Come cambia il PNRR: inviati a Bruxelles le proposte di modifica al Piano e il capitolo REPowerEU
Inviata alla Commissione europea la proposta di revisione del PNRR con l'aggiunta del capitolo REPowerEU. Cambia la vita di 144 misure PNRR, di cui 9 investimenti cancellati. Ma, assicura il Governo, non viene ridotta la portata economica del PNRR e l’intento, rispetto alle 9 misure oggetto di definanziamento, è comunque di salvaguardarne la realizzazione spostandole su altre fonti di finanziamento, come il Fondo Complementare al PNRR e le Politiche di Coesione.
Cosa prevede il capitolo REPowerEU
L’attesa modifica del PNRR è arrivata. O meglio, è arrivata la proposta del Governo italiano, presentata dal ministro responsabile del Piano Raffaele Fitto a valle della cabina di regia sul Piano del 27 luglio. Proposta inviata il 7 agosto alla Commissione europea.
Nel mirino della rimodulazione complessiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza finiscono 144 obiettivi sui 349 complessivi. Si tratta di misure la cui gittata, in termini temporali, arriva al 2026, anno di scadenza naturale del Piano.
Le modifiche al PNRR
Si tratta, dicevamo, di 144 investimenti e riforme. Le richieste di modifica, specifica una nota del dipartimento Politiche europee, possono essere distinte in tre categorie.
La prima categoria riguarda modifiche formali relative alla descrizione delle misure e soprattutto ai meccanismi di verifica. Si tratta quindi di modifiche non sostanziali, che non dovrebbero intaccare gli obiettivi generali dei singoli progetti ma la loro realizzazione con l’obiettivo di renderne più agevole la rendicontazione. Modifiche che, di fatto, riprendono quanto già fatto per le richieste della terza e quarta rata, quest’ultima accompagnata dalla richiesta di rivedere 10 obiettivi fissati per il 2023.
C’è poi una seconda categoria di modifiche: di fronte a forti criticità o all’impossibilità di raggiungere alcuni obiettivi e target fisici, questa seconda tipologia di riprogrammazione riguarda interventi di natura settoriale.
L'Alta velocità, ad esempio, che in fase di attuazione ha fatto emergere criticità archeologiche, geologiche e di natura autorizzativa che impediscono il rispetto dei tempi previsti.
Lo stesso si dica per le misure legate alla transizione digitale, incluse in buona parte nella prima mission del Piano: a fronte di alcune criticità, si legge nella nota del Governo, si propone il rafforzamento degli interventi attraverso l'impiego delle economie maturate in sede di gara, in un’ottica di rafforzamento delle misure esistenti.
Ultima, ma non ultima in termini di importanza, è la terza categoria di modifiche che si esplicita nella proposta di definanziare alcune misure (9 per la precisione). Ma, garantisce Palazzo Chigi, queste misure migreranno dal PNRR ad altre fonti di finanziamento come il Piano nazionale Complementare al PNRR e le politiche di coesione, sia quella europea, che si chiude al 31 dicembre 2029, che quella nazionale finanziata dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), che non ha scadenza.
Le 9 misure eliminate dal PNRR
Vediamo allora quali sono queste 9 misure.
Se nella nota del Dipartimento Politiche europee si parla di “definanziamento” e si rimanda alla loro realizzazione tramite il meccanismo dei vasi comunicanti (quindi lo spostamento dei progetti su altri fondi), nel documento sulla revisione del PNRR si parla apertamente di “elenco misure da eliminare dal PNRR”.
In buona parte si tratta di misure che riguardano i Comuni. Ecco quali sono:
- Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi);
- Progetti di rigenerazione urbana (3,3 miliardi);
- Piani urbani integrati (2,49 miliardi);
- Misure per ridurre il rischio idrogeologico e il rischio alluvione (1,28 miliardi);
- Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate (si tratta del miliardo destinato all’impianto Ilva a Taranto per il “preridotto”, come avevamo anticipato in questo articolo);
- Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne (724 milioni);
- Promozione impianti energetici innovativi, offshore incluso (675 milioni);
- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni);
- Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (110 milioni).
Non si tratta ancora di un quadro definitivo, come spiega il Governo. Del resto, il documento “rappresenta il punto di avvio del processo di confronto con la Commissione europea che si concluderà dopo un approfondito esame istruttorio in ordine all’ammissibilità delle singole proposte”.
Che fine fanno questi 15,9 miliardi liberati con l'esclusione dal PNRR di queste 9 misure? Finiranno, come indicato sempre nel documento, per finanziare i progetti energetici del capitolo REPowerEU.
Gli asili nido nel nuovo PNRR
La revisione del Piano porta con sé anche l'atteso rafforzamento della misura Asili nido, finora penalizzata dall’aumento dei costi delle materie prime e da una serie di criticità emerse nel corso dei mesi passati. Come avevamo già anticipato in questo articolo, il Governo intende pubblicare un nuovo bando per centrare il target finale.