UE, nel nuovo bilancio più spazio per i fondi di coesione
Si prevede per gli inizi di luglio la conclusione dei lavori per la definizione del budget comunitario 2014-2020. E’ pronto, invece, il documento, firmato dalla Commissione politiche regionali del Parlamento europeo e discusso ieri con il Capo dello Stato, che richiede la creazione di una nuova categoria di finanziamenti, dedicata al sostegno di quelle regioni che non corrispondono ai parametri fissati dall’obiettivo convergenza (trovandosi sotto al 75% del Pil medio europeo).
La partita è importantissima per il nostro paese, che fino al 2013 riceverà con la programmazione comunitaria circa 29 miliardi di euro sui 374 disponibili con le cosiddette politiche di coesione. Dalla nuova misura, infatti, l’Italia potrebbe trarre forte giovamento. Ne parla Francesco De Angelis, parlamentare europeo e componente della Commissione politiche regionali: “Le regioni che rientrano in questo nuovo obiettivo sono 51. Gli stati più beneficiati saranno Germania e Francia. Questo non esclude un buon ritorno per Spagna e Italia ”. Per l’Italia, in particolare, sarebbero interessate Abruzzo, Molise, Sardegna e Basilicata.
Un sostegno ulteriore nei loro confronti è visto con favore, a patto che non sia accompagnato da una rimodulazione al ribasso degli altri fondi di coesione che, alla fine, potrebbe lasciarci con qualche soldo in meno. “L’istituzione di questa nuova categoria è una cosa giusta ma deve necessariamente essere supportata da risorse aggiuntive – prosegue De Angelis -. D’altronde, lo abbiamo sottolineato anche nel documento appena approvato: il nuovo budget non dovrà subire variazioni rispetto a quelli precedenti”. Sul punto, allora, la posizione del parlamento sembra piuttosto ferma.
Una fermezza che, però, si scontra con il difficile dialogo in corso tra parlamento e paesi membri. Se il primo ha chiesto un aumento di fondi del 5 per cento nel nuovo budget, i secondi sembrano propensi alla rimodulazione dei fondi ed alla ridiscussione delle priorità comunitarie. Questo, sebbene una crescita di cinque punti sarebbe appena sufficiente, a detta del parlamento stesso, per raggiungere gli obiettivi ai quali le istituzioni europee si sono già impegnate. Altrettanto forti, nel documento, sono la richiesta di politiche finanziarie calibrate su esigenze di diverso tipo (e non più esclusivamente economiche) e l’attenzione a innovazione, ricerca e fonti rinnovabili, in piena adesione alla strategia Europa 2020.
De Angelis sottolinea poi quanto il capo dello Stato abbia insistito sull’importanza dell’investimento reale dei fondi: “ Da parte del presidente c’è stata una sottolineatura degli sforzi che è necessario fare per impiegare queste risorse, perché la percentuale di utilizzo che abbiamo in Italia è ancora troppo bassa”. Un invito che è anche un auspicio.