Politica Agricola Comune: nove Regioni UE siglano un documento comune
Ripartizione dei contributi tra gli Stati membri, prodotti di qualità, sviluppo rurale, semplificazione. Sono solo alcuni degli argomenti affrontati da nove Regioni europee - Bretagna, Pays de la Loire, Poitou Charentes, Andalusia, Baviera, Alta Austria, Matopolska, Toscana e Emilia-Romagna – in occasione dell'incontro organizzato dal commissario all'Agricoltura, Dacian Ciolos, sulla riforma della PAC per il periodo 2014-2020.
Il 12 ottobre scorso la Commissione europea ha presentato la propria proposta di riforma della Politica Agricola Comune post 2013, rispetto alla quale è attualmente in corso la procedura di co-decisione da parte di Parlamento europeo e Consiglio.
I suoi contenuti, tuttavia, hanno scontentato per molti versi le Regioni europee, che hanno approfittato dell'incontro con il commissario Ciolos per sottoporgli alcune possibili modifiche raccolte in un documento congiunto.
Per l'Italia hanno partecipato all'incontro l'assessore all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, e quello della Regione Toscana, Gianni Salvadori.
L'assessore Rabboni, in particolare, è intervenuto sul tema delle produzioni agroalimentari di qualità, che dovrebbero essere maggiormente valorizzate in quanto "rappresentano il biglietto da visita dell'agroalimentare europeo e contribuiscono alla creazione di una quota rilevante di valore economico e alla tenuta sociale delle aree rurali più periferiche".
Un altro tema decisivo è quello della ripartizione dei fondi tra i Paesi membri, che secondo le nove Regioni dovrebbe tenere conto non solo delle superfici ma anche dell'occupazione e del valore della produzione.
Le Regioni hanno poi sottolineato la necessità di riconoscere "una priorità nelle misure di investimento dello sviluppo rurale e, infine, una priorità nelle iniziative europee di promozione agroalimentare".
Inoltre, ha ricordato l'assessore Salvadori, "è importante, fin dalla fase dell’emanazione dei regolamenti, evitare sovrapposizioni, che ancora si registrano in diverse filiere, come quella vitivinicola, apistica e florovivaistica, che creano complicazioni nella fase attuativa".
Infine, sono state espresse richieste dirette alla valorizzazione del potenziale energetico delle aree agricole e al sostegno alle zone svantaggiate.
Sulle proposte della Commissione è intervenuto recentemente anche il neo-ministro alle Politiche Agricole, Mario Catania.
Per il ministro, qualora l'UE dovesse decidere di assegnare gli aiuti in base agli ettari di terreno delle imprese, gli agricoltori italiani andrebbero incontro ad una perdita pari a circa 285 milioni di euro l'anno.
Anche il criterio del greening rischia di rivelarsi dannoso secondo Catania, che ha affermato: "la prima politica ambientale è proprio quella di tenere l'agricoltore sul territorio".
Il ministro ha comunque rivendicato la "fortissima vocazione europea" del governo cui appartiene e la presenza attiva dell'Italia nelle trattative dei mesi scorsi, che ha condotto, tra l'altro, all'abbandono della proposta relativa al "flat rate", cioè l'introduzione di un pagamento base uguale in tutti gli Stati membri.
Commissione europea: The Common Agricultural Policy after 2013