Professionisti: poca mobilita' in Italia e in Europa

Mobilità professionistiI professionisti italiani sono poco propensi a spostarsi in Europa. Lo rivela il Rapporto 2018 realizzato dall'Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni.

Confprofessioni: Italia prima in Europa per numero di professionisti 

L'Osservatorio di Confprofessioni ha pubblicato il Rapporto 2018 sulle libere professioni in Italia dal quale emerge la scarsa propensione non solo del nostro paese, ma anche dell'Europa, alla mobilità dei professionisti.

Tra il 1997 e il 2017, infatti, sono state poco più di 660mila le richieste di approvazione per l’esercizio della propria attività professionale in un altro paese europeo.

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Rapporto 2018 sulle libere professioni in Italia

Entrando nel dettaglio del Rapporto 2018, è la Germania il Paese in cui è più forte la domanda di mobilità internazionale dei professionisti, con circa 80mila richieste. Segue la Polonia, con poco più di 65mila domande e quindi la Spagna (quasi 56mila).

Le richieste dei liberi professionisti italiani sono state circa 39mila (poco più di 32mila quelle approvate): numeri che collocano il nostro Paese al quinto posto nella classifica della mobilità transnazionale delle libere professioni, sotto la media europea, e che conferma la bassa propensione dei professionisti italiani a spostarsi in Europa.

In generale, il Paese di destinazione più gettonato è il Regno Unito: 1/4 dei flussi in uscita è diretto oltremanica. Seguono, in termini di attrattività per i professionisti europei, Norvegia e Svizzera, che raccolgono rispettivamente il 14% e il 10% dei flussi in uscita.

L’Italia rappresenta una destinazione minore, ponendosi al nono posto, con una quota inferiore al 4%, mentre i professionisti italiani che decidono di stabilirsi in un altro Paese puntano sul Regno Unito e sulla Svizzera, mete preferite in particolare di medici, infermieri e specialisti della formazione.

"Siamo ancora lontani dalla realizzazione di un effettivo mercato europeo delle professioni. Il processo di armonizzazione avviato dall'Unione europea con la Direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali incontra ancora oggi parecchi ostacoli a livello dei Paesi membri e, in alcuni casi, delle stesse categorie professionali che troppo spesso si trovano di fronte al muro della burocrazia", ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Rapporto 2018 sulle libere professioni in Italia