Per la libertà d’impresa il governo è disposto a modificare la Costituzione
Ci sono dei temi nella politica Italiana che ritornano ciclicamente. E’ ora la volta delle liberalizzazioni, le stesse che che l’ultimo esecutivo di centro-sinistra fu ad un passo dall’attuare. Un progetto governativo sulla libertà d’impresa intende oggi procedere sui due binari paralleli, quello della legge costituzionale e quello della legge ordinaria. Ad invocare le liberalizzazioni per favorire la crescita di un paese praticamente fermo a quindici anni fa è Francesco Giavazzi in un fondo comparso il 14 giugno 2010 sul Corriere della Sera.
C’è poi chi, come l’ex premier Romano Prodi, chiede di liberalizzare sfidando le corporazioni piuttosto che modificando la Costituzione Italiana (nella fattispecie gli articoli 41 e 118). Di liberalizzazioni si è parlato più volte anche nel corso nel consueto appuntamento dei giovani di Confindustria nella cornice di Santa Margherita Ligure.
Liberalizzazioni sostenute non solo dalle “matricole” capeggiate da Federica Guidi, ma anche dal numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia, che dall’assemblea di Assolombarda non si è lasciata sfuggire una bordata alla maggioranza: “Il governo sulle liberalizzazioni sta facendo troppo poco: siamo in totale disaccordo e chiediamo al governo di cambiare rotta. Non ci devono essere tariffe minime per i professionisti, nè per nessuno, se uno è bravo, va sul mercato altrimenti sta a casa".
Di contro il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ha confermato che “sulla libertà d'impresa siamo pronti, il testo è già stato predisposto. Da tempo - dice il ministro leghista - ci stiamo lavorando con il ministro Tremonti, che sta combattendo insieme a me la battaglia per la semplificazione e ora, finalmente, si vedrà chi è a favore dello sviluppo del Paese e chi, viceversa, per interessi di bottega, di lobby o di potere, cerca di frenare le tante potenzialità delle tante braccia, del tanto ingegno e delle tante imprese del nostro Paese, che non aspettavano altro”.
Dal canto suo il Pd fa sapere di avere pronta una "lenzuolata" di liberalizzazioni e semplificazioni, che saranno trasformati in emendamenti alla manovra. I testi predisposti secondo le indicazioni del segretario Pier Luigi Bersani, riprendono molte delle proposte della cosiddetta Terza "lenzuolata" dell'allora ministro per lo sviluppo economico (non convertita in legge per la fine anticipata della scorsa legislatura) a cui si aggiungono altre semplificazioni e liberalizzazioni che riguardano l'intervento pubblico in alcuni settori economici. L’opposizione presenterà le proposte prima del Consiglio dei Ministri che, secondo quanto annunciato da Tremonti, affronterà il fantomatico piano sulle liberalizzazioni. Inoltre le proposte diverranno emendamenti alla manovra e saranno quindi depositati in Senato.
Bisogna ora capire se l’iter assai inusuale ipotizzato da Tremonti a Santa Margherita Ligure – “una legge ordinaria che verrebbe blindata dalla Costituzione, a sua volta riformata in tempo reale”. – possa essere realmente percorribile.