CSDDD: il Parlamento UE approva la direttiva europea sulla due diligence di sostenibilità

Plenaria - Copyright: © European Union 2023 - Source: EP - Photographer: Philippe STIRNWEISSA meno di due mesi dalle elezioni per il rinnovo dei membri del Parlamento europeo, gli eurodeputati hanno espresso il proprio voto definitivo sull’accordo raggiunto con i colegislatori del Consiglio sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), la direttiva europea sulla due diligence di sostenibilità delle aziende.

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Aprile, infatti, è l’ultimo mese che il Parlamento ha a disposizione per riunirsi in plenaria e approvare importanti provvedimenti come la CSDDD prima delle elezioni europee del 6-9 giugno, quando i cittadini dell'Unione saranno chiamati alle urne per decidere chi farà parte della prossima legislatura.

In occasione della votazione, facciamo il punto su questa direttiva fondamentale per la transizione delle imprese dell’UE.

Cosa prevede la direttiva CSDDD

Proposta dalla Commissione europea nel febbraio 2022, la direttiva CSDDD, che entrerà in vigore nel 2027, mira a introdurre una legislazione obbligatoria in materia di dovere di diligenza delle imprese. Il testo approvato dai 27 a metà marzo 2024, però, è una versione più leggera rispetto a quello presentato inizialmente dall’Esecutivo europeo e all’accordo provvisorio raggiunto tra Parlamento e Consiglio a dicembre 2023, che prevedeva che fossero coinvolte le grandi società dell’UE (e non) con più di 500 dipendenti e un fatturato netto mondiale di 150 milioni di euro.

Nella sua versione più recente, invece, la direttiva richiede alle imprese e alle società madri europee (ed extra UE se hanno almeno 40 milioni di euro di attività in Europa) con più di 1.000 dipendenti e con un fatturato superiore a 450 milioni di euro, di prevenire, porre fine o attenuare eventuali danni alle persone (ad esempio tramite il lavoro forzato o quello minorile) o all’ambiente (attraverso la deforestazione o l’inquinamento) lungo le loro catene di approvvigionamento. Sono inclusi nell’ambito di applicazione della norma anche i franchising con fatturato oltre gli 80 milioni di euro, se almeno 22,5 milioni sono stati generati da royalties.

Alle aziende cui si applica la direttiva è richiesto, inoltre, di adottare e attuare piani di transizione in linea con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C concordata all’Accordo di Parigi. In particolare, il piano di transizione dovrebbe includere gli obiettivi aziendali relativi al cambiamento climatico, con una scadenza temporale, le azioni chiave su come raggiungerli e una spiegazione, comprese le cifre, di quali investimenti sono necessari per attuare il piano.

Secondo quanto concordato dai co-legislatori europei, gli Stati membri designeranno un’autorità di vigilanza che indaga sulla condotta delle imprese e irroga sanzioni alle società non conformi, incluse sanzioni pecuniarie fino al 5% del loro fatturato netto a livello mondiale. Le imprese saranno inoltre responsabili per i danni e dovranno risarcire le loro vittime. In seguito all’opposizione di Paesi come la Finlandia, però, il testo approvato dai 27 ha rimosso le disposizioni sulla responsabilità civile che consentirebbero ai sindacati di citare in giudizio le aziende non conformi. 

Chi è escluso dalla direttiva CSDDD

Al momento, l'accordo PE-Consiglio ha stabilito che il settore dei servizi finanziari sarà escluso dall’ambito di applicazione della direttiva CSDDD. Tuttavia, è prevista una clausola di revisione per un’eventuale inclusione successiva sulla base di una valutazione d’impatto sufficiente.

Le imprese europee coinvolte dalla direttiva CSDDD, in numeri

Secondo i dati preliminari analizzati dal Centro di ricerca sulle società multinazionali (The Centre for Research on Multinational Corporations), saranno coinvolte dalla CSDDD soltanto 5.421 aziende. Si tratta del 67% in meno rispetto alle 16.389 previste in base alle stime fatte sulle precedenti soglie ipotizzate dalla proposta della Commissione e dall’accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio di dicembre. Riduzione che si riflette anche nel contesto italiano, dove si conferma l'incidenza del 67%, con 737 soggetti coinvolti rispetto ai 2.260 attesi in base al testo di dicembre.

Il voto del Parlamento sulla CSDDD

Riunitosi in plenaria mercoledì 24 aprile, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, con 374 voti favorevoli, il testo della direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese. 

"Il voto di oggi rappresenta una svolta in termini di responsabilità aziendale e un importante passo avanti nella lotta alle pratiche da Far West di alcune imprese ai danni delle persone e del pianeta. Queste norme sono il frutto di un compromesso raggiunto faticosamente dopo anni di difficili negoziati. Sono orgogliosa dei risultati ottenuti con i nostri alleati progressisti. Durante la prossima legislatura ci impegneremo non soltanto per una rapida attuazione di questa legge, ma anche per rendere l'economia europea ancora più sostenibile", ha dichiarato Lara Wolters, eurodeputata appartenente al gruppo dell'Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici. 

La direttiva dovrà ora essere formalmente approvata dal Consiglio, firmata, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.

Con l'eccezione degli obblighi di comunicazione, l'applicazione sarà graduale e riguarderà:

  • Le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro a partire dal 2027;
  • Le aziende con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro a partire dal 2028;
  • Tutte le altre organizzazioni che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro) a partire dal 2029. 

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