Bilancio UE post 2020: Hahn, obiettivo resta accordo entro fine anno
In audizione presso le commissioni Bilanci, Controllo dei bilanci e Giuridica del Parlamento europeo, il commissario designato al Budget e all'Amministrazione Johannes Hahn rilancia la scadenza di fine anno per un accordo sul Quadro finanziario pluriennale post 2020.
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Il contesto della Brexit e le resistenze di alcuni Stati membri ad aumentare i contributi nazionali al bilancio UE rendono particolarmente difficile il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, ma non risparmierò sforzi per facilitare un accordo rapido su un budget adatto alle ambizioni dell'Unione ed evitare ritardi nell'attuazione dei nuovi programmi di finanziamento.
E' questo l'impegno con cui Johannes Hahn, già titolare delle Politiche Regionali nella Commissione Barroso II e responsabile per la Politica di vicinato e i negoziati per l'allargamento nella Commissione Juncker, si è presentato alle tre commissioni chiamate ad esprimersi sulla sua adeguatezza al nuovo incarico nell'Esecutivo guidato da Ursula von der Leyen.
Il presidente e i coordinatori dei gruppi politici delle commissioni parlamentari competenti - Bilanci, Controllo dei bilanci e Giuridica - si riuniranno ora per valutare la prestazione del commissario designato e indicare, con una lettera di raccomandazione alla Conferenza dei presidenti di commissione, se il candidato sia qualificato per essere membro del Collegio dei commissari e per svolgere le mansioni assegnate.
Una volta terminato il processo per tutti i candidati commissari, sarà la plenaria, il prossimo 23 ottobre, ad eleggere, a maggioranza dei voti espressi, la nuova Commissione, che dovrà essere formalmente nominata dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata.
Accordo sul Bilancio UE post 2020 entro fine anno
La prima priorità del mandato di Hahn sarà quella di portare a casa l'accordo sul prossimo Bilancio pluriennale dell'Unione. “Il Bilancio è politica tradotta in numeri, è lo strumento più visibile per dimostrare i principi dell'UE ai cittadini e per garantire che l'Unione resti una forza democratica, prospera e competitiva”, ha detto il commissario designato, ricordando che il QFP si basa sul principio di sussidiarietà ed interviene solo solo quando è più efficace spendere soldi a livello europeo anziché di singolo Stato membro.
Nonostante il quadro complicato dalla Brexit e dal contesto economico, Hahn ha ribadito che la proposta presentata nel maggio 2018 dal commissario uscente Günther H. Oettinger rappresenta una base solida per il negoziato all'interno del Consiglio e tra Stati membri e Parlamento e l'opzione più realistica oggi a disposizione.
Da qui l'impegno a recarsi in tutte le capitali europee, a cominciare da quelle dei Paesi che si oppongono a portare il contributo nazionale al QFP all'1,11% del Reddito nazionale lordo dell'UE a 27, per spiegare ai leader più reticenti che l'assunzione di nuovi compiti e sfide a livello comunitario richiede necessariamente un maggiore impegno finanziario.
Senza un incremento delle risorse a disposizione del bilancio UE, non sarà possibile agire efficacemente contro i cambiamenti climatici, investire in ricerca, innovazione e digitalizzazione e migliorare la gestione delle frontiere esterne, ha chiarito Hahn. E in ogni caso, ha aggiunto, il QFP non deve essere concepito in maniera isolata: i fondi europei devono essere pensati come catalizzatori per investimenti pubblici e privati a sostegno dello sviluppo e della coesione sociale.
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Rischio stallo sulle risorse proprie
Da parte loro gli eurodeputati chiedono per il settennato post 2020 un aumento ancora più sostanzioso di quello prospettato dall'Esecutivo UE, con contributi nazionali pari all'1,3% del RNL dell'Unione a 27.
Non solo: il Parlamento ha vincolato l'intesa sull'intero pacchetto al raggiungimento di un accordo sulla riforma delle risorse proprie, una partita che in Consiglio sta procedendo molto timidamente e che rischia di provocare un vero e proprio stallo dei negoziati.
Secondo Hahn, il confronto sulle risorse proprie è già piuttosto avanzato su alcune proposte, come il contributo calcolato sui rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica e l'ampliamento delle entrate provenienti dal sistema di scambio delle quote di emissioni ETS, mentre è meno probabile un'intesa sulla nuova base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società.
Ancora meno realistica sembrerebbe l'adozione di proposte relative a nuove entrate, ha ammesso il commissario, pur esprimendosi a favore dell'identificazione di ulteriori risorse proprie che abbiano a che fare con iniziative correlate al clima, tra cui la Carbon Tax suggerita dalla presidente eletta Ursula von der Leyen.
L'invito di Hahn, però, è a concentrarsi sul QFP. La pianificazione di emergenza è davvero un'ultima istanza che dovremmo cercare di scongiurare, ha sottolineato, ribadendo l'importanza di un accordo sulla dotazione complessiva del bilancio, per poter passare in fretta a discutere delle singole politiche settoriali.
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Un Fondo per la transizione giusta
Sollecitato dalle domande degli eurodeputati, Hahn è intervenuto anche sul Just Transition Fund, il Fondo per la transizione giusta proposto dal Parlamento europeo in una risoluzione sulla strategia di riduzione delle emissioni a lungo termine dell'UE adottata nel marzo scorso e rilanciato da Ursula von der Leyen durante il suo discorso in aula a Strasburgo.
Il Fondo dovrebbe andare a sostenere le regioni più colpite dalla decarbonizzazione, come le regioni carbonifere e quelle caratterizzate dalla presenza di industrie particolarmente inquinanti, nel modificare il proprio paradigma di produzione. Lo strumento servirà da catalizzatore per fare in modo che queste industrie ricevano un upgrade tecnologico per ridurre le emissioni o per essere sostituite da altre attività produttive, ma anche per finanziare la riqualificazione dei lavoratori, in sinergia con i fondi strutturali e di investimento europei.
La transizione green resta comunque un tema trasversale all'intero QFP, ha sottolineato Hahn, ricordando che nella proposta della Commissione UE il 25% delle risorse dovrebbe essere destinato a progetti collegati al clima.
Photo credit: Photographer Thierry Roge © European Union 2019 - Source: EP