Sviluppo economico: un ministero in cerca d'autore
Nel pieno dello sfida all'ok Corral per la poltrona dello Sviluppo economico sta circolando assiduamente il nome di Paolo Romani, attuale viceministro delle Comunicazioni, nonchè editore televisivo. L'alternativa è rappresentata da Luigi Casero, che per il momento ricopre il ruolo di sottosegretario all'Economia. Nelle ultime settimane sono giunti da più parti - anche dal capo dello Stato - gli appelli per la nomina di un nuovo titolare che possa prendere le redini del dicastero di via Veneto. Nucleare, frequenze, Pmi, Fiat, occupazione: troppa carne a cuocere perchè il premier Berlusconi possa continuare a mantenere l'interim.
All'ultimo consiglio dei ministri - cui peraltro Berlusconi non ha partecipato - la decisione è nuovamente slittata a data da definire. Altra nomina attesa è poi quella alla presidenza della Consob, per la quale è in lizza il vice ministro all'Economia, Giuseppe Vegas. L'investitura di Romani sarebbe cosa fatta, se non fosse per isuoi interessi privati nel settore delle comunicazioni televisive. In virtù della sua delega alle comunicazioni si sta occupando anche della questione spinosa delle nuove frequenze del digitale terrestre.
E'il quotidiano La Repubblica dell'8 settembre 2010 ad accendere i riflettori sulla questione: alla vigilia dell'assegnazione delle cinque multiplex per il digitale terrestre, Mediaset avrebbe già cominciato a sperimentare dal 23 agosto scorso proprio su una delle frequenze che saranno oggetto di una gara sulle cui modalità deve ancora esprimersi la Commissione Europea. Qualora la gara assegnasse a Mediaset proprio il canale 58, frequenza 779 Mhz - quello che sta attualmente sperimentando - il colosso televisivo sarebbe già pronto a trasmettere. Una decisione su cu Romani si sarebbe espresso favorevolmente.
Su questo punto il commissario UE per la concorrenza - Joaquin Almunia - ha ribadito al worshop Ambrosetti di Cernobbio che la gara per assegnare i canali multiplex e consentire a Sky di entrare in anticipo (prima delle fine del 2011) nella tv digitale terrestre dovrà essere fatta secondo le regole europee."Le regole della gara, che dovranno essere in linea con le regole europee, è una questione che stiamo ancora dibattendo".
L'articolo di Repubblica ha suscitato un ampio scambio di battute al vetriolo. "Il regalo di un nuovo canale digitale a Mediaset da parte del viceministro Romani, rivelato oggi da Repubblica, è un fatto grave che potrebbe avere conseguenze ancora più gravi" ha dichiarato Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Partito Democratico. "Il canale 58 graziosamente e gratuitamente concesso alle Tv del premier - spiega - non viene infatti utilizzato per alcuna 'sperimentazione', ma per arricchire l'offerta in HD di Mediaset. L'argomento usato da Romani per giustificare il dono - 'anche alla Rai abbiamo consentito di usare frequenze aggiuntive' - non sta in piedi: le aggiunte concesse alla Rai - spiega l'esponente PD - al contrario di quanto sostiene il Ministero, servivano a coprire gli obblighi di copertura posti dalla legge per il servizio pubblico. Questo è un regalo a un privato". "Ma la cosa più grave - conclude - è che il canale donato è il migliore dei 5 che verranno assegnati con una gara del Ministero nei prossimi mesi. Visto che, per l'assurda modalità con cui è fatta la gara, Mediaset si aggiudicherà comunque, e gratis, uno dei cinque, non sarà che Romani gli ha già concesso di accaparrarsi il migliore?".
Per tutta risposta, attraverso una nota ufficiale, il Ministero per lo Sviluppo Economico risponde: "Nessun regalo a Mediaset, ma un provvedimento assolutamente legittimo, sulla base di quanto prevede il codice delle comunicazioni elettroniche, finalizzato a consentire la sperimentazione di tecnologie avanzate e di servizi innovativi a beneficio dell'utenza, ad un uso efficiente dello spettro radioelettrico e a proteggere un patrimonio di risorse frequenziali, attualmente inutilizzato, da possibili occupazioni abusive".
Al di là del dibattito puramente politico, gli imprenditori e i professionisti italiani sottolineano l'importanza di una scelta ragionata per la nuova guida dello Sviluppo Economico. "Lo abbiamo chiesto, lo continuiamo a chiedere - ha affermato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia - in un momento complesso come questo abbiamo bisogno di un ministro dello Sviluppo economico".
Non è escluso che le speranze di molti possano essere disattese. Ai problemi reali del nostro paese servono soluzioni altrettanto realistiche, poste da personalità competenti e avulse dai poteri forti. Una figura del mondo dell'imprenditoria potrebbe essere una scelta intelligente, ma con ogni probabilità non andrà così. Probabilmente non gioverebbe un nome della grande industria, ma un outsider proveniente delle Pmi. Fuori dai giochi, Montezemolo continua ad escludere una sua discesa in campo ("Nel mio futuro vedo auto e treni veloci e non la politica"), pur strizzando l'occhio alla politica con il suo think tank da salotto Italia Futura. Piuttosto che l'ennesimo politico-burocrate, "il ministro che vorrei" è una figura che sappia essere audace - per dirla con la presidente del Medef (la Confindustria francese) Laurence Parisot, che ha recentemente affermato: "Cosa c'è di più audace del Yes we can di Barack Obama?"