PNIEC: UE, Italia migliori il superbonus. Come indirizzare le risorse del Recovery Plan

PNIECBene, non benissimo. Benché il piano nazionale per l’energia e il clima (PNIEC) soddisfi le aspettative della Commissione, c’è ancora margine di miglioramento, in particolare per quanto riguarda il superbonus e lo sfruttamento delle rinnovabili. E Bruxelles indica come indirizzare risorse e investimenti nell’ambito del Recovery Plan.

Le principali misure del PNIEC - piano nazionale energia e clima

La relazione della Commissione fornisce orientamenti sulla rapida attuazione dei piani energia e clima dei diversi paesi UE e sulle modalità per stimolare la ripresa economica grazie alle riforme e agli investimenti in ambito energetico, illustrando anche l’impatto che in tal senso può avere Next Generation EU.

Il Piano italiano è “sufficientemente ambizioso”. Una promozione a metà, con cui Bruxelles sottolinea una serie di punti deboli del PNIEC. 

Superbonus da migliorare

Proprio nel momento in cui a livello nazionale si parla di un’estensione del superbonus 110%, la Commissione invita a migliorare tale strumento. “L'Italia potrebbe prendere in considerazione ulteriori miglioramenti del nuovo credito d'imposta per i restauri e il risparmio energetico, e reindirizzare ulteriormente il sostegno pubblico verso la ristrutturazione di edifici pubblici e privati”, si legge nel documento di Bruxelles. 

Come? Attraverso “maggiori finanziamenti pubblici e facendo leva sui bilanci dell'UE e nazionali con denaro privato in meccanismi intelligenti e innovativi che potrebbero combinare sovvenzioni, prestiti, garanzie e sussidi sui prestiti”.

Il momento, del resto, è propizio: sulla scia della strategia Renovation Wave per l’edilizia sostenibile - presentata in concomitanza con la valutazione sul PNIEC - l'Italia ha la possibilità di intensificare gli sforzi per migliorare le prestazioni energetiche del patrimonio edilizio esistente con misure, obiettivi e azioni specifiche.

PNIEC

Potenziare gli impianti eolici esistenti e puntare sull’energia offshore nel Mediterraneo

Per centrare l’obiettivo del 30% di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia nel 2030 occorrono politiche e misure aggiuntive.

Si tratta innanzitutto, secondo la Commissione, di superare gli oneri amministrativi, ma anche di sfruttare meglio il potenziale di fonti esistenti e nuove. 

“Il PNIEC mira già a favorire la produzione di gas rinnovabile da immettere in rete e da utilizzare, in futuro, per tutti gli usi finali, compresa la generazione di energia elettrica. Si potrebbero inoltre adottare ulteriori misure per preservare la produzione di energia rinnovabile esistente promuovendo, rinnovando e potenziando gli impianti precedenti, in particolare gli impianti eolici esistenti”. 

E, si legge ancora nel documento, “l'Italia potrebbe anche fare leva sui progetti pilota esistenti per esplorare l'energia offshore innovativa nel Mediterraneo”.

Sussidi energetici da migliorare

Nell’ambito del mercato energetico interno per la Commissione mancano obiettivi, tappe e scadenze chiari per realizzare le riforme e le misure previste. 

Il PNIEC include inoltre un elenco di sussidi energetici, in particolare per i combustibili fossili, che verranno gradualmente eliminati, ma le azioni specifiche per cancellare le sovvenzioni dannose rimangono limitate.

Idrogeno, superbonus, PNIEC: l’energia nel Recovery Plan

Dove concentrare gli investimenti del Recovery Plan

Il legame tra investimenti e riforme è di particolare rilevanza per i Recovery plan nazionali, per garantire la ripresa a breve e medio termine e rafforzare la resilienza a lungo termine. 

I progetti di investimento maturi delineati nel PNIEC, così come le riforme abilitanti fondamentali che affrontano tra l'altro gli ostacoli agli investimenti, dovrebbero quindi essere anticipati il più possibile.

In particolare, secondo Bruxelles, nel suo Piano di ripresa e resilienza l'Italia dovrà prevedere che almeno il 37% delle spese siano legate al clima.

E invita il Paese a concentrarsi su precise misure di investimento e di riforma legate al clima e all'energia:

  • Misure e investimenti per: promuovere l'efficienza energetica degli edifici; per decarbonizzare il settore energetico, in particolare aumentando la produzione di elettricità rinnovabile, riducendo il ruolo del gas naturale a favore di quello rinnovabile, pur continuando la prevista eliminazione del carbone entro il 2025 e potenziando le infrastrutture energetiche;
  • Misure e investimenti a sostegno dell'economia circolare; rivedere tasse e sussidi per renderli coerenti con la transizione verde, tenendo conto degli aspetti redistributivi;
  • Misure e investimenti per sviluppare trasporti sostenibili, comprese le infrastrutture;
  • Misure che promuovono l'adattamento ai cambiamenti climatici, anche per garantire l'impermeabilità climatica delle infrastrutture esistenti e future.

> Valutazione del Piano nazionale energetico e climatico definitivo dell'Italia