Dazi green e tassazione multinazionali: 17 miliardi l'anno per il bilancio UE
La plenaria del Parlamento europeo ha approvato, con 440 voti a favore, 117 contrari e 77 astensioni, la relazione sulla proposta presentata dalla Commissione UE nel dicembre 2021 per l'introduzione di una nuova generazione di risorse proprie.
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Con il voto del 23 novembre, gli eurodeputati hanno compiuto un passo importante verso l'attuazione dell'emendamento alla decisione sulle risorse proprie che, una volta adottato dal Consiglio e ratificato da tutti gli Stati membri, permetterà di introdurre tre nuove fonti di entrate per il bilancio pluriennale dell'UE. Si tratta delle entrate derivanti dal sistema di scambio delle quote di emissione (ETS), delle risorse generate dal nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'UE (CBAM) e di una quota degli utili delle multinazionali che, in base all'accordo OCSE/G20 sulla ridistribuzione parziale dei diritti di imposizione, sarà riassegnata agli Stati membri.
Una volta a regime, negli anni 2026-2030, queste nuove risorse proprie dovrebbero generare mediamente fino a 17 miliardi di euro annui a favore del bilancio dell'Unione.
Un sostegno fondamentale al pacchetto Fit for 55, che concretizza anche il finanziamento del Fondo sociale per il clima e mira a garantire che la prossima generazione riceva effettivamente i vantaggi di Next Generation EU, aveva commentato il commissario per il Bilancio, Johannes Hahn, presentando la sua proposta nel dicembre 2021.
Le risorse che la Commissione UE ha preso in prestito sui mercati finanziari per finanziare i PNRR degli Stati membri devono infatti essere rimborsate attraverso il bilancio dell'Unione europea entro il 2058. “Ma non possiamo gravare sulle prossime generazioni, nè possiamo tagliare i prossimi programmi dell'UE e il costo per ripagare il debito dopo il 2027 è alto: oltre 15 miliardi di euro all'anno”, ha spiegato il co-relatore José Manuel Fernandes (PPE) dopo il voto della plenaria. “Da qui la crescente importanza di nuove entrate per ripagare il debito e affrontare nuove sfide attraverso progetti comuni”.
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La risorsa propria basata sullo scambio delle quote di emissione
Nel quadro del pacchetto Fit for 55, che mira a una riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra nell'UE di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, il sistema per lo scambio delle quote di emissioni è stato rivisto, allargandolo al settore marittimo, aumentendo le aste delle quote per l'aviazione e prevedendo l'istituzione di un nuovo sistema per gli edifici e il trasporto su strada.
Dentro questo contesto, la proposta della Commissione per una risorsa propria basata sul sistema ETS prevede che una quota pari al 25% delle entrate derivanti dalle aste, oggi principalmente trasferite ai bilanci nazionali, sia versata al bilancio dell'UE. Queste entrate, a regime pari a circa 12 miliardi all'anno in media nel periodo 2026-2030 (9 miliardi di euro in media nel periodo 2023-2030), dovrebbero contribuire al rimborso degli importi raccolti dall'UE per finanziare le sovvenzioni a fondo perduto di NGEU e al finanziamento del Fondo sociale per il clima presentato dalla Commissione nel luglio 2021.
Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere
Attraverso il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere si punta invece a ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio incentivando i produttori di paesi terzi a migliorare le caratteristiche ecologiche dei loro processi di produzione. In pratica, le importazioni in alcuni settori selezionati saranno soggette al pagamento di un "prezzo" per il carbonio, corrispondente a quello che sarebbe stato dovuto se esse fossero state prodotte nell'UE.
La risorsa propria proposta dalla Commissione sarebbe alimentata dal 75% delle entrate generate dal meccanismo, per un valore stimato di circa 1 miliardo di euro all'anno in media nel periodo 2026-2030 (0,5 miliardi in media nel periodo 2023-2030).
Nuove entrate dalla tassazione delle multinazionali
L'ultima risorsa propria proposta da Bruxelles è collegata all'accordo raggiunto l'8 ottobre scorso da oltre 130 paesi membri dell'OCSE e del G20 sul quadro inclusivo sull'erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili (BEPS), che prospetta una riforma del regime fiscale internazionale volta a combattere l'elusione e a garantire che gli utili siano soggetti a tassazione nei paesi in cui si svolgono le attività economiche e avviene la creazione di valore.
La riforma si articola in due pilastri, di cui il primo pilastro prevede la redistribuzione tra i paesi partecipanti nel mondo del diritto di tassare una quota dei cosiddetti utili residui delle più grandi imprese multinazionali a livello mondiale. L'idea di Bruxelles è di destinare al bilancio UE il 15% della quota riassegnata agli Stati membri degli utili residui delle imprese che rientrano nel campo di applicazione.
In attesa della finalizzazione del quadro inclusivo dell'OCSE e del G20, le entrate a favore del FQP potrebbero essere comprese tra 2,5 e 4 miliardi di euro all'anno.
Prossimi passi
L'attuazione di questo pacchetto passa per un complesso iter legislativo, che prevede la modifica della decisione sulle risorse proprie, in modo da aggiungere le nuove entrate alle risorse esistenti, e un intervento sul regolamento del Quadro finanziario pluriennale per introdurre la possibilità di avviare il rimborso dei prestiti assunti per Next Generation EU già nel corso dell'attuale QFP e per aumentare i massimali di spesa per il periodo 2025-2027 per tenere conto delle spese aggiuntive connesse al Fondo sociale per il clima.
Nel primo caso, oltre all'approvazione all'unanimità da parte del Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo, serve la ratifica da parte di tutti gli Stati membri in conformità alle rispettive norme costituzionali; nel caso del regolamento QFP all'unanimità dal Consiglio deve aggiungersi l'approvazione del Parlamento europeo.
Con il voto della plenaria del 23 novembre, il Parlamento europeo ha sollecitato il Consiglio ad adottare rapidamente questa decisione e a garantire l'introduzione tempestiva delle tre nuove risorse proprie. La Commissione UE da parte sua, secondo gli eurodeputati, dovrebbe essere pronta ad adottare ulteriori azioni tempestive nel caso in cui le risorse proprie proposte non venissero adottate oppure laddove non generassero il livello di entrate.
Un secondo pacchetto di nuove risorse proprie, inoltre, dovrebbe essere presentato dalla Commissione entro la fine del 2023. Al suo interno dovrebbero figurare un'imposta sulle transazioni finanziarie e una risorsa propria legata alla tassazione delle delle imprese.