Ciolos: nella PAC post 2013 aiuti solo agli agricoltori attivi
I contributi della Politica Agricola Comune dovranno essere concessi solo agli agricoltori attivi. E sul greening, le criticità rilevate dalle organizzazioni agricole italiane potrebbero essere valutate dalla Commissione. Sono i primi risultati del confronto tra il commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, e Coldiretti, in occasione del summit del 29 novembre sulla riforma della PAC.
“L'obiettivo del sistema dei pagamenti è e rimarrà quello di sostenere gli agricoltori per ciò che forniscono, non certo di finanziare il mero possesso di terreni agricoli”. Ciolos assicura così la volontà di garantire che gli aiuti vadano a chi effettivamente vive di agricoltura, incontrando la posizione del presidente di Coldiretti, Sergio Marini, secondo cui il destinatario principale delle risorse comunitarie deve essere l'agricoltore professionale.
Le perplessità sulla proposta di riforma della PAC non riguardano però solo la definizione dell'agricoltore attivo e trovano Coldiretti perfettamente d'accordo con altre organizzazioni di rappresentanza del comparto agricolo italiano, da cui la firma nelle scorse settimane di un documento comune che ha coinvolto anche Confagricoltura, Cia e Copagri.
Il nodo è quello del greening, innanzitutto perché la proposta di destinare risorse al rinverdimento per ridurre il contributo dell'agricoltura all'inquinamento trascurerebbe, per come è stata formulata finora, le specificità dei diversi territori e l'impatto benefico che alcune colture possono determinare sull'ambiente.
Secondo Sergio Marini, infatti, non si tiene conto delle colture virtuose in termini sostenibilità e di cattura di CO2 già diffuse nell’agricoltura italiana, come olivo, vite e alberi da frutta, e si apre alla possibilità di destinare fondi a chi di fatto non si dedica all'agricoltura, ma possiede solo dei terreni.
Le osservazioni di Marini sono state accolte con interesse dal commissario all'Agricoltura e riprese anche dal presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, che ha anche ricordato il rischio che dal greening derivino maggiori oneri burocratici per gli agricoltori.
Dubbi sulla nuova Politica Agricola Comune anche dal neo-ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, che ha affermato: “L’Italia è il Paese che versa il 14 per cento del bilancio comunitario e riceve appena il 10 per cento. E’ uno scarto enorme che non ha giustificazioni: sono 5 miliardi l’anno che diamo ad altri Paesi che magari hanno un Pil procapite più alto”. Aggiungendo che “questa riforma Pac sembra vecchia di 6-7 anni e cucita a misura di chi non produce, mentre secondo noi il sostegno va a chi fa vera agricoltura”.