Efficienza energetica – PE, rafforzare direttiva e innalzare target
Più ambizione e target innalzati. Sono le richieste della commissione Ambiente del Parlamento europeo sulla direttiva efficienza energetica.
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32 voti a favore, 12 contrari e 12 astensioni. Con questi numeri la commissione Ambiente del Parlamento europeo chiede alla Commissione UE e agli Stati membri di mostrare maggior coraggio in fatto di efficienza energetica, innalzando l'asticella dei target vincolanti al 2030.
Direttiva efficienza energetica: com'era...
La direttiva 2012/27 rappresenta il principale strumento legislativo sull'efficienza energetica in vigore a livello Ue. Il provvedimento stabilisce un quadro comune volto a garantire il raggiungimento dell'obiettivo relativo al miglioramento dell'efficienza energetica del 20% entro il 2020, fissando anche obiettivi indicativi a livello nazionale.
La proposta di modifica della direttiva – presentata dalla Commissione europea a fine novembre 2016 attraverso il pacchetto Energia pulita - intende adeguare l'obiettivo di efficienza energetica all'orizzonte 2030, prefiggendosi inoltre di migliorare l'informazione sul consumo per riscaldamento e raffreddamento al fine di promuovere il ruolo attivo dei consumatori, e di potenziare la frequenza dell'informazione mediante l'introduzione dell'obbligo di leggibilità a distanza dei contatori di calore.
Infine, il testo rafforza le disposizioni riguardanti gli aspetti sociali dell'efficienza energetica, disponendo che gli Stati tengano conto delle condizioni di precarietà al momento di mettere a punto i regimi obbligatori di efficienza energetica o le misure alternative.
...cosa cambia
La proposta di revisione della direttiva si compone nel dettaglio di 4 articoli e un allegato. Innanzitutto viene rivisto l'articolo 1, al fine di introdurre un obiettivo unionale vincolante di miglioramento dell'efficienza energetica del 30% per il 2030.
Ne deriva una modifica all'articolo 3, in base al quale gli Stati membri dovranno allineare i rispettivi contributi nazionali indicativi di efficienza energetica all'obiettivo del 2030, tenendo conto del fatto che nel 2030 il consumo energetico dell'Unione non dovrà superare i 1321 Mtoe(8) di energia primaria e 987 Mtoe di energia finale.
Eliminato l'articolo 4, che impone agli Stati membri strategie a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco immobiliare nazionale. Disposizioni confluite nella proposta di direttiva sulla prestazione energetica dell'edilizia.
Viene poi sostituito l'articolo 7 della direttiva, relativo ai regimi obbligatori di efficienza energetica, in base al quale attualmente gli Stati membri devono garantire un risparmio annuo pari a 1,5% in volume delle vendite medie annue di energia ai clienti finali fino al 31 dicembre 2020. Il nuovo articolo 7 estende la portata di questa norma fino al 2030 stabilendo inoltre che gli Stati membri continuino a realizzare nuovi risparmi dell'1,5% per periodi decennali dopo il 2030 a meno che la Commissione, sulla scorta dei riesami effettuati entro il 2027, non li ritenga più necessari.
Gli Stati membri potranno contabilizzare soltanto i risparmi energetici derivanti dalle nuove misure politiche introdotte dopo il 31 dicembre 2020.
Commissione Ambiente PE: più ambizione e target innalzati
Il progetto di parere presentato dall'eurodeputata Jytte Guteland (S&D) e approvato dalla commissione parlamentare chiede di innalzare il target di efficienza energetica, portandolo al 40%.
Inoltre, si chiede agli Stati membri di fissare i propri obiettivi nazionali vincolanti tenendo conto del fatto che nel 2030 il consumo energetico dell’Unione non debba superare 1.129 Mtoe di energia primaria e 825 Mtoe di energia finale.
Non solo. Gli eurodeputati intendono eliminare alcune scappatoie inserite nella proposta di revisione della direttiva: se, da un lato, la normativa obbliga gli Stati membri a risparmiare ogni anno l’equivalente dell’1,5% dell’energia venduta ai consumatori, dall'altro consente di esentare il settore dei trasporti da tale obbligo e di ridurre la percentuali in presenza di azioni di risparmio energetico avviate dalla fine del 2008, ma che continuino ad avere un impatto nel 2020. Flessibilità che finirebbe per ridurre il tasso effettivo dei risparmi energetici medi dall’1,5 allo 0,75% l’anno.
Il 28 novembre sarà la commissione parlamentare competente in materia, vale a dire la commissione Industria, ad esprimersi sulla revisione della direttiva. Quindi il testo dovrà ottenere l'ok in plenaria.
Una partita difficile
La resistenza maggiore ad innalzare i target di efficienza energetica non si trova nelle aule del Parlamento europeo, quanto ai tavoli del Consiglio, che già a giugno aveva raggiunto un accordo sull'approccio generale alla direttiva che già indeboliva la proposta iniziale della Commissione europea.
I ministri avevano infatti proposto di rendere non vincolante l’obiettivo del 30% di efficienza energetica.