Anno europeo dei cittadini: l'Ue propone il 2013
A vent'anni dall'istituzione della cittadinanza dell'Unione (1° novembre 1993, con il trattato di Maastricht), la Commissione europea ha proposto oggi di proclamare il 2013 "Anno europeo dei cittadini". Sono in programma eventi mirati alla cittadinanza dell'Ue e alle politiche comunitarie, nonchè un piano d'azione per eliminare completamente gli ostacoli che tuttora impediscono ai cittadini comunitari di godere dei propri diritti. La decisione dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri secondo la "procedura legislativa ordinaria".
Grazie alla cittadinanza dell'Unione, che si aggiunge a quella nazionale senza sostituirla, gli europei godono in tutta l'UE di una vasta gamma di diritti come la possibilità di:
- acquistare beni e servizi in altri Stati membri,
- accedere ai sistemi di istruzione,
- ottenere il riconoscimento delle qualifiche professionali,
- beneficiare dell'assistenza medica,
- acquisire o preservare diritti assistenziali,
- votare e candidarsi alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiedono.
Non ultimo, la libertà di movimento : nel 2009 sono stati 11,9 milioni i cittadini che hanno vissuto in uno Stato membro diverso dal proprio, passando a 12,3 milioni nel 2010 .
Eppure all'atto pratico, nonostante tali dati in crescita, insieme alle difficoltà linguistiche, il principale scoglio al pendolarismo transfrontaliero è la carenza di informazioni. Un sondaggio condotto nel 2010 mostra, infatti, che ancora tantissimi abitanti dell'Ue ritengono di non essere sufficientemente informati sul significato del termine "cittadino dell'Unione europea" e sui loro diritti.
Anche la Relazione del 2010 sulla cittadinanza dell'Unione sottolinea il permanere di numerosi ostacoli che scoraggiano o, addirittura, impediscono ai cittadini comunitari di trasferirsi all'estero. Tra i 25 interventi indivuduati nel documento per rimuovere tali intralci, vi è proprio l'intenzione di diffondere maggiore consapevolezza sullo status di cittadino dell'Unione, sui diritti ivi connessi e sulle implicazioni nella vita di tutti i giorni.
A tal fine, dunque, la stessa Relazione propone di proclamare il 2013 "Anno europeo dei cittadini". Scopo dell'iniziativa è facilitare l'esercizio del diritto di circolare e soggiornare liberamente nell'Unione, garantendo ai cittadini un accesso più immediato alle informazioni sui diritti collegati alla cittadinanza dell'Unione. In particolare:
- sensibilizzare il pubblico sul diritto di risiedere liberamente nell’Unione europea;
- informare meglio su come poter beneficiare al massimo dei diritti e delle politiche dell'UE e incentivare la partecipazione attiva dei cittadini al processo decisionale dell'Unione;
- stimolare il dibattito sulle ripercussioni e sulle potenzialità del diritto alla libera circolazione, soprattutto per quanto riguarda il rafforzamento della coesione e la reciproca comprensione.
Per le celebrazioni dell'Anno europeo dei cittadini, nel 2013 sono previste sono previste manifestazioni, conferenze e seminari organizzati a livello dell'Unione e in ambito nazionale, regionale e locale.
La Commissione intende inoltre dare più visibilità ai portali web "Europe direct" e "La tua Europa", nell'ambito di un sistema di informazione “sportello unico” sui diritti dei cittadini UE, nonchè all'esistenza e al ruolo degli strumenti di risoluzione dei problemi, come SOLVIT, per diffonderne l'utilizzo a difesa dei diritti dei cittadini.
Il bilancio proposto per lo svolgimento delle attività previste è 1 milione di euro.
"Come può il cittadino europeo godere a pieno dei suoi diritti se non li conosce? Oggi ben il 48% degli europei pensa di non essere abbastanza informato in proposito" ha affermato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria europea per la giustizia e la cittadinanza. "L'Anno europeo dei cittadini permetterà di infondere un cambiamento e diventerà l'occasione per ricordare cosa l'Unione europea può fare per ciascuno di noi".
La Commissione si augura di collaborare a stretto contatto con le altre istituzioni UE, in particolare il Parlamento europeo, e con gli Stati membri, per fare dell'anno europeo dei cittadini in evento un grado di incidere in modo deciso e duraturo.