Le nuove Linee guida per gli investimenti dell’EIC Fund
L’EIC Fund ha aggiornato le proprie Linee guida per gli investimenti, introducendo o modificando aspetti come gli scenari di investimento, le clausole sugli investimenti o le modalità di exit. L’obiettivo è offrire maggiore chiarezza sul funzionamento del Fondo da 10 miliardi di euro che gestisce gli investimenti in equity previsti nell’ambito dell’EIC Accelerator.
Guida allo European Innovation Council
Istituito dalla Commissione UE e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) nel 2020, l’EIC Fund investe infatti in quelle PMI e startup che, avendo il potenziale per rivoluzionare il proprio mercato (o addirittura di crearne uno nuovo), hanno superato l’elitaria selezione dell’EIC Accelerator ma che allo stato attuale, essendo progetti ancora ad alto rischio, continuano a non essere sufficientemente attraenti per gli investitori.
L’aggiornamento delle Linee guida sugli investimenti dell’EIC Fund costituisce una novità rilevante sia per i beneficiari (attuali o futuri) sia per i co-investitori (Fondi di venture capital, business angel, etc).
Le Linee guida, infatti, normano in dettaglio il processo di investimento dell’EIC Fund dalla sua genesi alle modalità di exit. Rispetto alla versione precedente, le nuove Linee guida prevedono, tra l’altro: una definizione aggiornata di investitore qualificato; una descrizione aggiornata dei possibili scenari di investimento; nuove clausole relative agli investimenti successivi e alle uscite dell’EIC Fund.
Che cos’è l’EIC Fund
Lanciato per la prima volta nella fase finale del settennato 2014-2020 come progetto pilota, con la nuova programmazione europea l’EIC Fund è entrato a pieno titolo nel meccanismo di funzionamento dello European Innovation Council (EIC), collocandosi nello specifico nell'ambito dell’EIC Accelerator: lo strumento che supporta le fasi finali dello sviluppo tecnologico di una impresa deep tech e le sue attività di scale-up.
A differenza degli altri due strumenti che costituiscono l’EIC (il Pathfinder e il Transition) - che operano a favore di innovazioni che si trovano negli stadi iniziali o intermedi di maturità tecnologica (TRL 1-5) e che prevedono solo sostegni in forma di contributo - l’EIC Accelerator si concentra su TRL più avanzati (TRL 5-8), affiancando alle sovvenzioni a fondo perduto anche strumenti di equity e quasi equity (questi ultimi per TRL 9).
E’ qui che entra in campo l’EIC Fund che, giocando in tandem con l’EIC Accelerator, fornisce quel sostegno economico (sotto forma di investimenti diretti nell’azienda) che permette a tali realtà imprenditoriali di compiere l’ultimo miglio del proprio percorso di crescita, raggiungendo quel livello di maturità tecnologica pari a TRL 9 che prevede una dimostrazione completa del sistema in ambiente operativo reale (prova funzionale con tecnologie abilitanti ed applicazione al settore industriale specifico).
Più nello specifico, il gioco di squadra tra l’EIC Accelerator e l’EIC Fund permette alle imprese di decidere se optare per un sostegno misto nella forma di blended finance (contributo a fondo perduto + equity), oppure se richiedere solo un contributo a fondo perduto (grant, in inglese).
Nel primo caso (blended finance) il supporto prevede un grant fino a 2,5 milioni di euro (con cui le imprese potranno finanziare attività di innovazione nella fascia di TRL 5-8) a cui si aggiunge una componente di investimento (gestita appunto dall' EIC Fund), sotto forma di direct equity o quasi-equity - che può arrivare fino a 15 milioni di euro - con cui raggiungere il TRL 9.
Nel secondo caso invece l’impresa può decidere di richiedere solo un contributo a fondo perduto (sempre fino a 2,5 milioni di euro) per sostenere i costi legati alle attività TRL 5-8, decidendo di non ricorrere all’EIC per percorrere l’ultimo miglio. Vale la pena sottolineare che in questo secondo caso i grant possono essere di due tipologie:
- il c.d. “grant only”, per quelle imprese che sanno già che non vorranno ricorrere alla componente “investimento” fornita dall’EIC Fund per la copertura dei costi di realizzazione delle attività tipiche del TRL 9;
- il c.d. “grant first” che invece è adatto a quelle imprese che non sanno ancora se, una volta raggiunto il TRL 8 grazie al contributo a fondo perduto dell’EIC Accelerator, avranno bisogno o meno della componente “investimento” dell’EIC Fund per raggiungere un TRL 9.
A queste forme di sostegno si aggiunge infine quella che prevede solo la componente di investimento e che può essere richiesta esclusivamente da mid-cap che abbiano già ricevuto un “grant only”.
Per approfondire: Guida ai fondi europei dell'EIC Accelerator per startup e PMI innovative
Le nuove linee guida sugli investimenti dell’EIC Fund
In tale contesto, a fine aprile Bruxelles ha pubblicato la versione aggiornata delle Linee guida sugli investimenti dell’EIC Fund, un documento essenziale che spiega nel dettaglio l’operatività del Fondo, sia per quanto concerne le imprese beneficiarie, sia i co-investitori.
Come già accennato, il Fondo mira a colmare una lacuna finanziaria persistente e critica nel mercato europeo del trasferimento tecnologico che, nonostante la presenza di importi significativi di sovvenzioni a progetti di ricerca e innovazione, vede ancora un numero ridotto di operazioni che successivamente riescono ad attrarre investimenti e raggiungere le fasi di commercializzazione e scale-up. Per invertire tale trend, l’EIC Fund opera come investitore in tali realtà imprenditoriali, con strumenti di equity o quasi-equitiy.
La componente di investimento è stabilita caso per caso e può assumere forme diverse. Può consistere in strumenti convertibili (vale a dire prestiti/obbligazioni/note e altri strumenti simili come diritti di partecipazione e SAFE), una combinazione di tali strumenti quasi-equity e capitale diretto, o capitale diretto. Inoltre in alcuni casi, anche in relazione agli interessi europei in aree strategiche, l’EIC Fund può effettuare anche acquisti di azioni secondarie.
Quanto agli importi, l'investimento è in genere compreso tra 500mila e 15 milioni di euro, anche se in determinati casi può essere superiore.
Inoltre vale la pena sottolineare che, laddove l’EIC Fund fornisca capitale equity o quasi-equity, il Fondo mirerà a quote di proprietà di minoranza (in genere comprese il 10% e il 20%). Tuttavia non si esclude la possibilità di acquisto anche di una quota di blocco (tramite quota di minoranza o di maggioranza proprietà) nel caso la finalità sia quella di tutelare gli interessi europei in determinate aree strategiche.
E’ importante sottolineare anche un altro aspetto. I beneficiari selezionati dell’EIC non solo hanno il diritto, ma sono addirittura incoraggiati, a cercare ulteriori investitori, facendo perno proprio sul sostegno fornito dall’EIC. A seconda della fase dell’operazione e della sua natura, le Linee guida includono nella lista dei potenziali co-investitori soggetti come i business angels, i fondi di venture capital, i fondi di investimento a impatto, i fondi di debito di rischio, banche o altri ancora.
Per concludere la panoramica sull’EIC Fund vale la pena sottolineare che le Linee guida normano anche le strategie di uscita dell’EIC Fund. In generale il Fondo investirà capitale paziente, con una prospettiva media lunga di rendimento dell'investimento (da sette a dieci anni, con un massimo di 15 anni). Anche in questo caso però le decisioni saranno adottate caso per caso, anche per quanto concerne le strategie di exit che possono includere: IPO, acquisizioni da parte del management, vendite secondarie o liquidazioni. In tutti i casi, le Linee guida raccomandano che il processo di uscita sia guidato il più possibile dai coinvestitori.
Consulta le Linee guida 2024 sugli investimenti dell'EIC Fund