Six Pack in azione, Ungheria rischia il taglio dei fondi di Coesione
L'Ungheria si appresta a sperimentare per prima le nuove regole sulla governance dell'eurozona stabilite dal six pack. Secondo quanto anticipato da EurActiv Slovacchia, il paese, a seguito dei ripetuti richiami, potrebbe incappare nelle sanzioni previste dalla procedura per i disavanzi eccessivi, cioè il congelamento di una quota dei fondi di Coesione assegnati. La decisione è attesa per il 22 febbraio.
La procedura per i disavanzi eccessivi (EDP) attua gli obblighi del trattato in materia di deficit e debito, vincolando i paesi membri al rispetto delle soglie, rispettivamente, del 3% e del 60% del PIL. Laddove un paese non prenda misure adeguate per ristabilire la situazione, il Six Pack prevede, a partire dal 13 dicembre, l'applicazione di sanzioni finanziarie da parte del Consiglio sulla base di una raccomandazione della Commissione.
Ai paesi della zona euro messi in EDP viene infatti richiesto di fare un deposito non fruttifero di valore pari allo 0,2% del loro PIL e di adottare una linea d'azione correttiva in linea con le raccomandazioni del Consiglio. Se un paese non rispetta tali raccomandazioni, il deposito viene convertito in una multa.
Per l'Ungheria il rischio di sanzione è ormai concreto. Con la decisione di mercoledì, la Commissione potrebbe sospendere parzialmente le risorse del Fondo di coesione, a partire dal 1° gennaio 2013.
Il portavoce dell'Esecutivo Ue Amadeu Altafaj non ha smentito l'anticipazione, tuttavia ha chiarito che il governo di Budapest ha ancora tempo per ridurre il disavanzo ed evitare la sanzione. D'altra parte, ha sottolineato Altafaj, l'obiettivo del six-pack è proprio quello di dissuadere, attraverso una sorveglianza efficace, piuttosto che arrivare a comminare punizioni.