Sport, le politiche europee e il ruolo nel Recovery Plan italiano
Se da un lato la pandemia ha causato una serie di catastrofici effetti a livello socio-economico in Europa, dall'altro è responsabile della riscoperta dell'attività fisica e, in generale, dello sport come patrimonio di una comunità. Per questo è importante avere una visione strategica nell'accesso e nell'investimento delle risorse europee provenienti da strumenti come Next Generation EU, Erasmus+ per lo sport e dei fondi strutturali.
Call Erasmus+ 2021: fondi europei per formazione, gioventù e sport
"I finanziamenti europei allo sport, in quest'epoca di pandemia, sono fondamentali". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commentando l'altissimo tasso di abbandono dell'attività sportiva in Italia in apertura del webinar sull'utilizzo dei fondi europei per il settore sportivo organizzato dal Parlamento europeo e ACES Italia, la rete sportiva delle capitali europee.
Sport, il quadro attuale e i fondi europei per la ripresa
Lo sport in Europa rappresenta più del 2% del PIL dando lavoro a circa 2 milioni di persone a cui si aggiungono i settori dell’indotto. Con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (2009), l’Unione europea ha acquisito per la prima volta una competenza in materia di sport, con l’obiettivo di "sviluppare la dimensione europea dello sport, tenendo conto delle sue specificità e della sua funzione sociale ed educativa".
In Italia oltre 20 milioni di persone praticano uno o più sport con continuità. Si può dire, quindi, che questo settore rappresenti un volano di crescita per l’economia in generale, in quanto crea valore aggiunto e occupazione in tutta una serie di comparti e stimola lo sviluppo, l’innovazione senza considerare l’impatto sociale ed i benefici per la salute.
Il settore sportivo è senza dubbio uno di quelli più colpiti dalla pandemia di coronavirus, con danni ingenti, economici e sociali, come recentemente sottolineato dal Parlamento europeo nella risoluzione sull'impatto del Covid-19 sui giovani e sullo sport, adottata lo scorso febbraio.
In virtù di questo contesto, si spiega il ruolo del confronto tra gli operatori del settore con i rappresentanti delle istituzioni UE, nazionali e regionali al fine di valorizzare i programmi già in essere come Erasmus+ per lo sport e definire una strategia di rilancio per questo settore strategico che abbia come punto di partenza la corretta utilizzazione delle risorse di Next Generation EU, del nuovo bilancio europeo 2021-2027 e dei relativi Fondi strutturali.
Quanto è importante lo sport nel Recovery plan Italia?
Al principio dell'evento digitale Vito Cozzoli, presidente Sport e Salute S.p.A, ha ricordato come lo sport sia "a impatto zero, green, circolare e sostenibile per sua natura". Una premessa utile per dire che il Piano per la ripresa e resilienza (PNRR) in Italia, "incentrato in larghissima misura sulla transizione ecologia e sul futuro green dell'Unione deve avere come protagonista lo sport".
Roberto Pella, vicepresidente dell'ANCI e deputato di Forza Italia ha sottolineato come nel Recovery plan nazionale lo sport non abbia una vera è propria autonomia, ma sicuramente può essere "è collegato alla transizione ecologica e digitale, oltre ad essere contenuto nella Mission 5 'Inclusione e coesione'".
La modalità con cui lo sport può attingere dai fondi del Next Generation EU e del bilancio pluriennale 2021-2027, secondo Pella, si districa in una serie di passaggi chiave tra cui l'orientamento dei singoli piani nazionali, la creazione di reti tra soggetti pubblici e privati coinvolti nel programma dei fondi UE e l'elaborazione di linee guide pratiche per l'accesso ai fondi.
Erasmus+ Sport e i nuovi bandi europei in arrivo
La più importante fra le iniziative a livello europeo a supporto del comparto sportivo è Erasmus+ Sport. A fornire una panoramica sul tema, nel corso del webinar, sono stati Stefano Pintus, Policy Officer Unità Sport - Commissione europea, e Luciano Di Fonzo, Capo unità aggiunto dell’unità Erasmus mundus e sport EACEA.
All'interno della struttura generale del programma europeo Erasmus+ si distinguono, oltre alle Azioni Jean Monnet, tre Azioni chiave: mobilità per l’apprendimento, cooperazione tra organizzazioni, supporto allo sviluppo delle politiche. A sua volta, la seconda Azione comprende una sezione dedicata ai Partenariati per la cooperazione (di cooperazione e su scala ridotta).
I Partenariati di Cooperazione nel settore sportivo sono aperti a qualsiasi organizzazione pubblica o private stabilita in un paese aderente al programma e relativi a progetti transnazionali che implicano un minimo di 3 organizzazioni di 3 diversi paesi. I progetti devono essere focalizzati su una priorità orizzontale o una priorità specifica dello sport, tutte le attività devono svolgersi nei paesi delle organizzazioni coinvolte e avere una durata tra 12 e 36 mesi.
I Partenariati su scala ridotta nel settore sportivo si distinguono dai precedenti per alcuni fattori: sono relativi a progetti transnazionali che implicano un minimo di 2 organizzazioni di 2 diversi paesi aderenti al programma e la durata dei progetti varia da 6 a 24 mesi.
A questi due partenariati si aggiungono anche gli Eventi Sportivi Europei senza scopo di lucro. Questi coinvolgono qualsiasi organizzazione pubblica o private stabilita in un paese aderente al programma e possono essere di due tipologie: Eventi Larghi Europei e Eventi Locali Europei. Come per i partenariati, anche gli eventi devono avere un focus su una priorità specifica dello sport e tutte le attività devono svolgersi nei paesi delle organizzazioni coinvolte. La durata dei progetti è tra 12 e 18 mesi.
Il budget a disposizione di Erasmus+ è quasi raddoppiato, grazie anche al lavoro del Parlamento europeo. Attualmente le risorse a disposizione superano i 41 milioni euro, di cui oltre 30 milioni per i partenariati di cooperazione, 7 milioni per quelli su scala ridotta e 4 milioni per gli eventi sportivi.
A questo programma si aggiungono i progetti pilota e le azioni preparatorie, che verranno lanciate dopo le feste pasquali con la pubblicazione di tre bandi:
- Lo sport come strumento di integrazione e inclusione sociale dei rifugiati (con un budget di 2 milioni)
- Programmi sportivi di base e innovazione dell'infrastruttura (con un budget di 2 milioni)
- Costruzione di capacità investigative per meglio combattere il doping nello sport in Europa (con un budget di 1,5 milioni)
Capire il presente, per progettare il futuro dello sport
Lo spirito di questo evento digitale, come ha sottolineato il presidente di ACES Italia, Vincenzo Lupatelli, è un’accelerazione ma allo stesso una semplificazione dei finanziamenti per fare in modo che i Comuni abbiano sempre più spazi di investimento per creare un’offerta di strutture e opportunità per lo sport popolare inclusivo anche delle categorie più fragili.
Tra i diversi spunti di riflessione a proposito del valore a 360 gradi del settore sportivo c'è anche quello del vicepresidente dell'ANCI Pella, che ha sottolineato come "il rilancio dello sport sia fondamentale per combattere le malattie non trasmissibili come l'obesità e diabete di tipo urbano che in futuro avranno un costo sulla sanità enorme che va ben oltre l'impatto della pandemia".
Sul sistema di assegnazione dei fondi un richiamo alla semplicità è arrivato da parte del capogruppo della Lega Marco Campomenosi al Parlamento europeo, che ha chiesto "un sistema più fruibile di informazioni e accesso ai bandi".
"Lo sport anche come occasione per investire sull'integrazione e la sostenibilità", ha ricordato Brando Benifei, capo delegazione del Pd all'Europarlamento, che ha aggiunto "questi criteri rendono il settore sportivo un recipiente ideale per i fondi assegnati dal Next Generation EU".
Vincenzo Sofo, eurodeputato di Fratelli d'Italia, invece ha sottolineato l'importanza di utilizzare i fondi al Sud e ha suggerito di potenziare gli investimenti sul "mare come risorsa per il turismo legato alle attività sportive tipiche delle località costiere".
Infine, la relazione di Vanni Resta, docente di Europrogettazione Università La Sapienza, e Spartaco Grieco, EU Sport Project Manager, sono entrati nel concreto di una progettazione di eventi sportivi sui territori.
Sport di tutti: contributi a società e associazioni sportive dilettantistiche