Lavoro: da gennaio accesso libero per romeni e bulgari
Dal 2012 il mercato del lavoro apre le porte a romeni e bulgari. Il 29 dicembre scorso il governo ha annunciato l’abbattimento delle restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori provenienti da Romania e Bulgaria. Un provvedimento che punta ad ampliare e liberalizzare l'occupazione, e che segna una nuova fase nei rapporti economici e istituzionali fra i tre Paesi.
L’Italia ha deciso di non avvalersi più delle deroghe cui avrebbe avuto diritto fino a tutto il 2013 e che determinavano un accesso più difficoltoso dei lavoratori bulgari e romeni al mercato del lavoro nazionale. La decisione, entrata in vigore con l’inizio del 2012, è stata accolta con favore dai rappresentanti dei due Paesi che affacciano sul Mar Nero. “E' la prova che romeni e bulgari rappresentano una risorsa a livello economico”, ha commentato l’europarlamentare romeno Marian-Jean Marinescu.
Un forte segnale di apertura, che allontana l’Italia da quegli Stati – 9 in tutto, Austria, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Olanda – che tuttora si avvalgono delle restrizioni lavorative ai danni dei cittadini di origine romena e bulgara.
Segnale che arriva, non a caso, in un periodo di profonda crisi economica: stando a una relazione pubblicata dalla Commissione europea nel novembre scorso, infatti, la libera circolazione dei lavoratori romeni e bulgari avrebbe un impatto positivo sul Pil europeo nel lungo periodo, + 0,3%, e non attaccherebbe i salari dei lavoratori nei paesi ospitanti.
Quando liberalizzazione fa rima con integrazione.