La SEPA a rischio frodi secondo i consumatori europei
I potenziali benefici della Single Euro Payments Area (SEPA) rischiano di essere vanificati dai rischi paventati dall’associazione dei consumatori europei (BEUC), descritti in una lettera del 25 gennaio 2010 spedita all’Europarlamento. Il documento fa seguito alla rottura del dialogo in tema di sicurezza tra i consumatori e l’European Payment Council (EPC), il grande consorzio di 76 gruppi bancari che ha redatto il SEPA. Secondo l’accusa, l’European Payment Council avrebbe creato la SEPA senza tenere conto degli utenti finali, come i retailers, le piccole e medie imprese, i consumatori e le compagnie di assicurazione.
Secondo la BEUC le richieste degli utenti sarebbero cadute nel vuoto ed è per questo che l’associazione ha deciso di abbandonare il forum degli stakeholders diretto dall’EPC sull’implementazione della SEPA. Inoltre i consumatori criticano la decisione dell’EPC di voler rivedere la regola sul diritto al rimborso, secondo cui il cliente può essere rimborsato entro otto settimane dalla frode. L’EPC, infatti, vorrebbe porre ulteriori restrizioni a questa regola, che i consumatori giudicano già “semplicemente curativi, non preventivi”.
Secondo l’associazione il modello del SEPA è eccessivamente esposto alle frodi. Per il cliente sarà più difficile provare la frode e riavere indietro il denaro. Sotto accusa anche il fatto che i pagamenti in ambito SEPA necessitino soltanto del codice IBAN e del codice di identificazione bancaria. Queste informazioni, a quanto pare, non proteggono abbastanza il consumatore dalle frodi. Senza maggiori assicurazioni, la BEUC non vede motivi validi per passare dai sistemi nazionali al SEPA.
Una strada irta di ostacoli, quella del SEPA. Si parla di rivoluzione dei pagamenti e della fine dell’era del cash ormai dal 2007, ma ancora non si trova la quadra. Nonostante fossero caldeggiate dal mondo industriale e dagli Stati membri, la Direttiva sui Servizi di Pagamento (l'iniziativa legislativa della Commissione Europea tesa ad ordinare in un singolo quadro normativo l'intera materia dei pagamenti) e la SEPA sono state approcciate con troppa lentezza dal mondo bancario.
Nondimeno, mentre la Direttiva sui Servizi di Pagamento approvata definitivamente nel marzo 2007 verrà recepita nei 30 paesi dell’area EU/EEA e nella Svizzera, la SEPA si rivolge soltanto ai 16 paesi che finora hanno adottato l’euro. Senza la Direttiva, la SEPA non avrebbe base legale.
Infine, il termine per l’attuazione della SEPA era stato fissato per novembre del 2009, ma Estonia, Lettonia, Polonia, Svezia e Finlandia hanno chiesto più tempo.
(a cura di Alessandra Flora)
(a cura di Alessandra Flora)