PAC – i contributi PSR per regimi di qualita' non convincono le imprese
Scarsa appetibilità dei bandi, oneri amministrativi, mancanza di competenze. Sono alcune delle criticità che limitano l'impatto della Misura 3 dei PSR per la promozione dei sistemi di qualità, secondo uno studio della Rete rurale nazionale.
Uno studio pubblicato nell'ambito delle attività del Programma Rete rurale nazionale 2014-2020 fa il punto sui primi risultati della Misura 3 dei Programmi di Sviluppo Rurale, che mira a migliorare la competitività delle imprese agricole attraverso la promozione dei regimi di qualità. Non sempre la Misura genera gli effetti desiderati, soprattutto per quanto riguarda la Sottomisura 3.1.
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Gli obiettivi della Misura 3 del PSR
Obiettivo della Misura 3 “Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari” è migliorare la qualità delle produzioni agricole attraverso il sostegno alle aziende agricole che si dotano per la prima volta di una certificazione di prodotto (Sottomisura 3.1) e il finanziamento di azioni di informazione e promozione dei prodotti di qualità (Sottomisura 3.2).
La Misura è stata attivata da tutte le Regioni italiane (escluse le Province autonome di Bolzano e Trento), ma ha ricevuto in media appena l’1% dell’importo della dotazione finanziaria totale dei Programmi di Sviluppo Rurale, con percentuali più elevate in Piemonte (2,8%), Calabria (2,3%) e Marche (2,0%) e importi particolarmente contenuti in Campania, Sardegna e Toscana, tutte ferme allo 0,4%.
A livello nazionale, alla data del 31 dicembre 2017 il rapporto individua un totale di 62 bandi attivati dalla quasi totalità delle Regioni, di cui 31 bandi per la Sottomisura 3.1 da parte di tutte le Regioni, ad esclusione di Basilicata, Calabria, Lazio e Molise, e 31 bandi per la Sottomisura 3.2, per la quale solo Calabria e Lazio non hanno emesso bandi.
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Budget ridotto e scarso interesse frenano la Misura 3
Attraverso un questionario sottoposto ai responsabili regionali della Misura 3, cui hanno risposto 14 referenti su 19, la Rete rurale nazionale ha delineato un primo quadro dell'impatto degli interventi a metà programmazione.
Ne è emerso un ruolo secondario della Misura 3, sia in termini di risorse che di interesse da parte delle imprese, soprattutto per quanto riguarda la Sottomisura 3.1.
A pesare sono sicuramente gli oneri burocratici, che incidono pesantemente sul costo dell’operazione per l’amministrazione pubblica, ma le amministrazioni potrebbero essere scoraggiate anche dell'impatto limitato prodotto dalla Misura 132 “Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare” del PSR 2007-2013, rivelatasi incapace di influenzare in modo significativo la partecipazione ai regimi di qualità.
Laddove invece le amministrazioni scommettono sull'importanza della Misura, come nel caso del Piemonte, che ha previsto un budget più corposo (30,7 milioni di euro) e attività di comunicazione nei confronti delle aziende, le performance in termini di aziende interessate e beneficiarie dell’aiuto risultano migliori.
Diverse Autorità di gestione stanno ora cercando di allargare la platea dei possibili beneficiari, includendo anche consorzi di tutela e organizzazioni di produttori; una spinta al successo della Sottomisura 3.1 potrebbe venire inoltre dall'attuazione del Regolamento Omnibus sullo sviluppo rurale, che permetterà a tutte le imprese che hanno aderito a un regime di qualità da meno di cinque anni, e non più solo ai nuovi iscritti, di beneficiare dei contributi PSR.
Quanto alla Sottomisura 3.2, al 31 dicembre 2017 risultano ancora pochi progetti di promozione, con una netta preponderanza del settore dei vini a denominazione di origine, anche grazie all'esperienza acquisita con le azioni di promozione dell’OCM vino. Gli operatori di altri settori, invece, sono meno abituati a questo genere di attività e, segnalano i responsabili di Misura, finiscono spesso per presentare progetti di bassa qualità che falliscono in sede di istruttoria.
> Analisi dell’attuazione della Misura 3
photo credit: OneArmedMan