Nucleare e imprese: il ddl sviluppo verso l'approvazione definitiva

Binocolo ed EuroNon solo nucleare, ma anche un nuovo impulso all’internazionalizzazione delle imprese ed una maggiore tutela del marchio Made in Italy. Dopo aver incassato il sì di Palazzo Madama, il disegno di legge “sviluppo ed energia” fa ritorno all’altro ramo del Parlamento dove, con tutta probabilità, verrà approvato definitivamente prima dell’estate.

Il provvedimento, che ha subito alcune modifiche rispetto al testo votato a Monte Citorio, contiene le norme che consentono all’Italia di ritornare al nucleare, ma anche nuovi fondi per l'editoria e l'arrivo (senza retroattività) della class action. Tra le altre novità: misure per il mercato del gas, liberalizzazione delle ferrovie e degli aeroporti, lotta alla contraffazione del Made in Italy, agevolazioni per le reti di impresa, novità in tema di assicurazioni auto.

Delega del governo in materia di nucleare. Il governo potrà pilotare l'Italia nel ritorno al nucleare. Avrà sei mesi di tempo per localizzare i siti degli impianti per la produzione dell'energia nucleare, potrà definire i criteri per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, dovrà individuare le misure compensative per le popolazioni che saranno interessate dalle nuove strutture. Per la costruzione di centrali, è noto, saranno necessari anni. Ma l'iter sarà velocizzato: arriva l'autorizzazione unica che varrà come nulla osta, atto di assenso amministrativo, licenza, concessione, autorizzazione di esproprio. A fermare l'autorizzazione potranno essere solo le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (Via) e di Valutazione ambientale strategica (Vas) che dovranno essere obbligatoriamente effettuate. Viene poi creata una agenzia per la sicurezza del nucleare. Le associazioni ambientaliste Legambiente e Greenpeace hanno commentato l'approvazione da parte del Senato degli articoli sul nucleare del ddl sviluppo definendo la scelta del governo sul nucleare “autoritaria e centralista”

Class Action. E' stata modificata la normativa sulla class action che entrerà in vigore a partire da luglio, escludendo quindi la possibilità di avviare cause collettive da parte dei cittadini coinvolti nei crac finanziari come quelli di Parmalat o Lehman Brothers o penalizzati dalle obbligazioni Alitalia. L’aula del Senato ha infatti approvato l’emendamento presentato da Alberto Balboni (Pdl) al ddl Sviluppo che elimina la parziale retroattività di un anno per la class action. La class action non potrà quindi essere fatta valere per gli illeciti compiuti a partire dal luglio 2008. I cittadini potranno anche organizzarsi autonomamente, senza passare per le associazioni dei consumatori, e i giudici avranno maggior potere nel decidere le inammissibilità.

"Il problema della norma sulla class action non è l'assenza della retroattività, ma la sua concreta applicabilità - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - la versione precedente della norma non era proprio quello che auspicavamo, ma questa è ancora più limitativa. Praticamente è un passo indietro, visto che per le Associazioni dei consumatori non è previsto proprio alcun ruolo nell'avvio della Class action. Così sarà possibile avviare migliaia di azioni legali che renderanno tutto il sistema ingestibile e praticamente impossibile da applicare. Non vorremmo che entrasse in vigore una class action "all'italiana", destinata a tutelare esclusivamente le imprese e che non si ponga come garante dei diritti dei consumatori".

Aumenta la Robin Tax per finanziare l’editoria. Sale dal 5,5% al 6,5% la maggiorazione dell'aliquota Ires, la cosiddetta Robin Tax a carico delle grandi aziende petrolifere e dell'energia elettrica. Lo prevede l'emendamento bipartisan di Pd e Pdl, approvato all'unanimità dal Senato per la copertura delle misure a favore dell'editoria contenute nel Ddl Sviluppo. “Con l'aumento della Robin Tax c’è un rischio di blocco degli investimenti e di fuga delle società petrolifere”. Così ha commentato negativamente la norma Pasquale De Vita, presidente dell'Unione Petrolifera, in una lettera al premier Berlusconi, al sottosegretario Letta e ai ministri Tremonti e Scajola.

Distribuzione del gas. Salta il tetto che prorogava al 2015 il tetto antitrust per la distribuzione del Gas, con un impatto soprattutto per l'Eni che è il maggiore distributori di Gas in Italia. Rimane l'attuale tetto del 61% fino a tutto il 2010. Il provvedimento, comunque, delega il governo a modificare, entro un anno, la normativa sui tetti distributivi del gas al fine di rendere il mercato del gas naturale maggiormente concorrenziale. Potranno essere introdotti anche strumenti differenti dai tetti per promuovere l'incontro della domanda di gas dei clienti finali industriali.

Ferrovie private solo italiane. Il rilascio della licenza per il servizio ferroviario di trasporto di passeggeri potrà avvenire “esclusivamente nei confronti di imprese aventi sede legale in Italia o, qualora siano controllate, da imprese aventi sede all'estero nei limiti dei medesimi principi di reciprocità previsti per il rilascio dell'autorizzazione”.

Rivalutazione contabile. Le società che non adottano ancora i principi contabili internazionali (IAS) potranno rivalutare alcuni titoli - ad esempio azioni - detenuti in modo non permanente, senza dover inviare la prevista relazione al collegio sindacale, così come previsto dai criteri fissati dalla Consob.

Sconti benzina per le regioni petrolifere. In arrivo sconti sulla benzina per le regioni che ospitano impianti di estrazione di Gas e Petrolio. Un emendamento del governo, che raccoglie anche alcune indicazioni proposte dal Pd, prevede un aumento dal 7 al 10% delle royalties che si pagano sugli idrocarburi estratti in Italia, anche off-shore: l'incasso servirà per ridurre il costo della benzina e per risarcire le aree che ospitano gli impianti. Arriva poi l'obbligo, per gli impianti di carburante che servono gli autotrasportatori, di comunicare i prezzi al ministero dello Sviluppo con l'obiettivo di fare una mappa on line e favorire la concorrenza.

Riforma degli interventi di reindustrializzazione. Al fine di assicurare l’efficacia e la tempestività delle iniziative di reindustrializzazione nelle aree o distretti in situazione di crisi industriale, l’iniziativa è disciplinata da appositi accordi di programma. Gli accordi di programma devono prevedere, tra l’altro, interventi al fine di promuovere iniziative di riqualificazione delle aree interessate da complesse situazioni di crisi con impatti significativi per la politica industriale nazionale. All’attuazione degli interventi di agevolazione degli investimenti produttivi nelle aree o distretti in situazione di crisi, nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, provvede, secondo le direttive emanate dal Ministro dello sviluppo economico, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa. Il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con proprio decreto, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della  legge, definisce le modalità di attuazione degli interventi. E' rafforzato inoltre il piano promozionale dell’Istituto nazionale per il commercio estero e per il sostegno delle esportazioni da parte di enti, consorzi e camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura all’estero;

Lotta alla contraffazione. E' istituito un consiglio nazionale anti-contraffazione presso il ministero dello Sviluppo Economico. Avrà il coordinamento delle azioni strategiche su questo fronte. Chiunque contraffà o altera marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, di prodotti industriali, oppure, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è punito con la reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro 2.500 a euro 25.000. Alla stessa pena soggiace chi riproduce prodotti industriali usurpando i diritti di proprietà industriale protetti da brevetti o contraffacendo i medesimi brevetti, disegni o modelli. La pena è della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 5.000 a euro 50.000, se i fatti sono commessi su ingenti quantità di merci.

Reti d’impresa e burocrazia delle imprese. E' stata introdotta l'estensione alle reti di imprese delle agevolazioni già previste per i distretti industriali. Il governo potrà emanare uno o più decreti legislativi che recano norme in materia di configurazione giuridica delle reti di imprese. Su proposta del Pd, è stato approvato anche un emendamento che riduce la burocrazia per le piccole imprese che vogliono partecipare a gare oppure presentare domanda per usufruire di agevolazioni.

Questo il commento del ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. “Con il ddl Sviluppo realizziamo riforme attese da anni, in grado di rilanciare la competitività del Paese e promuovere lo sviluppo dell'economia reale”.

"Può partire la grande riforma per l'export e l'internazionalizzazione ha affermato il vice ministro allo sviluppo economico con delega al commercio estero, Adolfo Urso, spiegando che il Governo avrà una delega per scrivere un testo unico sul commercio estero “semplificando le oltre 300 norme attualmente in vigore, alcune risalenti perfino al secondo dopoguerra. Non solo il Governo avrà la responsabilità di riformare gli enti attivi sull'internazionalizzazione, come Ice e Simest - precisa Urso - ma finalmente all'estero potranno prendere il via gli sportelli unici per l'internazionalizzazione dove l'imprenditore potrà trovare tutte le risposte per sviluppare il suo business in un'unica struttura”.
(a cura di Alessandra Flora)