Green Energy Storage - la startup rinnovabile sbanca su Mamacrowd
Green Energy Storage è la startup “rinnovabile” che ha raccolto oltre 1 milione di euro da 300 finanziatori sulla piattaforma Mamacrowd.
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La batteria del rabarbaro batte un record e supera il milione di euro di raccolta attraverso il crowdfunding. Non è uno sci-fi, ma la storia di Green Energy Storage, startup innovativa nata nel 2015 e composta da un team di imprenditori e manager con esperienza trentennale.
Green Energy Storage: la batteria al rabarbaro che piace all’UE...
Forte di un accordo di esclusiva per l'Europa con l'Università di Harvard, Green Energy Storage ha sviluppato un sistema di accumulo organico per le energie rinnovabili basato sul chinone, molecola che si trova nel rabarbaro ed in altre piante.
I sistemi di accumulo consentono di utilizzare l'energia prodotta da fonti rinnovabili con flessibilità, risolvendo il problema dell'intermittenza delle rinnovabili e riducendo i costi.
Green Energy Storage ha già ricevuto un contributo di 2 milioni di euro nell’ambito del programma Fast Track to Innovation di Horizon 2020 grazie al progetto Greenernet, condotto in partnership con Aarhus Universitet, l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, la società Engineering ed Evopro Innovation KFT.
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...e al popolo di Internet
Il progetto è piaciuto anche agli oltre 300 finanziatori che, attraverso la piattaforma Mamacrowd, hanno permesso a Green Energy Storage di raccogliere più di 1 milione di euro.
A maggio scorso, quando è partita con la raccolta, in soli 55 minuti il progetto aveva già raggiunto 250mila euro e in meno di 10 ore aveva centrato l’obiettivo stabilito di 500mila euro.
Perché l’idea vale?
La fornitura di energia elettrica verrà sempre più influenzata da fonti rinnovabili. Secondo le stime di Bloomberg New Energy Finance (BNEF), infatti, entro il 2040 le fonti rinnovabili si saranno aggiudicate l’86% dei circa 10.200 miliardi di dollari che saranno investiti a livello globale nell’energia.
Ma fonti come l’eolico o il solare sono ad oggi non solo costose, ma “ad intermittenza”. La tecnologia dei sistemi di accumulo di energia (EES), di cui Green Energy Storage è pioniera, permette di stabilizzare i problemi attuali di intermittenza, e consente una maggiore flessibilità e un migliore bilanciamento della rete, fornendo capacità di back-up nella produzione di energia rinnovabile.
Oggi, il mercato globale dei sistemi di accumulo di energia elettrica basati sulla batteria a flusso vive le fasi iniziali del suo sviluppo ma si configura come una delle tecnologie dirompenti da qui a qualche anno, con un impatto economico globale di circa 34 miliardi di dollari entro il 2023 (fonte: McKinsey).
Rinnovabili: quasi tutte le Regioni italiane centrano gli obiettivi
Intanto quasi tutte le Regioni italiane hanno superato le previsioni di consumo di energia pulita, e 11 hanno oltrepassato i loro target energetici di fine decennio già nel 2015. A dirlo, il rapporto GSE “Monitoraggio statistico degli obiettivi nazionali e regionali sulle fonti rinnovabili di energia. Anni 2012-2015”, relativo ai progressi raggiunti rispetto a quanto stabilito dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 15 marzo 2012, meglio noto come decreto Burden Sharing, che fissa il contributo che le diverse Regioni e Province autonome italiane sono tenute a fornire ai fini del raggiungimento dell’obiettivo complessivo nazionale, attribuendo a ciascuna di esse specifici obiettivi regionali di impiego di FER al 2020.
A cinque anni dall’entrata in vigore del decreto, quasi tutte le Regioni hanno superato le previsioni di consumo di energia pulita, ad eccezione della Liguria e della Sicilia. In oltre metà delle Regioni i consumi risultano superiori anche alle previsioni al 2020.