Piccoli prestiti crescono in Italia con PerMicro

Euro banknote - foto di Lionel AllorgeOriginariamente limitato alle aree in via di sviluppo per il sostegno a situazioni di povertà estrema, il microcredito si sta gradualmente affermando anche nei paesi industrializzati, dove è destinato principalmente a piccoli imprenditori e soggetti in difficoltà economiche improvvise. Grazie anche allo European Investment Fund - EIF, nel nostro paese è diventata operativa una nuova realtà, PerMicro il primo istituto interamente italiano specializzato nel microcredito, che eroga finanziamenti di piccola entità a soggetti economicamente e socialmente vulnerabili.

La realtà del microcredito nasce in Bangladesh a metà degli anni Settanta, quando la Grameen Bank inizia ad erogare, senza vincoli di garanzia, importi di basso ammontare a soggetti in difficoltà o esclusi dal credito istituzionale.

Inizialmente, la strategia si sviluppa, quindi, in quei paesi dove ampie fasce di popolazione vivono in condizioni di povertà, per poi diffondersi anche in paesi come l'Italia, dove i programmi di microcredito propongono soluzioni alternative al tradizionale prestito bancario per le realtà considerate non bancabili. Tra queste, la fascia più grande è occupata dai soggetti che si trovano in gravi difficoltà a causa di spese improvvise, anche di piccola entità, e dai piccoli imprenditori e artigiani.

In Italia, nell'ultimo anno sono state attivate diverse misure a livello locale, tra cui:

  • nell'ambito dell'attività della Fondazione Welfare Ambrosiana, sono stati aperti a Milano 18 sportelli per il microcredito destinati a sostenere l’auto-imprenditorialità e il lavoro autonomo;
  • la Regione Umbria e la Regione Molise hanno attivato il Fondo di microcredito a sostegno di categorie non bancabili, quali: giovani, donne, disoccupati e altri soggetti svantaggiati;
  • l'amministrazione abruzzese ha stabilito la semplificazione dei requisiti per accedere al fondo istituito presso il Consorzio Etimos, finalizzato a favorire l'accesso al credito di famiglie, micro e piccole imprese, professionisti, cooperative e associazioni colpiti dal terremoto del 2009.

Uno strumento innovativo a sostegno dell'accesso al credito di ridotta entità è poi costituito da Zopa, versione italiana di un sito lanciato in Inghilterra dalla banca online Egg, che da la possibilità di prestare e prendere in prestito denaro tramite il web a tassi inferiori a quelli bancari.

"In una situazione come quella attuale con sempre minori possibilità di avere il posto fisso - ha spiegato Andrea Limone, Amministratore Delegato di PerMicro in un'intervista a PrimoPiano Scala c - l’auto impiego può rappresentare una valida alternativa. Oggi non sono più infatti solo gli immigrati a rivolgersi a noi, ma anche gli italiani che con l’avanzare della crisi hanno iniziato a sondare il mondo dell’imprenditorialità, con tutti i rischi e le difficoltà. Anche la Commissione Europea riconosce il ruolo sociale del microcredito sostenendo proprio coloro che operano sul territorio dell’UE”.

L'Europa infatti mette a disposizione:

  • Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) è l'iniziativa della Commissione europea sviluppata in collaborazione al Fondo europeo per gli investimenti - FEI, che promuove l'uso di strumenti di ingegneria finanziaria per migliorare l'accesso al credito per le PMI mediante i fondi strutturali;
  • Jasmine, che fornisce assistenza tecnica;
  • Progress, strumento europeo di microfinanziamento a sostegno dei disoccupati e dei gruppi più svantaggiati destinato a promuovere la creazione e lo sviluppo di piccole imprese e di attività autonome.

"Le Istituzioni, anche quelle locali - ha aggiunto ancora Limone - dovrebbero farsi carico di informare i cittadini, economicamente più deboli, che esiste un’alternativa alla Banca. Il nostro lavoro potrebbe essere agevolato se si prevedesse l’accesso a fondi di garanzia per ampliare il mercato e l’operatività. Le attività che finanziamo sono caratterizzate da elevato rischio. Poter accedere a fondi di garanzia, ad esempio quello già esistente per le PMI, ci permetterebbe di distribuire più credito".

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