Senegal: mercato in crescita per export italiano
In occasione della visita in Italia del presidente del Senegal, uno studio del gruppo SACE calcola in 160 milioni di euro il valore dell’export italiano nel Paese africano per il 2014, con buone prospettive di crescita per i prossimi anni.
Contesto politico-economico
Il quadro politico del Senegal è stabile, come testimonia la transizione pacifica dalla presidenza decennale di Abdoulaye Wade a quella di Macky Sall, nonostante le tensioni iniziali. La reputazione internazionale del Paese è in crescita: il presidente senegalese è stato uno dei quattro leader africani ricevuti alla Casa Bianca nel marzo 2013.
Il Senegal incentiva l’ingresso nel proprio mercato di investitori stranieri, senza particolari restrizioni a vantaggio degli operatori locali. Il PIL è cresciuto del 4% nel 2013, e l’utilizzo del franco centroafricano, ancorato all’euro, contribuisce a mantenere l’inflazione sotto il 5%.
Permangono tuttavia tensioni separatiste nella regione meridionale di Casamance e la vicinanza con l’instabile Mali rimane fonte di preoccupazione.
L’export italiano
Secondo l’analisi del programma di SACE 'Frontiers', le esportazioni italiane in Senegal raggiungeranno un valore di 200 milioni di euro nel 2017. Attualmente il Paese è l’ottavo mercato di export italiano nell’Africa sub-sahariana, in stabile aumento dal 2009. Il 43% dei prodotti esportati sono beni intermedi (prodotti chimici, minerari, gomma e plastica), con una significativa crescita dell’export di beni di investimento, soprattutto di meccanica industriale.
Le merci italiane più esportate in Senegal appartengono ai settori:
- prodotti energetici e raffinati (26,1%);
- meccanica strumentale (15,8%);
- mezzi di trasporto (12,4%);
- gomma, plastica, materiali da costruzione (10,9%);
- prodotti chimici (8,3%);
- metallurgia e prodotti in metallo (5,3%).
Il settore agroalimentare è in crescita, ma di dimensioni ancora modeste.
Opportunità di business
La modernizzazione del Senegal è uno degli obiettivi prioritari dell’attuale governo. Il programma per le infrastrutture prevede la costruzione di mille chilometri di strade entro il 2017, la realizzazione del ponte sul fiume Gambia e il completamento del nuovo aeroporto internazionale Blaise Diagne entro il 2014.
Uno dei punti critici rimane l’approvvigionamento energetico, a fronte di una domanda in crescita del 7% all’anno e di infrastrutture inaffidabili. Nel settore ICT il Senegal risulta, invece, ben attrezzato, anche grazie all’azione del governo che punta a digitalizzare molti settori di pubblica utilità (televisione, istruzione, telemedicina). Sonatel, il principale operatore nel comparto telecomunicazioni del Paese, ha annunciato un piano per un lancio di prova della rete 4G, il primo del suo genere nell’Africa occidentale.
Quello minerario è poi un settore di traino per il Paese, con una forte presenza di gruppi esteri. Il governo ha recentemente rinegoziato i termini di concessione dell’unica miniera d’oro del Paese con la società canadese Teranga Gold Corporation. Sono stati così estesi i permessi di esplorazione, a fronte di un aumento delle royalties pubbliche derivate dall’attività estrattiva. Il settore minerario-estrattivo contribuisce al 22% del PIL del Senegal, con il 17,7% delle esportazioni del 2012 costituite dall'oro, il 14,6% dal petrolio e l’11% dai fosfati. Il governo conta di potenziare anche l’estrazione di ferro.
Importante è anche il settore dell’agribusiness. Il 'Programme Nationale des Investissements Agricoles 2011-2015' si propone di introdurre tecniche di coltivazione più moderne nel Paese e di incrementarne così la produzione agricola. Il Senegal è attivo nel comparto anche a livello internazionale: fa parte della 'New Alliance for Food Security and Nutrition' promossa dal G8, accordo che ha permesso di finanziare con 134 milioni di dollari il programma senegalese di innovazione agricola. Il Paese parteciperà anche ad Expo 2015.
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Resoconto del programma "Frontiers" sul Senegal
Photo credit: Stefano Chiarelli / Foter / CC BY