Biologico – controlli UE migliorati, ma prodotti troppo cari
Una relazione della Corte dei Conti europea riconosce i progressi compiuti dall'UE nel sistema di controllo per i prodotti biologici, ma rileva anche alcuni nodi irrisolti. A partire dai costi elevati per i consumatori.
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Lo studio si basa sui risultati di una serie di visite di audit realizzate dalla Corte dei Conti UE nel Regno Unito, in Germania, Italia, Spagna, Francia e Irlanda per verificare il funzionamento del sistema di controllo della produzione, trasformazione, distribuzione e importazione di prodotti biologici.
L'obiettivo era verificare l'evoluzione della situazione rispetto alla precedente relazione della Corte, risalente al 2012, e la capacità del sistema di controllo UE di fornire maggiori garanzie ai consumatori. Oltre a monitorare gli sviluppi nei sei Stati membri visitati in precedenza, gli auditor della Corte hanno effettuato visite anche in Bulgaria e nella Repubblica ceca.
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Dall’audit è emerso che il sistema di controllo è migliorato e che le raccomandazioni espresse in precedenza sono state, in linea generale, attuate. Gli Stati membri esaminati nell’audit precedente hanno preso provvedimenti per migliorare i propri sistemi di controllo, mentre la Commissione europea ha ripreso le visite effettuando verifiche nella maggior parte degli Stati membri.
Permangono, tuttavia, una serie di debolezze: il ricorso a provvedimenti per far applicare la normativa a fronte delle inosservanze constatate non è stato armonizzato a livello dell’UE e le autorità e gli organismi di controllo degli Stati membri sono stati talvolta lenti nel segnalare le inosservanze.
I prezzi pagati dai consumatori per i prodotti recanti il marco biologico dell’UE, inoltre, spesso superano in misura considerevole quelli dei prodotti convenzionali.
L’audit ha anche esaminato, più ampiamente, i regimi di importazione, considerando che nel 2018 l’Unione ha importato prodotti biologici da oltre 100 paesi terzi. La Corte ha rilevato che la Commissione ha iniziato ad effettuare visite presso gli organismi di controllo nei paesi che esportano prodotti biologici nell’UE, ma anche riscontrato debolezze nei controlli svolti dagli Stati membri sulle partite in entrata, rilevando anche che, in alcuni Paesi dell'Unione, i controlli espletati dagli appositi organismi sugli importatori erano ancora incompleti.
La Corte ha infine proceduto alla verifica della tracciabilità dei prodotti biologici. Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, specie nell’UE, per molti prodotti non è stato possibile risalire al produttore agricolo, mentre in alcuni casi tale procedura ha richiesto più di tre mesi.
“Quando i consumatori acquistano prodotti biologici, fanno affidamento sull’applicazione delle norme vigenti in ogni fase della filiera di approvvigionamento, a prescindere dal fatto che si tratti di prodotti UE o importati”, ha dichiarato Nikolaos Milionis, il membro della Corte dei Conti europea responsabile della relazione. “La Commissione dovrebbe adoperarsi, assieme agli Stati membri, per porre rimedio alle restanti debolezze e rendere il sistema di controllo il più efficace possibile. Tale condizione è fondamentale per preservare la fiducia del consumatore nel marchio biologico dell’UE”, ha aggiunto.
Le raccomandazioni rivolte dalla Corte alla Commissione riguardano quindi la necessità di ovviare alle restanti debolezze rilevate nei sistemi di controllo e di rendicontazione degli Stati membri, di migliorare la vigilanza sulle importazioni, anche attraverso una maggiore cooperazione con gli organismi di accreditamento e con le autorità competenti di altri importanti mercati di importazione, e infine di espletare controlli di tracciabilità più esaustivi per i prodotti biologici.
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