Energia – cresce l'importanza delle rinnovabili in Italia
Prosegue la transizione energetica del Paese verso un sistema più efficiente, in cui le rinnovabili svolgono un ruolo chiave
E' quanto dalla Relazione sulla “Situazione energetica nazionale nel 2014” redatta da un gruppo di lavoro costituito presso la Direzione generale per la sicurezza degli approvvigionamenti e le infrastrutture energetiche (DGSAIE) del Ministero dello Sviluppo economico.
La relazione fornisce il quadro informativo necessario per il monitoraggio e l’aggiornamento della Strategia energetica nazionale (SEN) approvata nel 2013, anche alla luce della strategia Unione dell'energia, presentata dalla Commissione europea.
Il contesto internazionale e l'Unione dell'energia
Il 2014 è stato un anno particolare per i mercati energetici internazionali: nella seconda parte dell’anno ilprezzo del petrolio ha perso metà del suo valore (per l’effetto combinato di un’offerta rafforzata dalla produzione USA e di una domanda debole da parte dell’Asia); i prezzi del gas si sono ridotti sui diversi mercati (per la debole domanda in Europa, l’eccesso di offerta in USA e le dinamiche del greggio in Asia). Inoltre, è proseguita la crescita dell’incidenza nel mix energetico internazionale delle fonti rinnovabili, il cui contributo alla produzione di energia elettrica (poco meno di un quarto) ha raggiunto quello del gas naturale.
In questo contesto si pone la strategia presentata a febbraio da Bruxelles, l'Unione dell'energia, un pacchetto di proposte per aumentare la sicurezza energetica dell'Ue, rendere l'Europa leader nel settore delle rinnovabili e favorire la competitività delle imprese.
Obiettivo della strategia è costruire un sistema energetico integrato a livello continentale, basato sulla concorrenza, sul miglior uso possibile delle risorse e su una regolamentazione efficace, che permetta la sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione delle emissioni inquinanti e la competitività delle imprese, con vantaggi anche per i consumatori.
Il mix energetico italiano
La composizione percentuale delle fonti energetiche impiegate per la copertura della domanda nel 2014 è stata caratterizzata, rispetto al 2013, dalla sostanziale stabilità del petrolio (dal 33,7% al 34,4%) e dei combustibili solidi (dall’ 8,2% all’ 8,1%), e dalla diminuzione di quella del gas (dal 33,2% al 30,5%).
Si registra, poi, un piccolo aumento dell’importazione netta di energia elettrica dal 5,4% al 5,7%, mentre continua il trend crescente della quota delle fonti rinnovabili, che passa dal 19,5% al 21,2%.
Da notare al contempo un decremento del fabbisogno energetico nel corso del 2014, dettato dall’azione congiunta della recessione economica, della ricomposizione settoriale della produzione e della maggiore efficienza energetica.
Italia sempre più efficiente e rinnovabile
Come dimostra la composizione percentuale delle fonti energetiche, prosegue la transizione energetica dell'Italia verso un sistema più efficiente, meno dipendente dalle fonti estere e in cui un ruolo sempre più rilevante è giocato dalle fonti a basso contenuto di carbonio, in particolare le energie rinnovabili. Fonti che, da sole, sono arrivate a rappresentare oltre un quinto dell’energia primaria richiesta e sono risultate la prima fonte di generazione elettrica (il 43% della produzione nazionale lorda).
Una strada, quella intrapresa, destinata a migliorare grazie al recepimento della direttiva Ue sull’efficienza energetica e la definizione del piano d’azione per l’efficienza energetica, che intende rimuovere le barriere che ritardano la diffusione di tali fonti, sia a livello nazionale sia locale.
La contrazione degli usi energetici e il concomitante sviluppo delle rinnovabili nei diversi comparti (elettrico, termico e trasporti) ha contribuito a far raggiungere all’Italia già nel 2013 gli obiettivi europei previsti per il 2020, con un’incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi finali lordi pari al 16,7%, solo tre decimi di punto al di sotto del target europeo.
Una criticità del sistema italiano è data dai prezzi dell'energia: nel confronto internazionale, infatti, prezzi rimangono più elevati in Italia, anche per via della tassazione che, per unità di energia finale, è risultata tra le più alte dell’Unione europea (nel 2013 pari a 363 euro per tonnellata equivalente di petrolio, un valore superiore del 68% alla media dell'Ue e secondo solo a quello della Danimarca).
L'impiego delle rinnovabili in Italia
Trainate da meccanismi di sostegno pubblico, le rinnovabili hanno consolidato negli ultimi anni un ruolo di primo piano nell’ambito del sistema energetico italiano. Esse trovano ormai impiego diffuso sia per la produzione di calore (che concentra il 50% circa dei consumi complessivi di energia da FER) sia per la produzione di energia elettrica (45% dei consumi) sia infine come biocarburanti per l’autotrazione (5%).
Per quanto riguarda in particolare il settore elettrico, grazie agli oltre 600mila impianti alimentati da fonti rinnovabili in esercizio sul territorio nazionale, per una potenza installata di circa 50mila MW, nel 2013 sono stati prodotti 112 TWh di energia elettrica, mentre nel 2014 la stima preliminare si attesta sui 118 TWh.
La fonte rinnovabile più utilizzata per la produzione di energia elettrica è quella idraulica (47-48% della generazione da FER), seguita dal solare (19-20%), dalle bioenergie (biomasse solide, bioliquidi, biogas e frazione rinnovabile dei rifiuti: 14%), dalla fonte eolica (13%) e da quella geotermica (5%).
Il contributo fornito dalle fonti rinnovabili nel settore termico è stato approfondito dal punto di vista statistico solo negli anni più recenti, grazie principalmente alle attività di rilevazione sviluppate dal GSE ai fini del monitoraggio degli obiettivi europei sugli impieghi di rinnovabili e alla realizzazione di importanti rilevazioni sul tema.
Nel 2013 risultano consumati circa 10,6 Mtep di fonti rinnovabili per riscaldamento, pari al 18% dei consumi termici complessivi del Paese; in particolare, 9,8 Mtep sono stati consumati in modo diretto (attraverso stufe, camini, pannelli solari, pompe di calore, impianti di sfruttamento del calore geotermico), mentre 0,8 Mtep sono relativi ai consumi di calore prodotto da attività di trasformazione, principalmente impianti di cogenerazione e sistemi di teleriscaldamento alimentati da biomasse (calore derivato).
I dati preliminari relativi al 2014 indicano una leggera flessione della produzione complessiva rispetto all’anno precedente, stimabile in circa 0,4 Mtep, associata principalmente alle più favorevoli condizioni climatiche.
La fonte rinnovabile di gran lunga più importante per la produzione di energia termica è costituita dalla biomassa solida (7,8 Mtep nel 2013 e 7,3 Mtep secondo le stime preliminari del 2014), utilizzata soprattutto nel settore domestico in forma di legna da ardere e pellet; è ancora piuttosto limitato, invece, lo sfruttamento della risorsa geotermica e di quella solare (complessivamente 0,3 Mtep - 0,4 Mtep). È da sottolineare, infine, il contributo rilevante fornito delle pompe di calore (oltre 2,5 Mtep sia nel 2013 che nel 2014).
Per quanto riguarda il settore trasporti, infine, l’impiego delle fonti rinnovabili è costituito dall’immissione in consumo di biocarburanti, per un contenuto energetico complessivo che nel 2013 è stato pari a circa 1,25 Mtep, mentre i dati preliminari relativi al 2014 indicherebbero una flessione di circa 0,2 Mtep. In entrambi gli anni la quota principale di biocarburanti immessi in consumo in Italia (90-95%) è costituita da biodiesel.
Link
Incentivi rinnovabili - critiche alla bozza di decreto
La situazione energetica nazionale nel 2014
Photo credit: alex_ferguson / Foter / CC BY-NC