Le risorse del PNRR per il monitoraggio di ponti, viadotti e tunnel
E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del MIMS che assegna ad ANAS e ai concessionari autostradali 450 milioni del Fondo complementare al PNRR per effettuare il monitoraggio dinamico di ponti, viadotti e tunnel. Le risorse saranno usate per il censimento delle opere, nonchè per l'acquisto di dispositivi e la realizzazione delle sale controllo.
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A distanza di un mese e mezzo dalla firma del decreto del 12 aprile 2022, si avvia così anche l’intervento che mira a rendere più sicura la rete viaria italiana.
I soggetti destinatari dei fondi sono in tutto 27. Oltre ad ANAS, a cui va oltre la metà delle risorse, nell’elenco sono finiti anche organismi come Autostrade per l’Italia, la Tangenziale di Napoli, l’Autostrada dei Fiori, le società dei trafori Frejus, Monte Bianco e Gran San Bernardo e il Consorzio per le autostrade siciliane, solo per citarne alcuni.
Ecco dunque cosa prevede il programma per il monitoraggio dinamico per il controllo da remoto di ponti, viadotti e tunnel della rete viaria principale, previsto dal Fondo complementare al PNRR - Missione 3.
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Cosa prevede il PNRR per il monitoraggio delle infrastrutture?
Finito all’interno del Programma "Strade Sicure" del Fondo complementare al PNRR - lo strumento alimentato con 30 milioni di risorse nazionali che finanzia gli interventi, per vari motivi, esclusi dal PNRR ufficiale - il Progetto sul monitoraggio di ponti e tunnel è tra quelli fondamentali per avere un'infrastruttura viaria al passo con i tempi.
L’intervento infatti prevede la realizzazione e l’attuazione di sistemi di monitoraggio dinamico che consentono il controllo da remoto, con l’obiettivo di arrivare ad avere un sistema integrato di censimento, classificazione e gestione dei rischi per 12.000 opere d’arte sulla rete stradale principale.
Di queste, oltre la metà (6.500) dovranno essere dotate dell’apposita strumentazione per il monitoraggio dinamico con controllo da remoto e per la gestione della sicurezza in modo strutturale e attraverso un processo che preveda: l’analisi della rete, i sopralluoghi, la gestione del sistema digitalizzato, la classificazione delle priorità e l’attuazione degli interventi.
“Inoltre, per 200 di esse - spiega il Ministero - dovrà essere adottato il modello BIM (Building Information Modeling), che consente la rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali dell’opera”.
Il decreto del 12 aprile 2022, pubblicato sulla GURI n. 126 del 31 maggio 2022, rappresenta adesso un passaggio cruciale per l’attuazione degli interventi, visto che l’atto assegna a ciascun ente la quota spettante di fondi, divisa per annualità.
I 450 milioni, infatti, sono stati spalmati, nel modo seguente, su un arco temporale di 6 anni: 25 milioni di euro per il 2021, 50 milioni per il 2022, 100 milioni per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, e infine 75 milioni per il 2026.
Con la pubblicazione del decreto, la palla passa adesso ai concessionari stradali. L’elaborazione dei rispettivi piani di intervento spetta infatti a loro. Abbastanza serrati i tempi di attuazione del programma. Entro il 31 luglio 2022, infatti, i concessionari dovranno trasmettere l’elenco delle opere soggette al monitoraggio dinamico e il piano delle attività.
A quel punto le liste saranno valutate dal MIMS che, sentita anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), dovrà approvare i piani entro il 31 ottobre 2022.
Consulta il Decreto del 12 aprile 2022 (GURI n. 126 del 31 maggio 2022)
Foto di Tom Fisk da Pexels