Solare: industrie europee e americane accusano la Cina di concorrenza sleale
Dopo aver intentato una causa anti-dumping negli Stati Uniti, contro la concorrenza sleale delle imprese cinesi produttrici di componenti per la produzione di energia solare, il gruppo SolarWorld AG sta preparando una nuova azione legale diretta alle aziende di Pechino operanti nell'UE.
Beneficiando di un piano di sussidi statali da 30 miliardi di dollari e di un cambio favorevole, le imprese di Pechino sarebbero già notevolmente avvantaggiate sul mercato perché in grado di vendere i propri prodotti a prezzi artificialmente sotto-costo; a questo si aggiunge, secondo le società europee e statunitensi, un insieme di pratiche sleali che pongono le produzioni cinesi al di sotto degli standard di qualità, ambientali e sociali.
E' comunque il contributo del governo cinese il principale ostacolo per le compagnie occidentali, che giudicano le massicce agevolazioni una violazione delle regole del commercio globale che finisce per paralizzare le industrie europee e americane, costringendole a tagli di personale e, in alcuni casi, al fallimento.
La causa lanciata negli USA vede unite SolarWorld AG e altre sei imprese del settore in una “Coalizione per la manifattura solare americana”, con l'obiettivo di ottenere dal presidente Barack Obama la messa in campo di provvedimenti contro la concorrenza a basso costo dei produttori cinesi.
La decisione intrapresa negli Stati Uniti e l'impegno, poi, di SolarWorld a percorrere la stessa strada in Europa hanno raccolto il favore del comitato Industrie fotovoltaiche italiane che intende chiedere al governo l'introduzione di "una legislazione ‘anti-dumping’ che fissi una tassazione alle importazioni nel caso non siano soddisfatti gli standard di produzione e qualità italiani o europei".
La Cina, dal canto suo, avverte sui rischi di pratiche protezionistiche e rivendica il proprio contributo in difesa dell'ambiente, grazie allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Recentemente, infatti, il ministero del Commercio cinese ha emesso un comunicato in cui si dichiarava che "gli Stati Uniti non hanno alcun motivo per criticare gli sforzi di altri Paesi per migliorare l'ambiente e dovrebbero invece rafforzare la cooperazione con altri Paesi nel settore dell'energia solare per rispondere congiuntamente alle sfide climatiche ed ambientali".