Rinnovabili, idrogeno, mobilità: la strategia italiana contro i cambiamenti climatici
La strategia nazionale per la riduzione delle emissioni trasmessa a Bruxelles poggia su tre elementi: riduzione spinta della domanda di energia, cambio radicale nel mix energetico, superfici forestali.
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“Per raggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro 30 anni saranno necessarie scelte coraggiose e profondi cambiamenti nel tessuto socio-economico come nei nostri stili di vita. Ma la sfida climatica è la sfida strategica per il futuro dell’umanità e non possiamo permetterci di perderla”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa commenta l’invio alla Commissione europea della strategia nazionale di lungo periodo per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra.
Strategia elaborata nell’ambito degli impegni dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che si allinea al piano elaborato a Bruxelles per rendere l’Europa un continente a zero emissioni entro il 2050.
Cosa prevede la strategia nazionale contro i cambiamenti climatici
La strategia prende le mosse dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che indica il percorso fino al 2030, “trascinando” fino al 2050 le conseguenti tendenze energetico-ambientali virtuose.
Tre le leve individuate dalla strategia per raggiungere al 2050 la neutralità climatica:
- una riduzione spinta della domanda di energia, legata in particolare ad un calo dei consumi per la mobilità privata e dei consumi del settore civile;
- un cambio radicale nel mix energetico a favore delle rinnovabili (FER), coniugato ad una profonda elettrificazione degli usi finali e alla produzione di idrogeno;
- un aumento degli assorbimenti garantiti dalle superfici forestali (compresi i suoli forestali) ottenuti attraverso la gestione sostenibile, il ripristino delle superfici degradate e interventi di rimboschimento.
L’intervento, incisivo, su queste tre leve si renderà necessario perché il mero “trascinamento” delle tendenze attuali, per quanto virtuoso, sarebbe insufficiente a centrare il target fissato per il 2050.
È necessario, perciò, prevedere un sostanziale cambio del “paradigma energetico italiano” che, inevitabilmente, passa per investimenti e scelte che incidono sulle tecnologie da applicare, sulle infrastrutture ma anche sugli stili di vita dei cittadini.
Si tratta di una trasformazione importante e radicale che dovrà permeare tutte le politiche pubbliche, in un percorso di ampia condivisione. Primi passi in tal senso sono stati effettuati con la trasformazione del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, in CIPESS, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile e con l’avvio del Green Deal.
Per chiudere il gap emissivo e arrivare alla neutralità climatica saranno necessarie scelte politiche a elevato impatto sociale ed economico, tecnologie ancora non pronte in parte perseguibili solo su base europea, nonché una condivisione a livello internazionale del processo di decarbonizzazione.
Per tenere conto degli sviluppi su tutti questi fronti, ferme restando le tendenze di fondo individuate, la Strategia deve essere considerata uno strumento “dinamico”, suscettibile cioè di aggiornamenti e integrazioni, anche per tenere pienamente conto dei processi di revisione degli obiettivi energetico-ambientali nazionali attualmente in corso a livello europeo, e delle scelte conseguenti che si faranno per un rilancio economico in chiave sostenibile con il Piano per la Ripresa e la Resilienza.