Finanziaria 2010: 854 milioni di euro per il credito d'imposta per la ricerca alle imprese

Piazza del Parlamento - Foto di FlickreviewRLa verità, vi prego, sulla Finanziaria. Doveva essere una versione light, niente più assalti alla diligenza, si era detto. E invece il testo che approderà il 9 dicembre nell’Aula di Montecitorio, su cui con tutta probabilità verrà posta la fiducia, risulta ampiamente “lievitato” rispetto a quello approvato dal Senato e alle aspettative iniziali del ministro Giulio Tremonti, sfiorando i 9 miliardi di euro per il prossimo anno. Nonostante Tremonti giudichi il risultato “un buon lavoro”, la legge si è di fatto appesantita:  l’impatto sull’indebitamento netto è di 8,884 miliardi per 2010; di 4,516 miliardi per il 2011 e di 3,548 miliardi per il 2012.

La grande vittoria del titolare del ministero di via XX Settembre è rappresentata dalla concretizzazione della Banca del Sud (seppur in forma ridotta in confronto alle attese del Tesoro) davanti a cui non ci sono più ostacoli. Il maxiemendamento presentato dal relatore della Finanziaria, Massimo Corsaro, in Commissione Bilancio alla Camera conferma le norme per la sua costituzione. Si istituisce così il Comitato promotore della Banca del Mezzogiorno spa, incaricato di individuare e selezionare i soci fondatori, diversi dallo Stato, tra istituti di credito operanti nel Mezzogiorno, imprenditori o associazioni di imprenditori, società a partecipazione pubblica. La Banca avrà il compito di sostenere progetti di investimento nel Sud Italia, promuovendo in particolare il credito alle Pmi anche con il supporto di intermediari finanziari.

Dal testo emerge inoltre una buona notizia per le imprese che fanno ricerca e innovazione, la cui dotazione per i crediti di imposta sale a 854 milioni nel 2010. La somma è stata aumentata di 200 milioni per il 2010, mentre, rispetto agli iniziali 65,4milioni, altri 200 sono previsti nel 2011.

Secondo Diana Bracco, vicepresidente di Confindustria “Questo è un primo segnale di attenzione che apprezziamo, tuttavia non possiamo non evidenziare che siamo ancora molto lontani dalla cifra da noi stimata in oltre 700 milioni necessaria a coprire il finanziamento dei progetti di ricerca presentati dalle imprese”. Per Bracco è dunque indispensabile "fare un ulteriore sforzo nel corso dell'iter parlamentare della Finanziaria. Va inoltre esclusa una revisione dei criteri di individuazione delle tipologie di interventi suscettibili di agevolazione, perché rischierebbe di snaturare completamente lo strumento del credito d'imposta”.

Previsto anche un bonus di 1.500 euro a favore delle aziende che assumeranno. Si tratta esclusivamente di imprese in regola con il versamento dei contributi previdenziali, con l'applicazione dei contratti collettivi di lavoro e con il rispetto delle norme sulla salute e sulla sicurezza. I settori interessati sono: costruzioni, commercio, industria tessile, lavorazione metalli e minerali non metalliferi, chimica, meccanica.

Non mancano, come sempre, le polemiche. Al voto finale in Commissione non ha partecipato l’opposizione, che aveva abbandonato i lavori poiché la maggioranza aveva deciso di non mettere in votazione tutti gli emendamenti presentati, blindando così il testo. Commenta così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani  “Siamo arrivati all'assurdo, si mette la fiducia anche sul voto in commissione: questa vicenda dimostra che non ci è data la possibilità di discutere dei problemi del Paese”. Il relatore alla Finanziaria Massimo Corsaro (Pdl) è invece convinto che non vi sia stato "alcun blitz con la presentazione all'ultimo minuto di argomenti non conosciuti" durante i lavori della commissione Bilancio così come invece sostengono Pd, Idv e Udc. "I deputati dell'opposizione, loro sì - dice Corsaro - hanno presentato all'ultimo momento una serie di emendamenti".

Restano fuori dalla Finanziaria gli incentivi destinati a “stimolare i consumi di prodotti legati all'efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di gas serra", come ha annunciato lo scorso 8 dicembre da Bruxelles il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che verranno inseririti in un apposito decreto da emanare nel gennaio 2010 (proprio come è accaduto con il primo decreto un anno fa).
(a cura di Alessandra Flora)