Cina - imprese e istituzioni Ue unite su fronte anti-MES
Imprese e istituzioni europee fanno fronte comune contro la concessione dello status di economia di mercato alla Cina
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Il dibattito: la concessione dello status di economia di mercato alla Cina
L'11 dicembre 2016 scadranno alcune disposizioni del regime transitorio imposto alla Cina al momento dell'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio. La scadenza si riferisce, in particolare, a un comma del Protocollo di adesione all'OMC di Pechino che ha finora consentito all'Ue di imporre sui prodotti oggetto di dumping importati dalla Cina dazi basati su una metodologia da economia non di mercato.
L'eventuale concessione dello status di economia di mercato (in inglese Market Economy Status, MES) a Pechino dopo l'11 dicembre 2016 - tutt'ora al centro di un acceso dibattito a livello internazionale - avrebbe dirette conseguenze sulla capacità di Bruxelles di proteggere l'economia Ue dai danni derivanti dall'importazione di prodotti esportati dalle imprese cinesi ad un prezzo molto più basso di quello di mercato, fonte quindi di concorrenza sleale.
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Imprese e istituzioni Ue contro la concessione del MES
Con l'avvicinarsi della scadenza, la questione impegna ogni settimana di più l'agenda delle istituzioni europee e l'attività dei rappresentanti dell'industria Ue, preoccupati dalle tante conseguenze di un'eventuale concessione del MES alla Cina.
All'appello dei 5mila lavoratori dell'industria Ue provenienti da 19 Paesi membri, che ieri hanno marciato su Bruxelles per esortare i leader dell'Unione a rifiutare a Pechino lo status di economia di mercato, si è unita la voce del Parlamento europeo, che vede sostenitori del fronte anti-MES tanto a destra quanto a sinistra.
Se, da un lato, il presidente degli europarlamentari S&D Gianni Pittella si è dichiarato “totalmente e calorosamente insieme a imprenditori ed operai contro la concessione dello status di economia di mercato alla Cina”, dall'altra ala dell'Europarlamento, il deputato PPE ed ex commissario all'Industria Antonio Tajani ha sottolineato che serve "un terreno di gioco alla pari con la Cina, che non è un'economia di mercato” e non le va quindi “riconosciuto questo status".
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Le opzioni di Bruxelles per il post dicembre 2016
La Commissione europea, lo ricordiamo, ha aperto nei giorni scorsi una consultazione pubblica per ricevere da tutti gli stakeholder contributi in merito alla questione. Si chiede, in particolare, se l'Ue debba modificare il trattamento da applicare alla Cina nelle indagini antidumping, e, se sì, in che modo. Bruxelles ha finora messo a punto tre possibili opzioni di comportamento per il periodo successivo alla scadenza del regime transitorio imposto alla Cina per i primi 15 anni dall'ingresso nell'OMC:
- opzione 1: lasciare invariata la normativa Ue continuando ad utilizzare la metodologia da economia non di mercato nelle inchieste antidumping relative ai prodotti cinesi;
- opzione 2: cambiare la metodologia antidumping per le inchieste di difesa commerciale contro la Cina senza misure di mitigazione;
- opzione 3: cambiare la metodologia antidumping per la Cina come parte di un pacchetto che comprenda anche misure di mitigazione.
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