Coronavirus: Bruxelles, Stati membri devono tutelare i lavoratori stagionali

Lavoratori stagionali - Photo credit: Andrea Piacquadio da PexelsAutorità nazionali, ispettori del lavoro e parti sociali devono intervenire per tutelare i diritti, la salute e la sicurezza dei lavoratori stagionali, le cui condizioni rischiano di peggiorare nel contesto della pandemia da coronavirus. E' l'appello lanciato dalla Commissione europea.

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Dai braccianti agricoli ai bagnini, dal personale dei villaggi turistici a quello impiegato nella ristorazione, i lavoratori stagionali sono esposti a condizioni di vita e di lavoro precarie e rischiano di diventare ancora più vulnerabili nel quadro del Covid-19.

In Europa ci sono oltre 17,6 milioni di cittadini europei che vivono o lavorano in uno Stato membro diverso da quello di cui hanno la cittadinanza. Tra questi, secondo le stime della Commissione, ci sono ogni anno, in media, tra diverse centinaia di migliaia e un milione di lavoratori stagionali, impiegati solo in determinati periodi dell'anno, soprattutto in settori come l'agroalimentare e il turismo.

"La pandemia da coronavirus ha messo in luce le difficili condizioni di vita e di lavoro alle quali sono soggetti", ha spiegato il commissario per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, presentando gli orientamenti, che "fungono da campanello d'allarme affinché gli Stati membri e le imprese si assicurino di adempiere alle proprie funzioni per proteggere quei lavoratori indispensabili, ma vulnerabili".

La comunicazione arriva a seguito dell'invito formulato dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 19 giugno 2020 sulla tutela dei lavoratori frontalieri e stagionali e integra gli orientamenti relativi all'esercizio della libera circolazione dei lavoratori durante la pandemia di Covid-19, pubblicati il 30 marzo scorso.

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Gli orientamenti UE sui lavoratori stagionali

Se la Commissione vigila sulla corretta applicazione delle norme dell'Unione relative ai lavoratori stagionali, spetta però alle autorità nazionali vigilare sulla loro corretta attuazione nei singoli Stati membri e adottare urgentemente misure appropriate.

In particolare, gli orientamenti richiamano l'attenzione su aspetti quali:

  • garantire il diritto dei lavoratori stagionali a lavorare in uno Stato membro dell'UE indipendentemente dal fatto che siano cittadini dell'UE o provengano da paesi terzi,
  • assicurare condizioni di vita e di lavoro adeguate, tra cui distanziamento fisico e appropriate misure di igiene,
  • rendere disponibili comunicazioni chiare per i lavoratori in merito ai loro diritti,
  • rafforzare i controlli per individuare i casi di lavoro sommerso,
  • garantire la corretta applicazione delle norme per la sicurezza,
  • intervenire sugli aspetti della sicurezza sociale.

Da parte sua, la Commissione ha già previsto una serie di azioni per promuovere la tutela dei diritti dei lavoratori stagionali, tra cui:

  • uno studio per raccogliere dati sul lavoro stagionale intra-UE e individuare le principali sfide, anche per quanto riguarda i subappalti,
  • un'indagine sulle occupazioni ad alto rischio, comprese quelle legate al lavoro stagionale, svolta in stretta collaborazione con il comitato degli alti responsabili dell'ispettorato del lavoro,
  • una campagna di sensibilizzazione rivolta ai settori in cui si ricorre di più al lavoro stagionale, coordinata dall'ELA, l'Autorità europea del lavoro;
  • un'audizione con le parti sociali europee sui lavoratori stagionali,
  • uno studio analitico comparativo in vari Stati membri a cura della rete di esperti giuridici in materia di libera circolazione e coordinamento della sicurezza sociale (MoveS),
  • sostegno agli Stati membri attraverso la piattaforma europea contro il lavoro sommerso e la campagna #EU4FairWork per promuovere una migliore consapevolezza dei diritti e degli obblighi tra i lavoratori e i datori di lavoro.

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Photo credit: Andrea Piacquadio da Pexels