Pressing del Comitato delle Regioni contro la centralizzazione della Coesione
Nel dibattito con il vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, i membri del Comitato delle Regioni hanno chiesto impegni precisi in difesa dei principi della Coesione. Principi che il commissario responsabile per Coesione e Riforme ha assicurato saranno rispettati, senza però chiarire la visione di Bruxelles sul ruolo delle regioni, né escludere espressamente la prospettiva della centralizzazione dei fondi europei in gestione concorrente.
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Incalzato dalla neo-eletta presidente del Comitato delle Regioni (CdR), Kata Tüttő, e dal presidente uscente, Vasco Alves Cordeiro, che hanno chiesto un chiaro impegno a favore di principio di partenariato, gestione condivisa, governance multilivello e approccio place-based nella proposta legislativa per la Politica di Coesione, il vicepresidente Raffaele Fitto ha dichiarato che “le autorità locali e regionali devono avere voce in capitolo nella sua progettazione, gestione e attuazione”.
Una formulazione vaga che non risponde del tutto alle preoccupazioni espresse dalla plenaria del CdR, con numerosi interventi di allarme alla luce della comunicazione della Commissione sul Quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Se finora le voci di una centralizzazione della Coesione trovavano conferma formale sono nella lettera di mandato del commissario al bilancio Piotr Serafin, la comunicazione sul QFP post 2027 pone chiaramente tra i principi che orientano il lavoro della Commissione europea la previsione di Piani nazionali per ciascun paese che includano sia riforme che investimenti coerenti con le priorità comuni dell'UE, tra cui la promozione della coesione economica, sociale e territoriale, senza sciogliere il nodo del ruolo delle regioni.
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L'unica cosa certa, come chiarito da Fitto al Comitato delle Regioni, “è che la Coesione non è intoccabile e deve essere modernizzata”.
Cosa ha detto Fitto al Comitato delle Regioni sulla Politica di Coesione
Nel suo intervento al CdR, il vicepresidente Fitto ha rivendicato l'importanza riconosciuta dalla Commissione von der Leyen bis alla Politica di Coesione, testimoniata anche dalla scelta di porre sotto un unico ombrello i temi della coesione economica, sociale e territoriale e le riforme, ma anche politiche per l'agricoltura, la pesca, la crescita blu, i trasporti e il turismo.
Tra le priorità della Commissione per la prossima Politica di Coesione Fitto ha citato “il diritto di rimanere nel luogo che chiamiamo casa, che va insieme al creare le motivazioni per rimanere”, l'approccio strategico per le sfide urbane, un piano per gli alloggi per la crisi abitativa, la strategia per la resilienza delle risorse idriche e il sostegno alle regioni frontaliere con l'Ucraina.
Davanti alle sfide senza precedenti che l'Unione ha di fronte - difesa, competitività, transizione verde e digitale, sfide demografiche, sovrappopolazione delle città e spopolamento delle aree interne -, “la voce dei territori è fondamentale” e “gli enti locali devono poter dire la propria”, ha assicurato Fitto ai membri del CdR che in più interventi si sono espressi contro ogni ipotesi di centralizzazione della Coesione.
Allo stesso tempo, il commissario non ha chiarito quale forma di coinvolgimento l'Esecutivo UE abbia in mente e ha parlato della necessità di “esplorare soluzioni ad hoc per ogni paese” e di assicurare che “la programmazione sia semplificata e meglio allineata alle esigenze specifiche degli Stati membri”, coerentemente con la prospettiva di Piani nazionali con cui ciascun paese andrebbe a programmare e gestire i fondi europei in gestione concorrente.
Una via intermedia tra una completa centralizzazione stile PNRR e l'attuale sistema di governance potrebbe essere quella dei Piani strategici nazionali della PAC, dove alla strategia nazionale si affiancano complementi regionali che declinano le opzioni approvate a livello centrale. Anche su questa opzione però le opinioni non sono unanimi e nel dibattito il new delivery model della Politica agricola comune è stato citato come esempio di un indebolimento della dimensione territoriale e della specificità degli interventi in relazione ai contesti.
Anche sul piano finanziario Fitto non si è sbilanciato: “sarebbe un piacere dire che voglio confermare il livello di risorse, ma la discussione sta iniziando ora”, ha detto, rimarcando però l'importanza di parlare con una voce unica per rilanciare la Politica di Coesione.
Nel frattempo, l'ex ministro italiano è tornato a sottolineare l'importanza della mid term review. I programmi operativi 2021-27 sono stati approvati in un contesto molto diverso da quello attuale e solo ora stanno entrando nel vivo e la revisione intermedia - ha detto Fitto - è un'opportunità unica per inserire nell'attuale programmazione le nuove priorità e adattamenti che possano migliorare l'assorbimento dei fondi europei nei rispettivi Stati membri.