Connecting Europe Facility: Cese, bene collaborazione imprese e PA
Senza il supporto dei settori pubblico e privato l'Unione europea non sarebbe in grado di finanziare l'iniziativa Connecting Europe Facility, lanciata lo scorso anno dalla Commissione Ue per migliorare le reti nei settori dei trasporti, dell’energia e delle risorse digitali. Questo il commento del Comitato economico e sociale europeo (Cese) nella sessione plenaria del 24 febbraio.
Connecting Europe Facility si inserisce nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il 2014-2020 e prevede un investimento complessivo di 50 miliardi di euro, così ripartiti:
- 31,7 miliardi di euro per ammodernare le infrastrutture di trasporto, costruire i collegamenti mancanti ed eliminare le strozzature;
- 9,1 miliardi di euro per le infrastrutture transeuropee,
- 9,2 miliardi di euro per sostenere gli investimenti in reti a banda larga veloci e ultraveloci e in servizi digitali paneuropei.
Per facilitare i finanziamenti la Commissione usufruirà dell'appoggio della Banca europea per gli investimenti (BEI) attraverso un’altra iniziativa, quella dei Project Bond, ovvero dei prestiti obbligazionari per chi finanzia progetti infrastrutturali.
I bond avranno un ruolo chiave e la partecipazione degli investitori privati avrà un impatto diverso nei processi di decision making, che dovranno essere democratici e trasparenti, ha dichiarato, nell'ambito del Cese, Armin Duttine (Germania).
La decisione finale sulle risorse finanziarie destinate a questo progetto, ha proseguito Duttine, dovrebbe essere preceduta da una valutazione dell'iniziativa stessa, coinvolgendo anche la società civile.
In merito ai network digitali si è espresso Antonio Longo (Italia), chiedendo alla Commissione europea di concentrarsi sui progetti inerenti l'interconnettività transfrontaliera e l'interoperabilità tecnica. Per assicurare la corretta gestione delle risorse, ha proseguito il membro del Cese, la Commissione dovrebbe presentare periodicamente un rapporto finanziario al Comitato.
Per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, ha, infine, dichiarato Egbert Biermann (Germania), l'Ue deve modernizzare quelle esistenti per rispondere alla crescita della domanda in futuro. Innovazione e reti intelligenti dovranno essere i pilastri del piano europeo per le infrastrutture, ilsine qua non per evitare problemi legati all'approvvigionamento energetico.