-SA