Investimenti idrici: il primo stralcio del PNIISSI
Vale quasi 1 miliardo di euro il primo stralcio di interventi previsti dal Piano PNIISSI, che oggi ha ricevuto il via libera. Ad essere coinvolte dagli investimenti in infrastrutture di approvvigionamento idrico saranno in tutto 19 regioni.
Investimenti rete idrica: invertire la rotta o crisi strutturale
La notizia arriva dal ministero delle infrastrutture e trasporti (MIT) a cui una riforma del PNRR ha affidato, appunto, la definizione e gestione del Piano Nazionale per gli Interventi nel Settore Idrico (PNIISSI). Un documento strategico volto a favorire l'attuazione di investimenti nell'ambito delle infrastrutture di approvvigionamento idrico - nel solco di una logica di gestione unitaria della risorsa idrica - e che è stato pubblicato a fine dicembre in Gazzetta ufficiale.
Che cos’è il PNIISSI e come funziona
Tra le misure PNRR di competenza del MIT, per il settore idrico rientra infatti anche la Riforma 4.1 “Semplificazione normativa e rafforzamento della governance per la realizzazione di investimenti nelle infrastrutture di approvvigionamento idrico” prevista nell’ambito della M2C4.
Essa prevede l'adozione del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI) chiamato a sostituire e unificare in un unico strumento programmatorio e di pianificazione le sezioni “Invasi” e “Acquedotti” del previgente Piano nazionale degli interventi per il settore idrico.
L'obiettivo è quello di avere uno strumento di pianificazione di infrastrutture idriche strategiche per l’approvvigionamento idrico con una visione di medio-lungo termine, che sarà attuato dal MIT per stralci successivi in funzione delle risorse finanziarie progressivamente disponibili.
Concretamente parliamo di un Piano di investimenti del settore idrico - segnatamente in quello delle infrastrutture dell’approvvigionamento primario e delle reti di distribuzione - capace di superare i limiti delle precedenti programmazioni basate su una metodologia di tipo additivo consistente nella semplice elencazione degli interventi proposti a scala locale, senza una loro valutazione di efficacia di tipo sistemico.
Il PNIISSI, invece, punta ad un maggiore coordinamento fra i vari settori (agricolo, idropotabile, industriale, etc) al fine di affrontare il tema delle grandi infrastrutture idriche nazionali, sia in termini di nuove opere che di salvaguardia del patrimonio esistente, con visione coordinata, finanziamenti adeguati agli obiettivi strategici da perseguire e regole certe e condivise per l’individuazione delle priorità, nel rispetto di un governo unitario della risorsa idrica, tesa a regolamentare i trasferimenti di risorsa sulla base dei fabbisogni idrici e delle disponibilità delle singole regioni.
Ebbene alla luce di ciò, nel 2023 il MIT ha lanciato un bando rivolto a Regioni, province e Enti di governo d’Ambito interessati ad inserire i propri progetti/investimenti all’interno del PNIISSI. Il risultato è stato l’invio di 562 proposte, di cui 521 dichiarate ammissibili per un importo di circa 12 miliardi di euro. Dalla loro classificazione in 4 classi (A, B, C e D) è scaturita la proposta di PNIISSI, la cui attuazione è prevista per stralci successivi in funzione delle risorse finanziarie progressivamente disponibili.
Il primo stralcio di opere del PNIISSI
In tale contesto, il 25 marzo il MIT ha comunicato il via libera al primo stralcio della programmazione di interventi previsti dal Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI).
Operazioni che coinvolgono 19 regioni, per un importo della realizzazione dei lavori che supera i 917 milioni di euro, mentre l’importo della progettazione è pari a circa 36 milioni di euro, per un finanziamento totale di oltre 954 milioni di euro.
Per maggiori informazioni, consulta il PNIISSI - GURI n. 302 del 27.12.2024
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