Appalti: recepimento direttive Ue a rischio blocco
Le direttive europee in materia di appalti rischiano di accumulare ritardi rispetto al termine massimo fissato dall'Ue, ad aprile del 2016.
Il recepimento delle norme che porteranno al nuovo Codice appalti è in pericolo. Il Ddl delega deputato a recepire le direttive in materia procede a rilento. Così, l’incontro organizzato venerdì a Roma presso Palazzo Chigi per fare il punto sullo stato di avanzamento del testo è diventato l’occasione per lanciare un allarme: i lavori parlamentari devono essere drasticamente accelerati.
Confindustria: il Parlamento si sblocchi
La prima a mostrarsi allarmata è stata Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria, che ha spiegato come l’associazione sia “molto preoccupata, perché il termine si avvicina e siamo ancora indietro”. Aprile 2016 è dietro l’angolo e il lavoro da fare è ancora lunghissimo. Bisogna completare il passaggio al Senato, poi ci sarà un lungo esame da parte della Camera, infine il Governo dovrà mettere mano al decreto delegato, per il quale serviranno almeno sei mesi abbondanti.
Il calendario
Al momento, le previsioni dicono che i lavori parlamentari saranno chiusi in estate. Un eventuale ritardo potrebbe essere fatale. “E' opportuno che il Parlamento dia un'accelerata ai suoi lavori e, allo stesso modo, chiediamo uno sforzo al Governo”, ha detto ancora il direttore generale. La commissione Lavori pubblici del Senato, al momento, viaggia lentamente con le sue audizioni.
Palazzo Chigi: lavorare al testo da subito
Per guadagnare qualche mese, sta già prendendo forma un iter decisamente anomalo. Antonella Manzione, a capo del Dipartimento per gli affari giuridici di Palazzo Chigi, spiega: “Vista la situazione pensiamo sia il caso di cominciare a lavorare da subito al testo”. In pratica, anche se il disegno di legge delega è ancora in Parlamento, bisognerà iniziare a scrivere qualche bozza per evitare di trovarsi sorpresi quando, tra qualche mese, l’esecutivo sarà chiamato a fare la sua parte.
Mit: impossibile partire da zero in estate
Un concetto ribadito anche da Gerardo Mastrandrea, capo del legislativo del ministero delle Infrastrutture: “Non possiamo permetterci di partire da zero quando la delega sarà pronta. Per questo, stiamo seguendo con attenzione le audizioni di queste settimane e i lavori parlamentari. Sulla base di queste indicazioni, metteremo mano a una prima bozza di recepimento del testo”.
Germania, modello irraggiungibile
Tra l’altro, Mastrandrea ha spiegato anche come il Codice non sarà limitato soltanto a un pacchetto di linee guida molto sintetiche, come era stato ipotizzato all’inizio. “Non potremo mai raggiungere modelli come quello tedesco, basati su poche decine di articoli. Anche se resta l’intenzione di semplificare fortemente il sistema”. Con ogni probabilità, comunque, sarà necessario un regolamento di attuazione, come era successo per il vecchio Codice. “Dovremo studiare delle soluzioni per non farlo arrivare dopo anni”.
Gozi: ampliare il mercato
Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, che ha spiegato come le direttive sono “un pezzo importante del mercato unico europeo che dobbiamo completare”. Per lui è vitale la questione dell’accesso delle Pmi al mercato. “Finora il 99% delle piccole e medie imprese europee non partecipa agli appalti pubblici, perché trova nella normativa un ostacolo”. Il nuovo testo dovrà porre fine a questo stato di cose, dando anche una spinta alla crescita del prodotto interno lordo.