World Economic Forum 2012: Italia e Ue unite per uscire dalla crisi
Fino al 29 gennaio prossimo la cittadina svizzera di Davos sarà la protagonista della 42esima edizione del World Economic Forum (WEF). Al summit, che dal 1971 riunisce capi di stato ed esponenti del mondo economico, politico, scientifico e sociale, l’Italia sarà rappresentata dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, il Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, l’Ad di Intesa SanPaolo, Enrico Cucchiani e il presidente dell’Eni, Giuseppe Recchi.
Per gli oltre duemila partecipanti sono previsti, workshop, sessioni di brainstorming e conferenze dedicati ai temi più caldi dell’economia mondiale, tra cui la crisi nell’Eurozona, il salvataggio della moneta unica e la stabilità dei debiti sovrani.
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, nel suo discorso d’apertura, si è rivolta all'Europa, invocando un maggiore impegno da parte degli Stati membri per uscire dalla crisi.
Le misure di austerità adottate dai paesi Ue, ha affermato Merkel, devono essere accompagnate da riforme strutturali in tre aree principali d’intervento: disciplina di bilancio, competitività ed occupazione.
“Nessuno crederà all'Europa se in Europa non c'è lavoro”, ha proseguito la cancelliera, facendo notare la scarsa mobilità all’interno del mercato lavorativo europeo, nonostante i 23 milioni di imprese presenti nell’Ue.
Sul tema dell’occupazione è intervenuto anche Passera, sottolineando che “con l'1% di crescita non si crea occupazione in Europa, e se fosse 'zero virgola' sarebbe ancora peggio [...] Ci attende una fase di crescita troppo bassa per creare occupazione”, ha proseguito il ministro; citando, poi, i dati resi noti dell'Ilo nei giorni scorsi, ha ricordato i "25 milioni di disoccupati in Europa e se si aggiungono i sottoccupati probabilmente andiamo a 50, i 34 milioni di posti persi nel mondo durante la crisi e il fatto che per stare al passo con la demografia bisogna creare 45 milioni di posti ogni anno”. Sono proprio tali dati a dare “l'idea che l'emergenza è questa”.
Passera ha aggiunto, inoltre, che l'Italia ha saputo giustamente mettere da parte le risorse per gli ammortizzatori all'inizio della crisi, suggerendo, al contempo, la definizione di un nuovo parametro oltre al Pil per misurare la crescita che includa l'occupazione creata in ogni Stato.
Dal mondo bancario sono arrivate le parole dell’Ad di Intesa SanPaolo: “in un momento di economia stagnante come quello attuale – ha dichiarato Cucchiani - noi forniremo il nostro contributo di banche con significative ramificazioni internazionali per aiutare le imprese italiane ad internazionalizzarsi e a esportare di più”.
Nei prossimi giorni il dibattito sull’economia mondiale proseguirà andando alla ricerca di nuovi modelli di crescita e sviluppo che possano sostituire il sistema capitalistico, ormai non più adatto al mondo che ci circonda, come ha dichiarato il presidente del WEF, Klaus Schwab.
“Le vecchie strutture di forza non funzionano più – ha spiegato Schwab - perché ormai i centri di potere si sono spostati su livelli differenti, ci sono un'infinità di nuovi attori, un'economia globale interconnessa, più trasparenza e maggiori possibilità di espressione delle proprie opinioni e della propria influenza”. Il mondo ha bisogno di una trasformazione globale immediata, che inizi “con il ripristino di un senso globale di responsabilità sociale”, ha concluso il presidente.
Tra le altre personalità che prenderanno parte ai lavori sono attesi il presidente della Bce, Mario Draghi, il segretario americano al tesoro, Timothy Geithner, il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, il premier britannico, David Cameron, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria e il presidente della Wto, Pascal Lamy.
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World Economic Forum Annual Meeting 2012, 25-29 January 2012