Startup – che impatto hanno sull'ecosistema italiano dell'innovazione
Continua ad espandersi la platea di startup e PMI innovative. Sempre più diffuse le agevolazioni previste dallo Startup Act.
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Una media di oltre 250 nuove iscrizioni mensili al registro delle imprese, un valore della produzione complessivo che supera i 2 miliardi di euro, alto tasso di sopravvivenza e ricambio generazionale. Sono alcuni dei tratti che compongono il ritratto delle startup italiane secondo la relazione annuale 2017 presentata dal Ministero dello Sviluppo economico ad esattamente cinque anni dal lancio dello Startup Act - la politica nazionale per le startup innovative – e a due anni dal varo dell’analoga iniziativa in favore delle PMI innovative.
Che impatto hanno le startup sull'ecosistema italiano dell'innovazione
L’impatto prodotto sull’ecosistema italiano dell’innovazione può essere ben rappresentato in alcuni punti chiave.
Quante sono. Le startup iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese – condizione abilitante per l’accesso al regime agevolativo di startup innovativa – sono 7.398, cui vanno aggiunte 565 PMI innovative. Nel complesso, quasi il doppio rispetto a due anni fa, e 1.800 in più rispetto al 30 giugno dello scorso anno.
Iscrizioni mensili al registro. La media mensile delle nuove iscrizioni nella sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative è passata da 161 nel 2015 a 183 nel 2016, per raggiungere quota 253 nei primi sei mesi del 2017. Il record assoluto di iscrizioni si è raggiunto a marzo 2017, con 282 nuove startup registrate.
Dove si trovano. C’è almeno una startup innovativa in 1.414 comuni italiani, e in tutte le province del Paese. Milano continua a guidare la classifica, con 1.028 startup innovative, vale a dire il 60% delle startup della Lombardia e il 14% di tutte le startup italiane. La più elevata incidenza di startup sul totale delle imprese attive si registra nelle province di Ascoli Piceno e Trieste.
Come le startup, anche le PMI innovative sono in maggioranza (59,8%) localizzate nelle regioni settentrionali del Paese: 220 (38,9%) hanno sede in una regione del Nord-ovest, 118 (20,9%) nel Nord-est. 131 PMI innovative si trovano nel Mezzogiorno, quasi un quarto del totale nazionale (23,2%); l’Italia centrale si ferma invece a 96 imprese iscritte (17%).
Da startup a PMI innovativa. Il numero di PMI innovative è quasi triplicato (+177%) negli ultimi 12 mesi, passando da 204 a 565. Un dato interessante che emerge dalla relazione annuale riguarda la transizione da startup a PMI innovativa: quasi il 40% delle imprese attualmente iscritte come PMI innovativa è una ex-startup.
Rilevante è il “ricambio generazionale” che ha avuto luogo tra il 2016 e il 2017: circa 800 imprese diventate anagraficamente “mature” sono gradualmente fuoriuscite dalla sezione speciale a partire dal 18 dicembre 2016, per effetto della conclusione del cd. “regime transitorio” previsto dal d.l. 179/2012 a tutela delle società costituite prima dell’entrata in vigore della normativa.
Alto tasso di sopravvivenza. Ad oggi soltanto il 6% delle startup innovative costituite nel 2014 e il 10% di quelle iscritte prima del 2013 ha cessato la propria attività. Più nel dettaglio, il tasso di sopravvivenza a due anni si attesta vicino al 95%, mentre a tre anni scende intorno al 90%.
Forza lavoro. Dal punto di vista occupazionale, le startup innovative esprimono una forza lavoro complessiva pari a 34.120 persone, di cui 10.262 addetti e 23.858 soci. Rispetto alle 32.087 persone coinvolte al 30 giugno 2016, si registra un incremento di 2.033 unità (il 6,3%). Per addetti (o dipendenti) si intendono tutti coloro in possesso di un contratto a carattere subordinato con l’azienda, inclusi i lavoratori part-time e stagionali. Le fonti statistiche disponibili non consentono quindi di includere i lavoratori parasubordinati, come ad esempio i titolari di contratti di collaborazione o di partita IVA.
Soci: uomini e under 35. Le startup hanno in media 3,6 soci ciascuna, un valore significativamente più elevato rispetto a quello registrato sul totale delle società di capitali (2,54), e il 21,5% ha in maggioranza soci under-35, percentuale più che tripla rispetto alle altre società di capitali (6,7%). Da sottolineare la forte prevalenza maschile tra i soci della startup: il 79,6% dei soci è uomo, e poco più del 20,4% è donna.
Il ruolo delle persone giuridiche. Il 40% del capitale sociale delle startup innovative e quasi il 60% di quello delle PMI innovative è detenuto da persone giuridiche, vale a dire altre imprese, fondi d’investimento, università… In totale, i soci persone fisiche possiedono partecipazioni in 6.933 startup innovative, per 190 milioni di euro complessivamente sottoscritti e un valore medio della partecipazione per ciascuna persona fisica di 7.599 euro. Tra i soci delle startup innovative figurano, inoltre, 3.288 persone giuridiche (altre aziende produttive e veicoli d’investimento, ma anche università e associazioni), che possiedono partecipazioni in 2.328 startup innovative (il 31,5% del totale), per complessivi 147 milioni di euro sottoscritti.
Fatturato delle startup oltre i 2 miliardi. Dalla loro introduzione nel sistema giuridico italiano, le startup non si possono più considerare come una realtà di nicchia visto che esprimono complessivamente oltre 2 miliardi di euro di fatturato.
Le quasi 2.900 startup per le quali sono disponibili i bilanci sia per il 2015 che per il 2016 fanno registrare una crescita del fatturato complessivo pari all’81,3%; il fatturato medio per startup innovativa è cresciuto in media di quasi 100mila euro in un anno, passando da 115mila euro a 208mila euro. Le startup beneficiarie della policy a partire dal 2015 hanno in media raddoppiato il loro fatturato nel 2016, quelle iscritte dal 2013 e dal 2014 lo hanno in media triplicato.
Fatturato delle PMI innovative. 4 PMI innovative su 10 hanno registrato nel 2016 un fatturato superiore a 1 milione di euro. Guardando più nello specifico, il valore della produzione complessivo espresso dalle 490 PMI innovative che hanno già depositato il bilancio per il 2016 (l’86% del totale delle iscritte al 30 giugno 2017) supera il miliardo di euro. La distribuzione per classi rivela come quasi il 30% delle imprese presenti un valore della produzione compreso tra i 100mila e i 500mila euro, il 16,9% si collochi nella classe da 500mila euro a un milione, poco più dell’11% abbia un valore della produzione tra uno e due milioni, un altro sesto (il 16,5%) tra due e cinque milioni, e circa il 12% superi i 5 milioni.
Le startup investono di più. Le startup innovative tendono a effettuare investimenti, in particolare in asset immateriali, in misura molto superiore alle altre imprese: il loro tasso di immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale netto (25%) è di 8 volte superiore rispetto a quello di tutte le società di capitali italiane.
Le agevolazioni e facilitazioni dello Startup Act funzionano
La Relazione mostra come le agevolazioni previste dallo Startup Act italiano vengano utilizzate sempre più diffusamente. In particolare, ormai quattro startup su dieci, tra quelle avviate nel 2017, hanno optato per la nuova modalità di costituzione gratuita mediante piattaforma digitale lanciata nel luglio del 2016, che comporta un risparmio medio stimato intorno ai duemila euro: nell’ultimo anno 740 startup hanno utilizzato la nuova la nuova modalità di costituzione digitale e gratuita. Negli ultimi sei mesi il 42,8% delle nuove costituzioni è avvenuto con questa modalità (in Veneto oltre il 70%), che comporta per ciascuna impresa un risparmio medio stimato di 2mila euro.
I prestiti bancari alle startup innovative favoriti dall’intervento semplificato del Fondo Centrale di Garanzia hanno superato nel corso dei quattro anni di operatività dello strumento il mezzo miliardo di euro. E la metà di tale ammontare è riconducibile solo all’ultimo anno: grazie all’intervento del Fondo di Garanzia per le PMI è stato erogato credito bancario per 477 milioni di euro in favore delle startup innovative, e per quasi 26 milioni verso le PMI innovative. Il tasso di sofferenza dei prestiti a startup innovative garantiti dal Fondo è dello 0,9%, sensibilmente più basso di quello registrato dalle altre imprese di nuova o recente costituzione
La metà delle campagne di equity crowdfunding ad oggi avviate in Italia sono state lanciate nel solo 2017, per una raccolta complessiva di investimenti che supera di tre volte il dato registrato solo un anno e mezzo fa; nel 2015 gli investimenti in equity in startup innovative agevolati dagli incentivi fiscali previsti dallo Startup Act italiano hanno toccato quota 83 milioni di euro, per un aumento del 64% rispetto al 2014.
Nello stesso anno, hanno beneficiato degli incentivi fiscali 2.110 persone fisiche e 332 società di capitali, oltre 1.000 in più rispetto al 2014. Nel complesso, gli investitori hanno beneficiato di detrazioni IRPEF (19%) e deduzioni dall’imponibile IRES (20%) per circa 11,6 milioni di euro; le startup e le PMI innovative che hanno fatto ricorso all’equity crowdfunding hanno raccolto in tutto 12,5 milioni di euro in 109 campagne, più della metà delle quali (59) è stata avviata negli ultimi 12 mesi.
Infine, la relazione fa riferimento ai numeri del programma Italia Startup Visa, che dal 2014 ha semplificato la procedura di concessione dei visti d’ingresso per cittadini non UE che intendono avviare una startup in Italia, che ha fatto registrare oltre 250 candidature da 34 Paesi, di cui circa metà pervenute solo nell’ultimo anno. 151 cittadini extraeuropei (su 252 candidati, da 34 Paesi) hanno ottenuto un nulla osta al visto per lavoro autonomo startup tramite il programma Italia Startup Visa per portare in Italia la propria idea imprenditoriale innovativa.