Ue - via a Piano investimenti su energia pulita
Più di mille pagine per il pacchetto 'Energia pulita', che secondo le previsioni mobiliterà fino a 177 miliardi di investimenti.
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Il commissario per l'Azione per il clima e l'energia Miguel Arias Canete non esita a definirlo il primo passo verso la “rivoluzione dell'energia pulita”. I numeri del cosiddetto Pacchetto 'Energia pulita per tutti gli europei' o pacchetto invernale della Commissione europea sono in effetti di tutto rispetto: un piano in grado di generare investimenti per 177 miliardi l'anno, da qui al 2021, capace di creare oltre 900mila posti di lavoro e dare una spinta alla crescita del Pil Ue dell'1%.
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Le proposte dell'Esecutivo Ue hanno tre obiettivi principali: privilegiare l'efficienza energetica, conquistare la leadership a livello mondiale nelle energie rinnovabili e garantire condizioni eque ai consumatori.
Energia pulita per tutti gli europei
Questo il nome scelto per il pacchetto, oltre mille pagine in cui sono indicate azioni riguardanti l’efficienza energetica, le rinnovabili, l’assetto del mercato dell’energia elettrica, la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico e le norme sulla governance per l’Unione dell’energia.
Rinnovabili. Resta il target del 27% di energia proveniente da fonti rinnovabili al 2030 indicato dal Consiglio a ottobre del 2014.
La proposta di riforma della direttiva rinnovabili avanzata dalla Commissione intende spingere verso un approccio “market-based” al settore, in grado di creare un mercato unico e redditizio, che garantisca visibilità per gli investitori.
Il supporto e i meccanismi incentivanti che gli Stati membri potranno adottare per sostenere le rinnovabili dovranno rifarsi a una serie di principi di base: l'apertura transfrontaliera dei regimi di sostegno, la non retroattività delle misure e la visibilità sul lungo termine dei meccanismi di supporto.
Viene meno la priorità di dispacciamento per i nuovi impianti a rinnovabili con potenza superiore a 500 kW, limite che scenderà a 250 kW dal 2026 (mentre resterà per quelli esistenti).
Il pacchetto prevede inoltre una semplificazione degli iter autorizzativi e un'attenzione maggiore nei confronti dei prosumer, definiti i driver della transizione energetica. Le nuove tecnologie permetteranno ai consumatori di trasformarsi in soggetti attivi sul mercato energetico, si legge nel pacchetto: con la riforma della direttiva rinnovabili, i consumatori potranno autoconsumare energia senza restrizioni indebite e dovranno essere remunerati per l’energia che cedono alla rete.
Efficienza energetica. In questo caso l'obiettivo fissato dal Consiglio al 2030 è stato innalzato dalla Commissione: il target di efficienza energetica sale così dal 27% al 30%, sarà vincolante e tutti i Paesi Ue dovranno contribuire al suo raggiungimento attraverso piani nazionali per l'energia e il clima.
Secondo le stime della Commissione, il target indicato permetterà un'ulteriore riduzione delle importazioni di combustibili fossili del 12% al 2030 (con un risparmio di 70 miliardi di euro) e la creazione di circa 400mila posti di lavoro in più.
Non solo. L'efficienza energetica viene indicata da Palazzo Berlaymont come un fattore determinante nella lotta alla povertà energetica. Focus, quindi sui consumatori deboli: in un periodo in cui le risorse pubbliche scarseggiano, si legge nella nota della Commissione, si prevede un migliore orientamento degli aiuti verso i consumatori vulnerabili e le aree a fallimento di mercato, anche attraverso una più efficace canalizzazione delle risorse e una combinazione di fondi pubblici.
La revisione della direttiva efficienza energetica proposta prevede inoltre che i fornitori e i distributori di energia siano obbligati a ridurre i consumi dell’1,5% l’anno dal 2021 al 2030. Nel quadro della proposta Ue per l'efficienza rientrano anche misure per l'edilizia (per incoraggiare lo sviluppo di edifici intelligenti), l'ecodesign e l'etichettatura (previsto un working plan per il 2016-2019).
Da sottolineare le misure finanziarie, tra cui l'azione denominata 'Smart finance for smart buildings', che punta a stimolare investimenti pubblici e privati per ulteriori 10 miliardi di euro al 2020 incoraggiando una più efficace combinazione di tutte le forme di finanziamento (Efsi, fondi strutturali, fondi nazionali...).
Mercato elettrico. Una proposta di regolamento e una direttiva in cui Bruxelles affronta il tema del “capacity market”, che nelle nuove indicazioni dovrà essere aperto agli impianti dei Paesi confinanti e basarsi su una solida valutazione di lungo-termine dell’adeguatezza della generazione, affidata a Entso-E, la rete europea dei gestori di rete dei sistemi di trasmissione di energia elettrica: qualora non dovessero emergere criticità, non potranno essere introdotti sistemi di remunerazione della capacità (o utilizzati quelli eventualmente esistenti). Dopo cinque anni dall’entrata in vigore del regolamento, inoltre, ai capacity market non potranno accedere gli impianti con emissioni di CO2 superiori a 550 grammi per kWh.
Bioenergie. Criteri più severi per la sostenibilità delle bioenergie, che includono biomasse e biogas per riscaldamento e generazione elettrica:
- i biocarburanti avanzati dovranno emettere almeno il 70% in meno di gas a effetto serra dei carburanti fossili;
- le biomasse forestali dovranno rispettare standard rigorosi e tenere conto del cambiamento indiretto di uso del suolo;
- gli impianti di produzione di cogenerazione da biomasse e biogas superiori a 20 MW dovranno permettere un risparmio di gas-serra dell’80%.
Ambientalisti e associazioni critici: pacchetto ancora "sporco"
"L'Unione europea ha deciso di dare un colpo violento alla diffusione delle energie pulite, togliendo a queste ultime la priorità di dispacciamento nelle reti elettriche. Una discriminazione che si aggiunge ad una mole di regole, oneri e ostacoli che non aiutano la diffusione delle rinnovabili nel Vecchio Continente", è la nota del Coordinamento FREE (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) che raggruppa circa trenta associazioni del settore. "L'Europa, a parole, dice di voler essere protagonista dell'abbattimento delle emissioni di gas serra come previsto da COP22 e dagli accordi di Parigi e, invece, alla prima occasione si dimostra in contrasto con queste premesse".
Sul versante dell'efficienza energetica, invece, per il Coordinamento FREE, innalzare l'obiettivo dal 27 al 30% è "una buona iniziativa, però del tutto insufficiente".
Dure anche le reazioni degli ambientalisti. Per Legambiente "le proposte della Commissione non consentono all’Europa di accelerare la transizione verso un sistema energetico libero da fossili entro il 2050 e sono in piena contraddizione con gli impegni assunti a Parigi e ribaditi solo pochi giorni fa a Marrakech". E se l’aumento dal 27 al 30% dell’obiettivo per l’efficienza energetica è "un primo insufficiente passo nella giusta direzione", così come lo sono il riconoscimento dell’importanza delle 'comunità energetiche' e del ruolo dei 'prosumer', per le rinnovabili, invece, il target fissato è "fortemente inadeguato, se si tiene conto che il suo trend attuale è del 24%".
Per il WWF il pacchetto presentato dall'Esecutivo Ue è ancora troppo 'sporco': "Si lasciano le porte aperte ai sussidi per i prossimi dieci anni, si mina il sostegno alle energie rinnovabili, si perdono alcune grandi opportunità in materia di efficienza energetica".
"Ora spetta al Parlamento europeo e al Consiglio aggiungere elementi più robusti senza i quali l'Europa rischia di mettere a repentaglio i progressi già fatti, perdendo così gli enormi vantaggi che la transizione energetica porterebbe alle economie, alle opportunità di lavoro e alla nostra salute", conclude il WWF.
> Pacchetto Energia pulita per tutti gli europei
Photo credit: portland general via Foter.com / CC BY-ND