Riaperto il mercato italiano per lo scambio di CO2
A partire dal 24 marzo, torna operativo anche in Italia il mercato delle emissioni di CO2, dopo che il 19 gennaio scorso una truffa informatica milionaria ha costretto la Commissione europea a stabilire il blocco dell'Emission trading system (ETS). Da allora la Commissione ha eseguito una serie di controlli sulla sicurezza degli apparati per autorizzare gradualmente i paesi europei a rientrare nel sistema.
L'ETS, primo e maggiore sistema di scambio di quote di CO2, è stato lanciato nel 2005 e coinvolge 30 paesi, i 27 Stati membri dell'UE, cui si aggiungono Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
Attualmente gestito a livello nazionale, il progetto chiave dell'Unione per ridurre le emissioni industriali di gas serra e contrastare i cambiamenti climatici dovrebbe passare sotto il controllo europeo a partire dal 2013.
Il principio di base è quello del "cap and trade", cioé esiste una soglia limite per la quantità totale di gas ad effetto serra che può essere emessa da fabbriche, centrali elettriche, raffinerie ed altri impianti, entro la quale è possibile effettuare vendite o acquisti di quote, le quali hanno valore in virtù dell'essere disponibili in misura limitata e del fatto che ogni operatore a fine anno deve restituirne in misura sufficiente a coprire le emissioni che ha provocato.
Per i soggetti che producono più emissioni delle quote disponibili sono previste multe onerose, mentre quelli che generano meno emissioni possono decidere se mantenere le quote come riserva per fabbisogni futuri o se venderle ad altri.
La disponibilità di quote decresce nel tempo, con l'obiettivo di arrivare al 2020 con una riduzione delle emissioni del 21% rispetto al livello del 2005.
La riattivazione del mercato di scambio dell'Italia, e contemporaneamente della Repubblica Ceca, segue di pochi giorni il ripristino dei registri nazionali di Finlandia, Romania, Slovenia and Svezia, portando a 21 il numero dei paesi autorizzati a riprendere gli scambi, dopo la sospensione di gennaio e i successivi controlli dell'adeguatezza dei sistemi di protezione informatica.
La Commissione continuerà a verificare i registri degli altri paesi aderenti al sistema e ha assicurato che anche le prossime riattivazioni saranno annunciate con un anticipo di almeno 24 ore.
Direzione generale Clima della Commissione europea