Industria 4.0 – Anpal, in Italia poche assunzioni di professionisti ICT
Secondo il Rapporto Laborstat, elaborato da Anpal Servizi, le imprese italiane assumono pochi specialisti in ambito digitale rispetto agli altri Paesi UE e con contratti frammentari o troppo brevi.
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Uomo, Italiano, under 40: è il professionista del digitale in Italia, nell’identikit tracciato da Laborstat nella nota di luglio “Le imprese che assumono specialisti dell’ICT. La domanda di lavoro delle professioni digitali”.
Il rapporto evidenzia luci e ombre del nostro Paese rispetto a competenze e fabbisogni professionali nel settore ICT, ancora molto indietro rispetto alla media europea, ma con punte di eccellenza in alcune aree geografiche.
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In Europa sono oltre 8 milioni i professionisti dell’ICT, e ad avere il primato è la Gran Bretagna, Paese nel quale lavorano 1,6 milioni di specialisti digitali. Seguono la Germania con 1,5 milioni, e la Francia, a quota un milione.
In Italia il settore occupa circa 600mila esperti. Un po’ poco, effettivamente, per il Paese di Industria 4.0, e distribuito in maniera diseguale sul territorio nazionale.
Ad avere il primato, infatti, delle assunzioni di esperti ICT, nel 2017, è la Lombardia (5,2% delle realtà imprenditoriali), seguita dal Lazio (4,3%) e dal Piemonte (4%).
Il distacco delle regioni del Sud è netto: si distinguono in particolare la Calabria (1%), Basilicata e Puglia (1,5%). Ma è in generale il tessuto produttivo italiano a non brillare rispetto alla ricerca di competenze ICT: sempre nel 2017, sono state 33mila le imprese che hanno assunto lavoratori con questo tipo di competenze, circa il 2,9% della platea di quelle che hanno assunto nuovo personale.
Circa il 60% di queste ha attivato un solo contratto; solo il 15/20% delle imprese che hanno cercato profili specializzati nell’ICT ne ha attivati due. Spicca il Lazio, dove oltre il 24% è arrivato a 5 assunzioni.
Nell’arco di tempo che va dal 2012 al 2016, il peso percentuale di tali aziende non supera mai il 3,3%, punta massima raggiunta nel 2015.
In provincia la concentrazione delle assunzioni di specialisti ICT non cambia molto. La distribuzione provinciale riflette in sostanza quanto avviene a livello regionale, con Milano in testa tra le province con percentuale più alta di imprese che hanno assunto lavoratori ICT(7,67%), seguita da Torino (5,8%), Roma (5,4%), Bologna (5,3%). E poi ancora Monza e Brianza, Padova, Modena, Vicenza: realtà centro settentrionali.
A Sud si registrano invece i peggiori risultati: in testa Reggio Calabria (0,65%), Agrigento (0,70), Crotone (0,74), e ancora le province sarde (Medio Campidano, Olbia Tempio. Ogliastra, Nuoro).
Dal punto di vista contrattuale, per altro, la caratteristica di questi contratti è la elevata frammentarietà, e la breve o brevissima durata. Questi aspetti riguardano in particolare i lavori legati al settore della produzione cinematografica, televisiva e video, nel quale per altro si concentrano le assunzioni di lavoratori specializzati nell’ICT.
Una fotografia, dunque, di quanto le nostre imprese siano disposte a investire in capitale umano altamente specializzato, e di quanto ancora siano ampi gli spazi per sviluppare un settore che nel resto d’Europa è cruciale per l’occupazione e per la crescita del tessuto produttivo.
> Le imprese che assumono specialisti dell’ICT
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