Aree interne – primi Accordi di Programma Quadro in dirittura d'arrivo
Oltre alle risorse nazionali stanziate con le leggi di Stabilità, essenziale il contributo dei POR FESR e FSE e dei PSR
> Strategia aree interne: fondi Ue e nazionali per sviluppo locale
> Aree Interne: linee guida per strategia d'area-progetto
In circa un anno, tra luglio 2015 e settembre 2016, il Comitato Tecnico, le Regioni e le amministrazioni locali hanno portato a termine il processo di selezione dei territori oggetto della Strategia nazionale per la aree interne: dalle 55 selezionate a luglio 2015 si è arrivati a 68 aree a fine 2016 ed è in dirittura d'arrivo la definizione della sessantanovesima area. In tutto, sono 1.043 i Comuni coinvolti (il 24,9% di quelli classificati come aree interne e il 12,9% del totale dei Comuni italiani), con una popolazione di 2.026.299 abitanti su una superficie complessiva di 49.103 kmq.
La relazione annuale presentata al CIPE dal ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti si concentra sulle scelte effettuate dalle cinque aree per cui è già stata approvata la Strategia d’area - cioè Alta Valtellina, Valchiavenna, Antola Tigullio, Appennino Basso Pesarese-Anconetano e Casentino-Valtiberina - e dalle 19 che hanno chiuso il documento di intenti preliminare alla Strategia vera e propria. Focus anche sulle risorse a disposizione, a valere su fondi nazionali ed europei, e sulle scelte operate dalle Regioni nell'ambito dei Programmi di sviluppo rurale (PSR).
Stato dell'arte e scelte strategiche
A fronte di 19 documenti preliminari approvati, a dicembre 2016 solo cinque aree interne (Alta Valtellina, Valchiavenna, Antola Tigullio, Appennino Basso Pesarese-Anconetano, Casentino- Valtiberina) hanno ottenuto il via libera della Strategia d'area e delle relative schede di intervento preparandosi alla firma dell’Accordo di Programma Quadro (APQ). Per due di queste (Valtellina e Basso Pesarese) è partita anche l’elaborazione degli APQ, mentre entro febbraio dovrebbero ricevere l'ok altri 5 documenti preliminari.
Comune a tutti i documenti approvati è il tema della valorizzazione del paesaggio, cui diverse aree interne aggiungono l'obiettivo del rilancio dell'agricoltura, per attrarre nuovi abitanti e attività economiche oppure in combinazione con attività di promozione turistica. Altro tema comune è quello del potenziamento dei servizi per la cittadinanza, a partire dalla scuola e dalla mobilità.
Rispetto alle aspettative la relazione rileva un ritardo nell'avanzamento dei lavori, riconducibile all'innovatività del metodo, alla governance multilivello e all'attività sul campo, oltre che alle forti differenze tra un’area interna e l’altra.
Tra le innovazioni più significative c'è la spinta verso la gestione di funzioni e servizi in forma associata tra diversi Comuni, che si sta concretizzando in forme anche molto differenziate, in base alle esigenze dei territori. Nella Comunità Montana Valchiavenna, ad esempio, si lavora a quindici convenzioni per la gestione associata di funzioni quali il servizio per la viabilità, lo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP), il Nucleo di valutazione, la prevenzione del randagismo, il servizio tecnico comunale, mentre altri enti locali hanno scelto la strada della fusione di Comuni.
Risorse nazionali e Fondi Ue
La Strategia nazionale per le aree interne è stata finanziata dalla legge di Stabilità 2014 con 90 milioni di euro e dalla legge di Stabilità 2015 con ulteriori 90 milioni, poi incrementati a 100 dalla manovra per il 2016.
Questi 190 milioni sono stati autorizzati dal Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987 nella misura di:
- 16 milioni di euro per l'anno 2015,
- 60 milioni di euro per l'anno 2016,
- 94 milioni di euro per l'anno 2017,
- 20 milioni di euro per l'anno 2018.
Tra i risultati positivi segnalati dal rapporto vi è il fatto che le risorse nazionali producono un effetto leva mobilitando i fondi europei gestiti dalle Regioni attraverso i Programmi operativi FSE e FESR e i Programmi di sviluppo rurale (PSR) cofinanziati dal FEASR, come nel caso dell'area della Valtellina, dove i fondi nazionali, pari a 3,7 milioni di euro, per il miglioramento dei servizi, sono stati integrati con 9,5 milioni di euro a valere sul FESR, 2,8 milioni di euro a valere sul FEASR e 3,7 a valere sul FSE, per un totale di 19,8 milioni di euro.
> Aree interne - Lombardia, fondi per Valchiavenna e Alta Valtellina
A indebolire l'attuazione della Strategia è però il disallineamento tra la programmazione regionale dei fondi europei e la progettazione locale relativa alle aree interne. Un problema in parte dovuto al fatto che la programmazione regionale precede il percorso di co-progettazione locale per le aree interne e fa riferimento agli obiettivi tematici del FESR e del FSE che sono pensati soprattutto per contesti urbani. Vi è poi una scarsa attitudine degli enti locali a sfruttare questa opportunità per immaginare soluzioni strutturali alle problematiche dei territori, anziché piccoli interventi rapidi quanto effimeri, accompagnata da esempi di sovradimensionamento o di sottodimensionamento delle risorse attribuite alle diverse aree.
Il contributo dei PSR
Un discorso a sé meritano i Programmi di Sviluppo Rurale regionali, dal momento che, ad eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano, tutte le Regioni hanno previsto, nella redazione dei loro PSR, la partecipazione alla Strategia nazionale per le aree interne.
Sono tre le modalità di intervento previste dalle amministrazioni regionali:
- otto Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana, e Veneto) hanno individuato una o più misure del PSR cui le aree interne possono attingere nella realizzazione delle strategie d’area;
- cinque Regioni (Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Sicilia e Trento) hanno scelto di intervenire attraverso l’approccio Leader;
- sette Regioni (Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta) hanno scelto la combinazione di misure singole e approccio Leader, in modo da sfruttare i vantaggi di entrambe le tipologie di intervento e ampliare la gamma di azioni finanziabili.
Anche a livello di dotazioni finanziarie assegnate vi è molta varietà da una Regione all'altra, con importi intorno a 1-1,5 milioni di euro in Abruzzo e Molise e fino a 6 milioni di euro in Basilicata, anche se una valutazione esatta sarà possibile solo una volta definito l’importo del finanziamento ai Gruppi di azione locale (GAL).
Maggiore convergenza rispetto ai temi degli interventi, che riguardano principalmente il ricambio generazionale in agricoltura, la promozione dell'approccio di filiera e dell’aggregazione tra produttori, il sostegno all'innovazione e la tutela del territorio e del patrimonio forestale.
> Relazione annuale sulla Strategia nazionale per le aree interne