Convegno Abi, il peso di Basilea 3 al tempo della crisi
Non c’è solo la CrdIV, la proposta di direttiva che fissa a livello europeo i requisiti di capitale in ottemperanza a quanto stabilisce Basilea 3. Il problema delle banche, in questa fase, è l’impatto che questi criteri potranno avere su un settore già ampiamente provato dalla crisi dei debiti sovrani. L’Abi, a Palazzo Altieri a Roma, ha fatto il punto sul grado di implementazione di Basilea 3.
Giuseppe Attanà, presidente di Assiom Forex, fa il punto sulla situazione, sottolineando come parlare di Basilea 3 oggi significhi fare un’analisi della crisi: “Siamo in un sistema completamente collassato. I mercati liquidi non esistono più. L’unico soggetto liquido oggi è la Bce". Introdurre Basilea 3 ora implica un rischio di sistema: "Le normative devono servire a prevenire le situazioni di rischio. Quando vengono adottate nel corso della malattia, c’è il pericolo serio di ottenere degli effetti collaterali".
Per far comprendere meglio la sua idea, Attanà spiega: “Nel 2012 ci sono oltre 300 miliardi di debito pubblico italiano in scadenza. Questo, combinato all’attuale tensione sui tassi, incide sulla capacità delle banche di reperire capitali. Le questioni legate al funding sono all’ordine del giorno".
Nell’implementazione di Basilea 3, comunque, Attanà ricorda che sono diversi gli aspetti positivi della CrdIV: "Ad esempio, per il Liquidity coverage ratio è stata prevista una maggiore elasticità. E’ stato dato, poi, meno peso alle agenzie di rating". Altri parametri, come il Net stable funding ratio, sono rimasti invece completamente invariati.
Andrea Resti, professore della Bocconi e membro dell’European banking authority, si concentra sull’importanza strategica che, in questa fase, avranno gli interventi fatti a livello comunitario. E fotografa così lo scenario internazionale: "Lo spettacolo che ci si para davanti è quello di un raffinato sistema di vasi comunicanti che abbiamo creato in decenni di lavoro, ma che adesso non funziona più. Si tratta di un quadro decisamente preoccupante". Quello che preoccupa, rispetto a Basilea 3, sono i requisiti di capitalizzazione previsti dalla nuova normativa e inglobati dalla CrdIV, la Capital requirements directive proposta dalla Commissione.
Alberto Piazza Spessa, responsabile Risk Management di Ubi Banca, dà indicazioni di carattere più pratico, descrivendo anzitutto il rischio rappresentato dalle agenzie di rating: “Oggi la semplice voce di downgrade del rating di una banca mette in moto un circolo vizioso che porta prima al downgrade effettivo e che, poi, rischia di mettere in ginocchio la banca, perché con una valutazione più bassa diventa più costoso reperire capitale sul mercato. Anche questo dovrà essere tenuto in considerazione in futuro".
Per minimizzare l’impatto di Basilea 3, Piazza Spessa evoca tre possibili strade: "Bisogna aumentare le attività per ottenere funding, bisogna razionalizzare gli impieghi e, poi, bisogna migliorare la programmazione e la pianificazione". Per difendersi dalla situazione attuale, allora, le banche dovranno adottare un atteggiamento difensivo. Anche se questo potrebbe non bastare. "Perché a livello singolo – conclude Piazza Spessa - possiamo migliorare la nostra pianificazione, ma poi è essenziale che la nostra voce venga portata dalle associazioni al livello europeo per far sì che le regole sbagliate vengano modificate".