Governo Monti: in arrivo la riforma del catasto

Abitazioni, Siena - foto di MyrabellaConvertito in legge il decreto "Salva Italia" (L.n. 214/2011), tra le misure che il governo Monti prevede di attuare in questa sua seconda fase di lavori, vi è la riorganizzazione del sistema catastale. Obiettivo dell'intervento è quello di adeguare i valori fiscali degli immobili a quelli di mercato in vista di una maggiore equità, oltre che, nel medio termine, di contribuire all'immissione di liquidità nelle casse dello Stato.

Un tentativo di riforma era avvenuto, nel 2006, durante il governo Prodi, naufragato poi a causa della fine anticipata della legislatura. A distanza di circa sei anni, l'esigenza di un intervento in tal senso si dimostra ancora più necessario.

Secondo un documento del ministero dell'Economia “le attuali rendite catastali, su cui si basa in larga parte la tassazione immobiliare, non sono più congrue rispetto ai valori di mercato”. In base a quanto rilevato dall'ultimo Rapporto dell'Agenzia del Territorio, infatti, le abitazioni hanno un valore corrente di mercato pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile ai fini ICI (imposta comunale immobili).

Cinque i punti su cui si fonderà la riforma:

  1. un sistema catastale che, oltre alla rendita, tenga conto dell valore patrimoniale dell'immobile, così da garantire una base imponibile appropriata alle diverse tipologie di tassazione;
  2. una nuova classificazione dei beni immobiliari;
  3. il superamento del sistema vigente per categorie e classi in relazione agli immobili ordinari, attraverso un sistema di funzioni statistiche che correli il valore del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie;
  4. il superamento, per abitazioni e uffici, del "vano" come unità di misura della consistenza a fini fiscali, sostituendolo con la "superficie" espressa in metri quadrati;
  5. la riqualificazione dei metodi di stima diretta per gli “immobili speciali”.

Molto significativo appare il secondo punto. Come si legge nel documento, infatti, "tipicamente, abitazioni classate come popolari lo sono rimaste nel tempo, anche se oggi, pur essendo ubicate in zone centrali, il loro valore è di fatto più elevato di edifici di civile abitazione ubicati in zone semicentrali o, addirittura, periferiche”.

Con questa riforma, quindi, il governo punta, da un lato, a produrre effetti positivi per le casse dello Stato a costo zero (l'adeguamento sull'intero territorio potrebbe essere un processo lungo, ma economicamente leggero) e, dall'altro, a dare impulso alla compravendita e ad evitare pesanti sperequazioni.