Francesco Saverio Romano alla guida del ministero dell'Agricoltura
La difesa del Made in Italy, un piano ad hoc per le energie rinnovabili, l'istituzione di una conferenza nazionale sull'agricoltura e una posizione autorevole nel negoziato europeo sulla Politica Agricola Comune - PAC post 2013: sono solo alcune delle sfide che il neoministro dell'Agricoltura, Francesco Saverio Romano, dovrà affrontare.
La nomina è stata resa nota oggi nell'ambito di un vero e proprio giro di valzer all'interno del governo. Il premier Berlusconi, infatti, è salito questa mattina al Colle per ufficializzare le dimissioni di Sandro Bondi, che ha lasciato la poltrona di via del Collegio Romano a Giancarlo Galan. Quest'ultimo cede a sua volta il posto alla new entry Francesco Saverio Romano, nominato per decreto titolare del ministero dell'Agricoltura e delle Politiche Forestali, che il suo predecessore aveva guidato soltanto per un mese.
Salutato da Gianfranco Miccichè come "un altro uomo in Consiglio dei ministri su cui il Sud può contare", Romano è uno deputato del gruppo "Iniziativa responsabile.
Il capo dello Stato ha quindi firmato il decreto di nomina di Romano alla guida del Mipaf.
Una nomina, quella di Romano, che fa discutere. In una nota ufficiale il presidente della Repubblica dichiara di aver ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a carico di Romano per gravi imputazioni. Il giudice per le indagini preliminari, infatti, non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo.
Per questo il Capo dello Stato ha espresso riserve sulla ipotesi di nomina dal punto di vista dell'opportunità politico-istituzionale.
In assenza di impedimenti giuridico-formali, Napolitano ha proceduto alla nomina, ma al contempo auspica che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto la posizione del ministro.
L'investitura di Romano ha suscitato immediatamente le reazioni del mondo agricolo italiano. Nel giro di pochi mesi, infatti, a via XX settembre si sono succeduti ben tre ministri: Zaia, Galan e ora Romano.
Facendo gli auguri a quest'ultimo, Copagri (la Confederazione dei produttori agricoli), ha ricordato "le sfide che attendono il mondo agricolo". L'associazone auspica il rilancio della concertazione del tavolo verde e del tavolo agroalimentare, sottolineando la necessità del sostegno concreto del governo per avviare le misure di rilancio del settore.
Un'accoglienza fredda, invece, quella del presidente di Slow Food: "E' il metodo che non va bene - sottolinea Roberto Burdese - in un settore che è strategico per l'Italia e che può ancora offrire posti di lavoro. Nei governi così come nelle regioni, l'agricoltura è sempre l'ultima ruota del carro, un ultimo puntello che oltretutto viene in questo momento di cambiamento della Pac e delle regole sulle barriere Wto". In particolare sul ministro Romano, ha concluso il presidente di Slow Food, osservando che "dal suo curriculum non risulta che sappia nulla di agricoltura; lo vedremo lavorare sui fatti".
"E' importante - ha sottolineato invece il presidente della Cia (la confederazione italiana agricoltori), Giuseppe Politi - che vi sia al più presto una reale ripresa del confronto tra ministro e rappresentanze dell'intero sistema agroalimentare che, purtroppo, in questi ultimi tre anni non ha trovato mai un effettivo punto di partenza".