Legge di Bilancio 2025, via libera della Camera alla fiducia. Ecco cosa prevede
Con 211 voti positivi e 117 contrari, la Camera dei deputati ha votato la fiducia, posta dal governo, sulla legge di bilancio 2025. Il testo conferma la sua impostazione iniziale di sostegno ai redditi medi e bassi, con alcune novità importanti però anche sul fronte delle imprese, a cominciare dalle modifiche a Transizione 5.0.
Le misure per le imprese nella Legge di bilancio 2025
La Legge di bilancio 2025, da circa 30 miliardi, è composta infatti per due terzi dalla stabilizzazione per i prossimi cinque anni del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e per il passaggio a tre aliquote IRPEF. Due provvedimenti che da soli cubano circa 18 miliardi. A questi si aggiungono poi gli interventi a sostegno delle famiglie e della natalità per contrastare l'inverno demografico. Misure che complessivamente dovrebbero generare anche la ripresa dei consumi che, nonostante il calo dell'inflazione e l'aumento dell'occupazione, continuano a ristagnare, complice - come spiegato dal ministro Giorgetti - anche un quadro internazionale caratterizzato da incertezza che ha aumentato la propensione al risparmio delle famiglie a scapito dei consumi.
Tra le novità arrivate durante il passaggio in Commissione Bilancio della Camera si segnalano anzitutto le modifiche al credito d’imposta Transizione 5.0. Novità attese da mesi dalle imprese, che finora sono state poco propense ad utilizzare la misura PNRR da 6,3 miliardi che sostiene gli investimenti digitali e green. Tra le altre misure che interessano il mondo produttivo figura il ripristino parziale della dotazione del Fondo automotive (che nella versione iniziale della Manovra era stato pesantemente decurtato), anche alla luce del negoziato con Stellantis con cui il MIMIT ha annunciato il varo del “Piano Italia” che conferma l’impegno del Gruppo nelle fabbriche italiane.
Complessivamente il testo continua ad essere caratterizzato da prudenza e realismo, per usare le parole ripetute più volte dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Il ritorno in auge del Patto di stabilità impegna il nostro Paese (ma anche molti altri) ad avviare un rigoroso percorso di rientro del debito pubblico, da attuarsi nel giro di sette anni, così come indicato nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB) di Medio Termine, dentro uno scenario macroeconomico che in queste settimane ha visto il taglio delle stime sulla crescita del Pil 2024, con l’ISTAT che parla di un +0,5%, rispetto all'1% segnato dal governo nel Def.
Ecco dunque cosa prevede la Legge di bilancio 2025.
Le misure per le imprese nella Manovra 2025
In attesa della pubblicazione del testo consolidato della Legge di bilancio 2025, dopo il via libera della Commissione Bilancio, la versione in uscita dala Camera conferma che una delle novità più importanti per il mondo delle imprese è senza dubbio l’emendamento che semplifica e potenzia il credito d’imposta Transizione 5.0. Un intervento che opera su scaglioni, cumulabilità con altri incentivi, semplificazioni per il calcolo del risparmio dei consumi energetici e maggiorazioni per il fotovoltaico, con l'obiettivo finale di rendere più facile ed appetibile una misura da 6,3 miliardi attivatasi ad agosto e che, ancora la scorsa settimana, aveva assistito a richieste per soli 200 milioni di euro.
Oltre che operare su Transizione 5.0, la Commissione Bilancio ha messo mano anche al bonus Industria 4.0, operando di fatto una sterilizzazione di un incentivo che in questi anni, complice anche l’assenza di un tetto di spesa, ha generato richieste per 29 miliardi di euro, con la necessità di ripetute iniezioni di risorse, l’ultima delle quali (da 4,69 miliardi) arrivata qualche settimana fa con il DL Fiscale. In tale contesto, dal 2025 il credito d’imposta smetterà di incentivare gli investimenti in beni immateriali e, soprattutto, prevederà per la prima volta un tetto di spesa annuale, quantificato in 2,2 miliardi per il prossimo anno.
La manovra estende inoltre per tutto il 2025 la disciplina transitoria del Fondo di garanzia PMI, introdotta in deroga dalla disciplina ordinaria con il DL Anticipi, riducendo però al 50% per tutte le MPMI la copertura per i finanziamenti per esigenze di liquidità. Inoltre la legge di bilancio ammette per tutto il prossimo anno alla garanzia del Fondo sia le piccole e medie imprese che le mid cap, previo via libera di Bruxelles.
Per le imprese la Legge di bilancio 2025 prevede anche la proroga al 2025 del credito d’imposta ZES Sud, il tax credit che sostiene l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nella ZES Unica. Grazie ad uno stanziamento di 2,2 miliardi, la Manovra ha infatti prorogato l'incentivo, continuando a prevedere la doppia comunicazione all’Agenzia delle entrate: quella preventiva relativa all’ammontare degli investimenti che si intende effettuare e quella integrativa sugli investimenti effettivamente realizzati. Ad essere agevolabili saranno, nello specifico, gli investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2025.
La Manovra 2025 stanzia, inoltre, 1,7 miliardi da qui al 2029 per la Nuova Sabatini, l'agevolazione gestita dal MIMIT che sostiene l’accesso al credito delle imprese per investimenti in macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
Tra le altre misure per le imprese previste dalla legge di bilancio 2025, si cita quella in materia di riversamento del credito di imposta in ricerca e sviluppo. La Manovra prevede, infatti, un contributo in conto capitale - commisurato in termini percentuali a quanto riversato - a vantaggio di coloro che hanno aderito alla procedura di riversamento dell’importo entro il 31 ottobre 2024.
La Manovra ha previsto anche la proroga fino al 2027 del bonus IPO per la quotazione delle PMI, nonchè il finanziamento per il biennio 2027-2028 dei centri di ricerca e partenariati estesi finanziati dal PNRR ma che non sono ancora in grado di camminare con le proprie gambe, dal punto di vista dell'autonomia finanziaria.
Rispetto al testo originario approvato dal Governo, la nuova versione della manovra prevede una mini decontribuzione Sud: l'aliquota dello sgravio contributivo scende dal 30% al 25% nel 2025, con un progressivo decalage fino al 15% del 2029. A disposizione risorse per oltre 7 miliardi di euro, che quindi fanno saltare il Fondo da oltre 9 miliardi per il finanziamento di interventi volti a ridurre il divario occupazionale e sostenere lo sviluppo dell’attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate del Paese, previsto inizialmente dall'Esecutivo.
Tra le altre novità arrivate durante il passaggio alla Camera, figura l’emendamento sull’IRES premiale per le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili per investirne almeno il 30% in beni strumentali 4.0 materiali e immateriali (macchinari, impianti, software ecc.). Per loro è infatti prevista una riduzione del 4% dell’IRES, l’imposta sul reddito delle società, la cui aliquota scenderà dal 24% al 20% a condizione di mantenere o aumentare il numero di lavoratori occupati.
Infine, per sostenere l'avvio di nuove imprese commerciali e artigiane, la legge di Bilancio introduce un esonero contributivo per i nuovi artigiani e commercianti che si iscrivono per la prima volta nel corso del 2025 alle relative gestioni previdenziali e che percepiscono redditi d'impresa anche in regime forfettario.
Le misure per le famiglie della Manovra 2025
Gli interventi a sostegno della natalità si giocano per lo più su una serie di bonus e sull’estensione fino a tre mesi (uno in più rispetto ad oggi) del congedo parentale retribuito all'80%, fruibile fino al sesto anno di vita del bambino.
Previsto poi il bonus bebè (o bonus nuove nascite), una misura volta ad incentivare la natalità, prevedendo un contributo una tantum di 1.000 euro per ogni figlio (nato o adottato) dal 1° gennaio 2025. Si tratta di un bonus che non concorre alla formazione del reddito complessivo.
La Manovra 2025, inoltre, prevede l’esclusione del bonus nido dal calcolo per la determinazione dell’indicatore ISEE in relazione all'Assegno Unico ed estende le misure di supporto al pagamento di rette degli asili nido anche alle famiglie con un solo figlio.
In materia contributiva, invece, la Manovra stanzia 300 milioni di euro l’anno per un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico del lavoratore, per le lavoratrici dipendenti (a esclusione dei rapporti di lavoro domestico) e autonome (che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario), madri di due o più figli. L’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Tra gli altri interventi a sostegno delle famiglie si cita anche il rifinanziamento con 670 milioni, da qui al 2027, del Fondo di garanzia per la prima casa, per quanto concerne i mutui. Nella manovra torna inoltre la “Carta Dedicata a te”, rifinanziata per il 2025 con ulteriori 500 milioni. Nuova liquidità anche per il bonus psicologo, mentre nasce un nuovo Fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore delle studentesse e degli studenti.
Viene istituito anche un nuovo strumento: il Fondo Dote per la famiglia. Una misura da 30 milioni di euro volta a sostenere la genitorialità e le attività sportive e ricreative effettuate in periodi extra scolastiche. Previsto un contributo alle famiglie con ISEE inferiore a 15mila euro per sostenere l'iscrizione dei propri figli - di età compresa tra i 6 e i 14 anni di età - ad attività sportive o ricreative quando la scuola è chiusa.
La legge di Bilancio interviene anche in ambito sociale. Tra le misure più rilevanti c'è l'istituzione di un fondo per l’erogazione di contributi a sostegno di enti, organismi e associazioni operanti in favore delle persone con disabilità, con una dotazione per di 1,5 milioni di euro per il 2025. Infine, vengono dati ulteriori dettagli in merito alla destinazione delle risorse Fondo per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare.
Focus particolare sul sostegno ai minori con la nascita di due nuovi strumenti:
- Fondo per le spese sostenute dai comuni per l’assistenza ai minori per i quali sia stato disposto l'allontanamento dalla casa familiare con provvedimento dell’autorità giudiziaria, con uno stanziamento di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027;
- Fondo per il potenziamento dei percorsi di rieducazione per i minori a rischio di devianza, che potrà contare su 500 mila euro per il 2025, un milione per il 2026 e 2 milioni per il 2027.
Infine, viene istituito un fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno, per rafforzare l’offerta dei servizi sociali nei Comuni che presentino determinati requisiti. A disposizione 5 milioni euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026.
Per maggiori informazioni: Guida alle misure per le famiglie previste nella Manovra 2025
Sgravi contributivi e maxi deduzione per sostenere l'occupazione: il lavoro nella Manovra 2025
Oltre alla già citata mini decontribuzione Sud, cioé i nuovi sgravi contributivi per le PMI che occupano lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, la manovra proroga, per i tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2024, la maxi deduzione per le nuove assunzioni di dipendenti con contratto a tempo indeterminato a favore dei titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni.
La manovra stanzia inoltre nuove risorse per gli incentivi per le assunzioni 2025, in particolare:
- esonero contributivo per l'assunzione di giovani under 35, o Bonus giovani;
- esonero contributivo per l'assunzione di donne svantaggiate, o Bonus donne;
- esonero contributivo per l'assunzione di lavoratori nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno, o bonus Zes unica.
Nella Legge di bilancio 2025 vengono poi confermati il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 40.000 euro, la riduzione Irpef con tre aliquote e la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività. Quanto ai fringe benefit, la Manovra li estende anche alle somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per l’affitto dei dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025, entro il limite complessivo di 5.000 euro annui. Inoltre, si prevede un Fondo per il finanziamento delle partecipazioni dei lavoratori alla gestione e ai risultati di impresa, con una dotazione di 70 milioni di euro per il 2025 e di 2 milioni di euro per il 2026.
Presenti anche una serie di stanziamenti per il finanziamento di ammortizzatori sociali, mentre in materia di pensioni, dalla Manovra 2025 arriva la conferma delle forme di flessibilità in uscita già previste, cioé Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, insieme all’indicizzazione delle pensioni. La legge di Bilancio stanzia anche risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con riferimento al triennio 2025-2027, e per i contratti nella sanità.
Manovra 2025: le novità sui bonus edilizi
Al centro delle misure previste dalla Manovra 2025 in ambito energetico, vi sono tre temi principali: i bonus edilizi, le colonnine per la ricarica elettrica e lo stop ai bonus per le caldaie a gas (in linea con quanto previsto dalla “Direttiva case Green” europea).
Anzitutto, in tema bonus edilizi, la nuova legge di bilancio proroga per un altro anno il bonus ristrutturazioni al 50% (con limite di spesa di 96mila euro), ma solo per le prime case e per chi ne abbia il “reale godimento”, escludendo nude proprietà e locazioni. Il bonus scenderà poi nei due anni successivi al 36%, fino al 2027, con lo stesso tetto di spesa. Già dal 2025, invece, per le seconde case l’aliquota si attesta al 36%, per poi scendere al 30% negli anni seguenti.
Rimodulati l’ecobonus, il Sismabonus e il Superbonus. Per l’ecobonus viene mantenuta la differenza tra prima casa e altre abitazioni, con aliquote rispettivamente del 50% e del 36%, che scenderanno nel 2026 e 2027 al 36% e 30%. Stesso discorso vale anche per gli interventi necessari a ridurre il rischio sismico. Per il Superbonus, invece, la Manovra prevede che la detrazione al 65% spetti solo a chi, entro il 15 ottobre 2024, abbia presentato la Cila (comunicazione di inizio lavori) asseverata per interventi diversi da quelli condominiali. Per le parti in comune, invece, sarà necessario avere adottato la delibera condominiale.
Per quanto riguarda le caldaie autonome a combustibili fossili, al fine di non creare un disallineamento con la normativa europea, il Governo ha dovuto modificare gli articoli relativi alle caldaie a gas, eliminando le agevolazioni previste per il settore.
Per approfondire: Legge Bilancio 2025: cosa cambia per i bonus edilizi
La legge di bilancio 2025 introduce anche un nuovo bonus, quello destinato all’acquisto dei grandi elettrodomestici, con una spesa prevista di 50 milioni. Il bonus potrà avere un valore massimo di 100 euro a famiglia (200 con Isee sotto i 25mila euro annui) e potrà essere cumulato con il bonus mobili, che viene confermato anche nel 2025, con detrazione del 50% e tetto di spesa di 5mila euro.
Per approfondire: Manovra, in arrivo il bonus elettrodomestici 2025
Infine, tra le novità in ambito energetico portate dalla Manovra 2025, figura l’introduzione di piani straordinari di investimento pluriennali per le colonnine per la ricarica elettrica. L’iniziativa del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) vedrà un decreto ad hoc entro 180 giorni dall’approvazione della legge di bilancio che stabilirà i termini e le modalità di presentazione del piano. L’obiettivo della misura è di migliorare la sicurezza, l’affidabilità e l’efficienza della rete di distribuzione di energia elettrica, nonché di proteggere la rete dagli eventi meteorologici estremi.
Per approfondire: Manovra 2025, c'è uno sprint per i piani di ricarica elettrica
Dai contributi per le scuole al Fondo per l'editoria: le misure per istruzione e cultura
Pur in formato ridotto rispetto alle manovre passate, anche nella legge di Bilancio 2025 trova spazio un ventaglio di misure per il comparto istruzione e per quello cultura.
Partendo dal primo, viene istituito un fondo per la valorizzazione del sistema scolastico, con un budget di 122 milioni di euro per il 2025, 189 milioni di euro per l’anno successivo e 75 milioni di euro annui a decorrere dal 2027. Parallelamente, si agisce sul Fondo per la promozione dei campus della filiera formativa tecnologico-professionale, incrementandone la dotazione per il 2026 (con un extra rispetto al quadro vigente pari a 15 milioni di euro) e prevedendo che tali risorse siano utilizzate non solo per la progettazione, ma anche per la realizzazione degli interventi infrastrutturali correlati agli accordi istitutivi dei campus. Crescono anche le risorse per erogare contributi in favore delle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità, con un incremento di 50 milioni di euro per il 2025 e 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2026.
A proposito di cultura, invece, tra le misure più rilevanti emerge il rifinanziamento del Fondo unico per il pluralismo e l'innovazione digitale dell'informazione e dell'editoria. In particolare, considerando gli effetti economici derivanti dall'eccezionale incremento dei costi di produzione e al fine di sostenere la domanda di informazione, lo strumento può godere di un extra pari a 50 milioni di euro per il 2025.
A questo intervento si affiancano i rifinanziamenti di fondi esistenti che riguardano vari settori, dagli spettacoli dal vivo alla fotografia, fino ai beni culturali. Rivista e modificata in più punti la norma sul tax credit cinema.