Commissione Ue - Navracsics a Roma, potenziare Garanzia giovani

Da Garanzia giovani a Erasmus+. Sono alcuni dei temi emersi nel dibattito con il commissario Ue per l'Istruzione Tibor Navracsics e il ministro Stefania Giannini

EU Dialogues

 

 

Il Commissario Ue per l'Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport Tibor Navracsics e la titolare del MIUR Stefania Giannini si danno appuntamento a Roma, presso il Teatro Argentina, per partecipare a un Dialogo con i cittadini su cultura e istruzione.

Dialogo che si apre con il tema Garanzia giovani, il programma Ue diretto ad offrire opportunità di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro a circa 900mila giovani. E' un giovane iscritto al programma a rivolgersi al commissario e al ministro, chiedendo conto della lentezza riscontrata nell'avvio della misura 'Apprendistato per l'alta formazione e la ricerca' di Garanzia giovani.

“Si tratta di una lentezza italiana, che inizialmente non ha permesso di declinare al meglio l'opportunità europea”, precisa il ministro dell'Istruzione. “Garanzia giovani è stato concepito, in fase iniziale, prevalentemente come collocazione nel mondo del lavoro". Ora emerge, invece, l'esigenza di sviluppare maggiormente la sezione del programma rivolta alla formazione. “Fra gli ostacoli maggiori, l'asfissia burocratica”, ammette Giannini, “In generale, e non solo nel caso di Garanzia giovani, si dovrebbe attivare un raccordo più stretto, elastico e rapido tra mondo della formazione e mondo del lavoro”.

Certo, riconosce Navracsics, “si è verificata anche una responsabilità da parte della Commissione. Il programma, che è stato adottato due anni fa, dal punto di vista finanziario presentava una crescita incrementale delle risorse finanziarie. Era quindi ideato per incrementare l'importo da un anno all'altro”.

Tuttavia, lo sblocco effettivo della quota di prefinanziamento dei programmi operativi che beneficiano della dotazione prevista per la Garanzia giovani è arrivato nelle casse degli Stati europei solo a maggio di quest'anno. Per l'Italia si tratta di oltre 170 milioni di euro per il 2015, su un totale di 567 milioni che riceverà nell'arco di due anni.

“Il 30% dell'importo totale verrà stanziato per gli Stati membri per questo e il prossimo anno. Dopo spetterà ai singoli Paesi utilizzare al meglio questi fondi”, nota il commissario. L'Italia non brilla nel panorama Ue per quanto riguarda l'attuazione del programma, ma “non è nemmeno nella peggiore situazione: Portogallo, Spagna e Grecia si trovano più in difficoltà”.

Buona parte delle domande del pubblico, costituito soprattutto da studenti, si è concentrata sui programmi di mobilità Ue. “Quest'anno abbiamo quintuplicato i fondi destinati alla mobilità: 51 milioni di euro contro gli 11 milioni dello scorso anno”, tiene a sottolineare il ministro.

Quanto alla proposta, avanzata da una studentessa, di estendere i progetti di mobilità anche alle scuole secondarie, Navracsics si dice favorevole sul piano teorico, ma ammette: “E' un problema molto difficile, ci vorranno molti più fondi. Stiamo lavorando per far sì che i sistemi d'istruzione e i progetti di mobilità diventino accessibili a tutti i giovani, indipendentemente dalla loro estrazione socio-culturale”.

E il commissario rilancia: “vorrei maggiore collaborazione a livello di eTwinning”, la piattaforma europea che permette agli insegnanti di incontrare colleghi, scambiarsi idee e realizzare progetti collaborativi in tutta sicurezza.

Gli insegnanti e la loro formazione sono stati al centro della sessione conclusiva del dialogo con i cittadini. Formazione che, dichiara Giannini, passa attraverso due direttici: “non c'è Europa senza comprensione reciproca, ed è quindi fondamentale la formazione linguistica; fondamentale poi la formazione digitale. Digitalizzare l'educazione non significa solo intervenire sulle infrastrutture, ma creare un modello didattico nuovo, anche formando i docenti”.

Non a caso proprio ieri il MIUR ha lanciato il Piano nazionale per la scuola digitale, per innovare la didattica attraverso l'ICT, a vantaggio di studenti, docenti e personale della scuola, che può contare su un miliardo di euro a valere su La Buona Scuola e sul nuovo PON per l'istruzione.

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