I fondi UE organizzati in un progetto strategico unitario dal 2014
Se la scorsa settimana gli eurodeputati si sono espressi a favore del reimpiego delle risorse non utilizzate del Piano di risanamento dell'UE, 115 milioni di euro che saranno destinati a progetti per migliorare l'efficienza energetica nelle regioni europee, quattro commissari hanno scritto al Presidente della Commissione europea Barroso per chiedere di inquadrare gli strumenti finanziari di loro competenza all'interno di una regia unitaria.
Per quanto riguarda la riallocazione dei fondi inizialmente destinati alla ripresa economica dell'UE, la Commissione ha proposto e ottenuto di utilizzarli nell’ambito dell’European Energy Recovery Programme (EERP).
I deputati confidano che, oltre a consentire la realizzazione di progetti regionali e locali nel campo dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili, tali risorse possano generare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita nei territori coinvolti e agevolare l’integrazione sociale.
Il fondo sarà gestito da intermediari finanziari pubblici al fine di massimizzarne l’impatto nel breve termine e, secondo quanto affermato dall’eurodeputato italiano Antonio Cancian (Partito popolare europeo) in un’intervista rilasciata ad Euractiv, "i fondi UE potrebbero essere successivamente rafforzati con altre risorse di bilancio e con la leva dalla Banca europea degli investimenti e del settore privato fino a raggiungere 4-5 miliardi di euro".
Diversa strategia, ma comunque diretta ad una gestione più efficace delle risorse, quella proposta da quattro commissari europei, Johannes Hahn (Politica regionale), László Andor (Occupazione e affari sociali), Dacian Ciolos (Agricoltura) e Maria Damanaki (Pesca), che hanno invitato il presidente José Manuel Barroso a portare i fondi chiave dell'UE, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione, il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo della pesca (FEP) all'interno di uno stesso quadro a partire dal 2014.
I commissari ritengono che, con uno sforzo di coordinamento, si potrebbero evitare la sovrapposizione degli interventi e la frammentazione delle risorse e conseguire così una maggiore coerenza della politica di sviluppo europea.
Piena condivisione da parte del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CCRE), che ha espresso l'auspicio che la proposta venga approvata.